Zarzio 48
Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto
Zarzio 48: ultimo aggiornamento pagina: 09/02/2018 (Fonte: A.I.FA.)
Se sei un paziente, consulta anche il Foglietto Illustrativo (Bugiardino) di Zarzio
01.0 Denominazione del medicinale
Zarzio 48 MU/0,5 ml soluzione iniettabile o per infusione in siringa preriempita
02.0 Composizione qualitativa e quantitativa
Ogni ml di soluzione contiene 96 milioni di unità (MU) (equivalenti a 960 microgrammi [pg]) di filgrastim*.
Ogni siringa preriempita contiene 48 MU (equivalenti a 480 pg) di filgrastim in 0,5 ml.
* fattore ricombinante umano metioninico stimolante le colonie granulocitarie (G-CSF) prodotto in E. coli con tecnologia del DNA ricombinante.
Eccipiente con effetti noti:
Ogni ml di soluzione contiene 50 mg di sorbitolo (E420).
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
03.0 Forma farmaceutica
Soluzione iniettabile o per infusione in siringa preriempita (iniezione o infusione)
Soluzione limpida, da incolore a colore giallo pallido.
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
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– Riduzione della durata della neutropenia e dell’incidenza di neutropenia febbrile nei pazienti trattati con chemioterapia citotossica standard per patologie maligne (con l’eccezione della leucemia mieloide cronica e delle sindromi mielodisplastiche) e riduzione della durata della neutropenia nei pazienti sottoposti a terapia mieloablativa seguita da trapianto di midollo osseo considerati ad alto rischio di neutropenia grave prolungata.
La sicurezza e l’efficacia del filgrastim sono simili negli adulti e nei bambini sottoposti a chemioterapia citotossica.
– Mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico (PBPC).
– Nei bambini e negli adulti con grave neutropenia congenita, ciclica o idiopatica, con una conta assoluta di neutrofili (ANC) < 0,5 x 109/l e una storia di infezioni gravi o ricorrenti, la somministrazione a lungo termine del filgrastim è indicata per incrementare la conta dei neutrofili e ridurre l’incidenza e la durata degli eventi correlati alle infezioni.
– Trattamento della neutropenia persistente (ANC < 1,0 x 109/l) nei pazienti con infezione avanzata da HIV, per ridurre il rischio di infezioni batteriche quando altre opzioni terapeutiche siano inadeguate.
04.2 Posologia e modo di somministrazione
La terapia con filgrastim deve essere effettuata unicamente in collaborazione con un centro oncologico con esperienza nel trattamento con il fattore stimolante le colonie granulocitarie (G-CSF) e in campo ematologico, e che disponga delle attrezzature diagnostiche necessarie.
Le procedure di mobilizzazione e aferesi devono essere effettuate in collaborazione con un centro di oncologia-ematologia con esperienza accettabile nel campo e presso il quale possa essere correttamente effettuato il monitoraggio delle cellule progenitrici emopoietiche.
Zarzio è disponibile in concentrazioni di 30 MU/0,5 ml e 48 MU/0,5 ml.
Chemioterapia citotossica standard
La dose raccomandata di filgrastim è di 0,5 MU/kg/die (5 mcg/kg/die). La prima dose di filgrastim non deve essere somministrata prima di 24 ore dopo la chemioterapia citotossica.
La somministrazione giornaliera di filgrastim deve proseguire fino a quando l’atteso nadir dei neutrofili non sia stato superato e la conta dei neutrofili non sia tornata ad un livello normale. Dopo chemioterapia standard per tumori solidi, linfomi e leucemie linfoidi, la durata del trattamento richiesta per soddisfare tali criteri può raggiungere 14 giorni. Dopo il trattamento di induzione e consolidamento nella leucemia mieloide acuta, la durata del trattamento può essere considerevolmente più lunga (fino a 38 giorni) in funzione del tipo, della dose e dello schema di chemioterapia citotossica utilizzata.
Nei pazienti sottoposti a chemioterapia citotossica, si osserva tipicamente un aumento transitorio della conta dei neutrofili 1 – 2 giorni dopo l’inizio della terapia con filgrastim. Tuttavia, per ottenere una risposta terapeutica prolungata, il trattamento con filgrastim deve proseguire fino a quando l’atteso nadir dei neutrofili non sia stato superato e la conta dei neutrofili non sia tornata ad un livello normale. Si sconsiglia l’interruzione prematura della terapia con filgrastim prima del raggiungimento dell’atteso nadir dei neutrofili.
Pazienti sottoposti a terapia mieloablativa seguita da trapianto di midollo osseo
La dose iniziale raccomandata di filgrastim è di 1,0 MU/kg/die (10 mcg/kg/die). La prima dose di filgrastim deve essere somministrata dopo almeno 24 ore dalla chemioterapia citotossica ed entro 24 ore dall’infusione di midollo osseo.
Aggiustamenti posologici: Una volta superato il nadir dei neutrofili, la dose giornaliera di filgrastim deve essere titolata in base alla risposta dei neutrofili come riportato di seguito:
Conta assoluta dei neutrofili | Aggiustamento posologico per il filgrastim |
ANC > 1,0 x 109/l per 3 giorni consecutivi | Ridurre a 0,5 MU/kg/die (5 mcg/kg/die) |
Quindi, se l’ANC rimane > 1,0 x 109/l per altri 3 giorni consecutivi | Sospendere il filgrastim |
Se l’ANC scende a valori < 1,0 x 109/l durante il trattamento, la dose di filgrastim deve essere ripristinata in modo scalare in base alle indicazioni precedenti |
Mobilizzazione delle PBPC
Pazienti sottoposti a terapia mielosoppressiva o mieloablativa seguita da trapianto di PBPC autologhe
La dose raccomandata di filgrastim per la mobilizzazione delle PBPC, quando usato da solo, è di
1,0 MU/kg/die (10 mcg/kg/die) per 5-7 giorni consecutivi. Programmazione delle leucaferesi: spesso sono sufficienti 1 o 2 leucaferesi nei giorni 5 e 6. In altri casi possono essere necessarie ulteriori leucaferesi. La somministrazione del filgrastim deve essere proseguita fino all’ultima leucaferesi.
La dose raccomandata di filgrastim per la mobilizzazione delle PBPC dopo chemioterapia mielosoppressiva è di 0,5 MU/kg/die (5 mcg/kg/die), da somministrarsi giornalmente dal primo giorno successivo al completamento della chemioterapia fino a quando l’atteso nadir dei neutrofili non sia stato superato e la conta dei neutrofili non sia tornata a un livello normale. La leucaferesi deve essere effettuata nel periodo in cui l’ANC aumenta da < 0,5 x 109/l a > 5,0 x 109/l. Nei pazienti non sottoposti a chemioterapia estensiva, un’unica leucaferesi è spesso sufficiente. In altri casi sono raccomandate ulteriori leucaferesi.
Non vi sono studi comparativi prospettici randomizzati riguardo ai due metodi di mobilizzazione raccomandati (solo filgrastim o filgrastim in associazione con la chemioterapia mielosoppressiva) nella stessa popolazione di pazienti. Il grado di variabilità tra i singoli pazienti e tra i metodi di determinazione in laboratorio delle cellule CD34rende difficile il confronto diretto tra studi differenti. È pertanto difficile consigliare un metodo ottimale. La scelta del metodo di mobilizzazione deve tener conto degli obiettivi generali del trattamento in ogni singolo paziente.
Donatori sani prima del trapianto di PBPC allogeniche
Per la mobilizzazione delle PBPC nei donatori sani prima del trapianto di PBPC allogeniche, il filgrastim deve essere somministrato a dosi di 1,0 MU/kg/die (10 mcg/kg/die) per 4-5 giorni consecutivi. La leucaferesi deve iniziare il giorno 5 e proseguire, se necessario, fino al giorno 6, in modo da ottenere 4 x 106cellule CD34/kg di peso corporeo (pc) del ricevente.
Neutropenia cronica grave (NCG)
Neutropenia congenita
La dose iniziale raccomandata è di 1,2 MU/kg/die (12 mcg/kg/die) in dose singola o in dosi frazionate.
Neutropenia idiopatica o ciclica
La dose iniziale raccomandata è di 0,5 MU/kg/die (5 mcg/kg/die) in dose singola o in dosi frazionate.
Aggiustamenti posologici
Il filgrastim deve essere somministrato giornalmente fino a quando la conta dei neutrofili non abbia raggiunto e possa essere mantenuta a valori superiori a 1,5 x 109/l. Quando si è ottenuta la risposta, deve essere determinata la dose minima efficace per mantenere tale livello. Per mantenere una conta dei neutrofili adeguata è necessaria una somministrazione giornaliera a lungo termine.
Dopo 1-2 settimane di terapia, la dose iniziale può essere raddoppiata o dimezzata in base alla risposta del paziente. Successivamente, la dose può essere modificata individualmente ogni
1-2 settimane per mantenere una conta dei neutrofili media compresa tra 1,5 x 109/l e 10 x 109/l. Nei pazienti con infezioni gravi può essere preso in considerazione uno schema più rapido di incremento progressivo della dose. Negli studi clinici, il 97% dei pazienti responsivi ha ottenuto una risposta completa a dosi ≤ 2,4 MU/kg/die (24 mcg/kg/die). La sicurezza a lungo termine della somministrazione di filgrastim a dosi superiori a 2,4 MU/kg/die (24 mcg/kg/die) nei pazienti con NCG non è stata dimostrata.
Infezione da HIV
Reversione della neutropenia
La dose iniziale raccomandata di filgrastim è di 0,1 MU/kg/die (1 mcg/kg/die) somministrati giornalmente, con titolazione fino a un massimo di 0,4 MU/kg/die (4 mcg/kg/die) fino a quando non sia stata raggiunta e possa essere mantenuta una conta dei neutrofili normale (ANC > 2,0 x 109/l). Negli studi clinici, > 90% dei pazienti ha risposto a queste dosi, ottenendo la reversione della neutropenia in un periodo mediano di 2 giorni.
In un piccolo numero di pazienti (< 10%) sono state necessarie dosi fino a 1,0 MU/kg/die (10 mcg/kg/die) per ottenere la reversione della neutropenia.
Mantenimento di una conta dei neutrofili normale
Quando si è ottenuta la reversione della neutropenia, deve essere determinata la dose minima efficace per mantenere una conta dei neutrofili normale. Si consiglia un aggiustamento posologico iniziale con somministrazione a giorni alterni di 30 MU/die (300 mcg/die). Possono essere necessari ulterioriaggiustamenti posologici, a seconda dell’ANC del paziente, al fine di mantenere la conta dei neutrofili a valori > 2,0 x 109/l. Negli studi clinici sono state necessarie dosi di 30 MU/die (300 mcg/die) da 1-7 giorni alla settimana per mantenere l’ANC > 2,0 x 109/l, con una frequenza mediana di somministrazione di 3 giorni alla settimana. Può essere necessaria una somministrazione a lungo termine per mantenere l’ANC > 2,0 x 109/l.
Popolazioni particolari di pazienti
Pazienti con insufficienza renale/epatica
Gli studi condotti con filgrastim nei pazienti con grave insufficienza renale o epatica dimostrano che il suo profilo farmacocinetico e farmacodinamico è simile a quello osservato nei soggetti sani. In questi casi non è necessario alcun aggiustamento posologico.
Pazienti pediatrici con NCG e patologie maligne
Negli studi clinici, il 65% dei pazienti trattati a causa di una NCG è stato di età inferiore a 18 anni. In questa fascia di età, comprendente soprattutto pazienti con neutropenia congenita, l’efficacia è stata dimostrata. Non sono state osservate differenze nei profili di sicurezza dei pazienti pediatrici trattati a causa di una NCG in confronto con gli adulti.
I dati ottenuti negli studi clinici con pazienti pediatrici indicano che la sicurezza e l’efficacia del filgrastim sono simili negli adulti e nei bambini sottoposti a chemioterapia citotossica.
Le raccomandazioni posologiche nei pazienti pediatrici sono identiche alle raccomandazioni valide per gli adulti sottoposti a chemioterapia citotossica mielosoppressiva.
Pazienti anziani
Negli studi clinici condotti con filgrastim è stato incluso solo un piccolo numero di pazienti anziani. Non sono stati effettuati studi specifici in questa popolazione di pazienti. Pertanto, non possono essere formulate raccomandazioni posologiche specifiche per questi pazienti.
Modo di somministrazione
Chemioterapia citotossica standard
Il filgrastim può essere somministrato tramite iniezione sottocutanea quotidiana o, in alternativa, tramite infusione endovenosa quotidiana di 30 minuti. Per ulteriori informazioni riguardo alla diluizione con soluzione di glucosio 50 mg/ml (5%) prima dell’infusione, fare riferimento al paragrafo 6.6.Nella maggior parte dei casi è preferibile la via sottocutanea. Esistono evidenze ottenute da uno studio con somministrazione di dosi singole che l’uso endovenoso possa ridurre la durata dell’effetto. La rilevanza clinica di tale dato per la somministrazione di dosi multiple non è nota. La scelta della via di somministrazione deve essere basata sulle condizioni cliniche del singolo paziente. Negli studi clinici randomizzati sono state utilizzate dosi di 23 MU/m²/die (230 mcg/m²/die) o 0,4 – 0,84 MU/kg/die (4-8,4 mcg/kg/die) per via sottocutanea.
Pazienti sottoposti a terapia mieloablativa seguita da trapianto di midollo osseo
Il filgrastim viene somministrato in infusione endovenosa breve di 30 minuti, oppure in infusione sottocutanea o endovenosa continua di 24 ore, in entrambi i casi dopo diluizione in 20 ml di soluzione di glucosio 50 mg/ml (5%). Per ulteriori informazioni riguardo alla diluizione con soluzione di glucosio 50 mg/ml (5%) prima dell’infusione, fare riferimento al paragrafo 6.6.
Mobilizzazione delle PBPC
Iniezione sottocutanea.
Per la mobilizzazione delle PBPC nei pazienti sottoposti a terapia mielosoppressiva o mieloablativaseguita da trapianto di PBPC autologhe, la dose raccomandata di filgrastim può essere somministrata anche tramite infusione sottocutanea continua di 24 ore. Per le infusioni, il filgrastim deve essere diluito in 20 ml di soluzione di glucosio 50 mg/ml (5%). Per ulteriori informazioni riguardo alla diluizione con soluzione di glucosio 50 mg/ml (5%) prima dell’infusione, fare riferimento al paragrafo 6.6.
NCG/infezione da HIV
Iniezione sottocutanea.
04.3 Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
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04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso
Avvertenze speciali
Il filgrastim non deve essere utilizzato per aumentare la dose della chemioterapia citotossica oltre il regime posologico standard (vedere di seguito).
Il filgrastim non deve essere somministrato ai pazienti affetti da neutropenia congenita grave che sviluppano una leucemia o presentano evidenza di evoluzione leucemica.
Chemioterapia citotossica standard
Proliferazione di cellule maligne
Il G-CSF può favorire la proliferazione di cellule mieloidi in vitro ed effetti simili possono essere osservati su alcune cellule non mieloidi in vitro.
La sicurezza e l’efficacia della somministrazione di filgrastim ai pazienti con sindrome mielodisplastica o leucemia mieloide cronica non sono state stabilite. L’uso del filgrastim non è indicato in tali situazioni. Particolare attenzione deve essere posta nella diagnosi differenziale tra trasformazione blastica nella leucemia mieloide cronica e leucemia mieloide acuta.
A causa dei dati limitati sulla sicurezza ed efficacia, nei pazienti con LMA secondaria il filgrastim deve essere somministrato con cautela.
La sicurezza e l’efficacia della somministrazione del filgrastim nei pazienti di età < 55 anni con LMA de novo e citogenetica favorevole [t(8;21), t(15;17) e inv(16)] non sono state dimostrate.
Precauzioni particolari nei pazienti oncologici
Casi di splenomegalia e rottura della milza sono stati segnalati non comunemente dopo la somministrazione di filgrastim. Alcuni casi di rottura della milza sono stati fatali. I soggetti che ricevono filgrastim e che riferiscono dolore al quadrante addominale superiore sinistro e/o all’apice della spalla devono essere sottoposti ad accertamenti in merito all’ingrossamento o alla rottura della milza.
Leucocitosi
In meno del 5% dei pazienti trattati con filgrastim a dosi superiori a 0,3 MU/kg/die (3 pg/kg/die) è stata osservata una conta leucocitaria pari o superiore a 100 x 109/l. Non sono stati osservati effetti indesiderati direttamente attribuibili a un tale grado di leucocitosi. Tuttavia, in considerazione dei potenziali rischi associati a una leucocitosi grave, durante la terapia con filgrastim devono essere effettuati controlli a intervalli regolari della conta leucocitaria. Il trattamento con filgrastim deve essere interrotto immediatamente se la conta leucocitaria supera il valore di 50 x 109/l dopo il nadir atteso. Durante il periodo di somministrazione del filgrastim per la mobilizzazione delle PBPC, il trattamento deve essere interrotto o la dose deve essere ridotta se la conta leucocitaria supera 70 x 109/l.
Rischi associati alla chemioterapia ad alte dosi
Deve essere prestata particolare attenzione nel trattamento dei pazienti con chemioterapia ad alte dosi, perché una risposta tumorale più favorevole non è stata dimostrata e perché la somministrazione di chemioterapici ad alte dosi può aumentare gli effetti tossici, compresi gli effetti cardiaci, polmonari, neurologici e dermatologici (fare riferimento al Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto degli agenti chemioterapici utilizzati).
Il trattamento con solo filgrastim non impedisce la comparsa di trombocitopenia e anemia in seguito alla chemioterapia mielosoppressiva. A seguito della possibilità di ricevere dosi più alte di chemioterapia (ad es. dosi piene secondo lo schema posologico previsto), il paziente può essere esposto a un rischio maggiore di trombocitopenia e anemia. Si raccomandano pertanto controlli regolari della conta piastrinica e dell’ematocrito. Particolare attenzione deve essere prestata durante la somministrazione, sia in monoterapia sia in associazione, di agenti chemioterapici che notoriamente inducono trombocitopenia grave.
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È stato dimostrato che l’impiego delle PBPC mobilizzate con filgrastim riduce la gravità e la durata della trombocitopenia in seguito a chemioterapia mielosoppressiva o mieloablativa.
Altre precauzioni speciali
Non è stato studiato l’effetto del filgrastim nei pazienti con riduzione significativa dei progenitori mieloidi. Per aumentare la conta dei neutrofili, il filgrastim agisce principalmente sui precursori neutrofili. Pertanto, nei pazienti con numero ridotto di precursori (ad es., pazienti trattati con radioterapia o chemioterapia estensive o pazienti con infiltrazione tumorale del midollo osseo), la risposta dei neutrofili può essere ridotta.
Nei pazienti trattati con dosi elevate di chemioterapia seguita da trapianto sono stati osservati disturbi vascolari, comprendenti la malattia veno-occlusiva e disturbi del volume idrico.
Nei pazienti trattati con G-CSF dopo trapianto allogenico di midollo osseo sono stati descritti casi di malattia del trapianto verso l’ospite (GvHD) e decessi (vedere paragrafo 5.1).
L’aumento dell’attività emopoietica del midollo osseo in risposta alla terapia con fattore di crescita è stato associato a transitori referti anomali nelle scansioni ossee. Tale circostanza deve essere tenuta in considerazione quando si interpretano referti di immagini ossee.
Mobilizzazione delle PBPC
Non vi sono studi comparativi prospettici randomizzati riguardo ai due metodi di mobilizzazione raccomandati (solo filgrastim o filgrastim associato a chemioterapia mielosoppressiva) nella stessa popolazione di pazienti. Il grado di variabilità tra i singoli pazienti e tra i metodi di determinazione in laboratorio delle cellule CD34+ rende difficile il confronto diretto tra studi differenti. È pertanto difficile consigliare un metodo ottimale. La scelta del metodo di mobilizzazione deve tener conto degli obiettivi generali del trattamento in ogni singolo paziente.
Esposizione pregressa ad agenti citotossici
Nei pazienti estensivamente pretrattati con terapia mielosoppressiva, seguita dalla somministrazione di filgrastim per la mobilizzazione delle PBPC, è possibile che la mobilizzazione di PBPC non sia sufficiente a ottenere il numero minimo raccomandato di cellule (> 2,0 x 106 cellule CD34+/kg) o che l’accelerazione del recupero piastrinico sia meno marcata.
Alcuni agenti citotossici mostrano una tossicità particolare sulle cellule progenitrici emopoietiche e possono contrastarne la mobilizzazione. Sostanze quali melfalan, carmustina (BCNU) e carboplatino, se somministrati per un periodo prolungato prima della mobilizzazione di cellule progenitrici, possono ridurre il numero di cellule raccolte. Comunque, la somministrazione di melfalan, carboplatino o BCNU in associazione al filgrastim si è dimostrata efficace nella mobilizzazione delle cellule progenitrici. Qualora sia previsto un trapianto di PBPC, è opportuno programmare la mobilizzazione delle cellule staminali nella fase iniziale del trattamento previsto per il paziente. Occorre prestare particolare attenzione al numero di cellule progenitrici mobilizzate in tali pazienti prima della somministrazione della chemioterapia ad alte dosi. Se la raccolta cellulare è inadeguata secondo i criteri di valutazione precedentemente indicati, devono essere presi in considerazione trattamenti alternativi che non richiedano l’impiego di cellule progenitrici.
Valutazione della raccolta di cellule progenitrici
Nella valutazione quantitativa delle cellule progenitrici ottenute nei pazienti trattati con filgrastim deve essere prestata particolare attenzione al metodo di conta. I risultati della conta delle cellule CD34+ mediante citometria a flusso variano a seconda della metodologia utilizzata; pertanto, i numeri ricavati da studi condotti in altri laboratori devono essere interpretati con cautela.
L’analisi statistica del rapporto tra il numero di cellule CD34+ reinfuse e la velocità di recupero delle piastrine dopo chemioterapia ad alte dosi indica una relazione complessa, ma costante.
La raccomandazione di raccogliere un numero minimo > 2,0 x 106 di cellule CD34+ /kg si basa sulle esperienze pubblicate, che indicano che in tal modo il recupero ematologico è adeguato. Quantità
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superiori al numero minimo indicato appaiono correlate a un recupero più rapido, quantità inferiori a un recupero più lento.
Donatori sani prima del trapianto di PBPC allogeniche
La mobilizzazione delle PBPC non comporta un beneficio clinico diretto nei donatori sani e deve essere presa in considerazione soltanto con l’obiettivo di un trapianto di cellule staminali allogeniche.
La mobilizzazione delle PBPC deve essere presa in considerazione solo nei donatori che soddisfino i normali criteri di eleggibilità, clinici e di laboratorio, per la donazione di cellule staminali, prestando particolare attenzione ai parametri ematologici e alla presenza di malattie infettive.
La sicurezza e l’efficacia del filgrastim non sono state valutate in donatori sani di età < 16 anni o > 60 anni.
La trombocitopenia è stata segnalata molto comunemente nei pazienti che ricevono filgrastim. La conta piastrinica deve quindi essere monitorata strettamente.
Nel 35% dei soggetti studiati è stata riscontrata una trombocitopenia transitoria (piastrine < 100 x 109/l) dopo somministrazione di filgrastim e leucaferesi. Tra questi, sono stati descritti due casi con piastrine < 50 x 109/l attribuiti alla procedura di leucaferesi.
Se fosse richiesta più di una leucaferesi, i donatori con piastrine < 100 x 109/l prima della leucaferesi devono essere controllati con particolare attenzione; in generale, l’aferesi non deve essere effettuata se il numero di piastrine è < 75 x 109/l.
Non deve essere effettuata la leucaferesi nei donatori in terapia con anticoagulanti o che presentino alterazioni note dell’emostasi.
La somministrazione del filgrastim deve essere interrotta o il dosaggio deve essere ridotto se la conta leucocitaria raggiunge valori > 70 x 109/l.
I donatori che ricevono G-CSF per la mobilizzazione delle PBPC devono essere controllati fino alla normalizzazione dei parametri ematologici.
Dopo l’uso del G-CSF in donatori sani sono state osservate modificazioni citogeniche transitorie. Il significato di questi cambiamenti è sconosciuto.
Tuttavia, il rischio di sviluppo di un clone di cellule mieloidi maligne non può essere escluso. Si raccomanda che il centro di aferesi esegua una sistematica registrazione e un controllo dei donatori di cellule staminali per almeno 10 anni, per assicurare il monitoraggio della sicurezza a lungo termine.
In seguito a somministrazione di G-CSF, nei donatori sani e nei pazienti è stata comunemente osservata una splenomegalia generalmente asintomatica e, in casi molto rari, la rottura della milza. Alcuni casi di rottura della milza hanno avuto esito letale. Pertanto, il volume della milza deve essere controllato con attenzione (ad es. mediante esame fisico, ecografia). La diagnosi di rottura di milza deve essere presa in considerazione nei donatori e/o nei pazienti che presentino dolore al quadrante addominale superiore sinistro o alla scapola.
Nei donatori normali, la dispnea è stata segnalata comunemente e altri eventi avversi polmonari (emottisi, emorragia polmonare, infiltrati polmonari e ipossia) sono stati segnalati non comunemente. In caso di eventi avversi polmonari sospetti o accertati, deve essere considerata l’interruzione del trattamento con filgrastim e fornita l’assistenza medica necessaria.
Riceventi di PBPC allogeniche mobilizzate con filgrastim
I dati attuali indicano che le interazioni immunologiche tra le PBPC allogeniche e il ricevente possono essere associate a un aumento del rischio di GvHD acuta e cronica, in confronto al trapianto di midollo osseo.
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NCG
Emocromo
La trombocitopenia è stata segnalata comunemente nei pazienti che ricevono filgrastim. La conta piastrinica deve essere controllata frequentemente, in particolare durante le prime settimane della terapia con filgrastim. L’interruzione intermittente del trattamento o la riduzione della dose di filgrastim devono essere prese in considerazione nei pazienti che sviluppano trombocitopenia, ovvero con piastrine < 100.000/mm3 per un periodo prolungato.
Possono verificarsi altre alterazioni del quadro ematologico, tra cui anemia e incrementi transitori dei progenitori mieloidi, che richiedono un attento monitoraggio dell’emocromo.
Trasformazione in leucemia o in sindrome mielodisplastica
Particolare attenzione deve essere prestata alla diagnosi differenziale tra NCG e altre patologie ematologiche quali anemia aplastica, mielodisplasia e leucemia mieloide. Prima dell’inizio del trattamento devono essere effettuati un emocromo completo con conta differenziale e conta piastrinica, nonché una valutazione della morfologia del midollo osseo e un cariotipo.
In un numero esiguo (circa il 3%) di pazienti con NCG trattati con filgrastim in studi clinici sono state osservate sindromi mielodisplastiche (SMD) o leucemia. Tale evenienza è stata osservata solo nei pazienti con neutropenia congenita. Le SMD e le leucemie sono complicanze naturali della malattia e non sono da porsi con certezza in relazione al trattamento con filgrastim. In circa il 12% dei pazienti con citogenetica nella norma al basale sono state successivamente riscontrate anomalie, compresa la monosomia 7, nel corso di ripetute analisi di routine. Attualmente non è noto se il trattamento a lungo termine dei pazienti con NCG possa predisporre i pazienti ad anomalie citogenetiche, a SMD o a una trasformazione leucemica. In questi pazienti si raccomandano analisi morfologiche e citogenetiche del midollo osseo a intervalli regolari (approssimativamente ogni 12 mesi).
Altre precauzioni speciali
Le cause di neutropenia transitoria, come le infezioni virali, devono essere escluse.
Casi di splenomegalia sono stati segnalati molto comunemente e casi di rottura della milza sono stati segnalati comunemente dopo la somministrazione di filgrastim. I soggetti che ricevono filgrastim e che riferiscono dolore al quadrante addominale superiore sinistro e/o all’apice della spalla devono essere sottoposti ad accertamenti in merito all’ingrossamento o alla rottura della milza.
La splenomegalia è un effetto diretto del trattamento con filgrastim. Negli studi clinici è stata osservata una splenomegalia palpabile nel 31% dei pazienti. Gli incrementi di volume, misurati radiologicamente, sono stati riscontrati precocemente durante la terapia con filgrastim e hanno mostrato una tendenza alla stabilizzazione. È stato osservato che le riduzioni della dose hanno rallentato o arrestato la progressione della splenomegalia, e nel 3% dei pazienti è stata necessaria una splenectomia. Il volume della milza deve essere controllato regolarmente. La palpazione addominale è sufficiente per rilevare gli aumenti di volume anomali.
L’ematuria è stata comune e in un numero esiguo di pazienti si è verificata proteinuria. L’esame delle urine deve essere effettuato a intervalli regolari allo scopo di rilevare tali eventi.
La sicurezza e l’efficacia nei neonati e nei pazienti con neutropenia autoimmune non sono state dimostrate.
Infezione da HIV
Casi di splenomegalia sono stati segnalati comunemente dopo la somministrazione di filgrastim. I soggetti che ricevono filgrastim e che riferiscono dolore al quadrante addominale superiore sinistro e/o all’apice della spalla devono essere sottoposti ad accertamenti in merito all’ingrossamento o alla rottura della milza.
Emocromo
L’ANC deve essere controllata frequentemente, in particolare durante le prime settimane della terapia con filgrastim. Alcuni pazienti possono rispondere molto rapidamente e con un considerevole
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incremento della conta dei neutrofili alla dose iniziale di filgrastim. Si raccomanda di determinare quotidianamente l’ANC durante i primi 2 – 3 giorni di somministrazione del filgrastim. Successivamente, si consiglia di determinare l’ANC almeno due volte alla settimana durante le prime 2 settimane e, successivamente, una volta alla settimana o a settimane alterne durante la terapia di mantenimento. In caso di somministrazione intermittente di 30 MU/die (300 pg/die) di filgrastim si possono verificare ampie fluttuazioni nel tempo dell’ANC. Per determinare il valore minimo o nadir dell’ANC di un paziente, si raccomanda di prelevare i campioni di sangue destinati alla determinazione dell’ANC immediatamente prima della somministrazione prevista di filgrastim.
Rischi associati ad alte dosi di medicinali mielosoppressivi
Il trattamento con filgrastim non impedisce la comparsa di trombocitopenia e anemia in seguito a terapia mielosoppressiva. Poiché, con l’impiego del filgrastim, è possibile somministrare dosi maggiori o un numero maggiore di agenti mielosoppressivi, il paziente può andare incontro a un rischio aumentato di trombocitopenia o anemia. Si raccomanda un monitoraggio regolare dell’ematocrito (vedere sopra).
Infezioni e neoplasie maligne causa di mielosoppressione
Una neutropenia può essere dovuta all’infiltrazione midollare da infezioni opportunistiche, come Mycobacterium avium complex, o a neoplasie maligne, come i linfomi. Nei pazienti con infezioni o neoplasie maligne note infiltranti il midollo osseo occorre prendere in considerazione un adeguato trattamento della malattia di base in aggiunta alla somministrazione di filgrastim per il trattamento della neutropenia. Non sono stati definitivamente dimostrati gli effetti del filgrastim sulla neutropenia dovuta a infezioni o neoplasie maligne infiltranti il midollo osseo.
Altre precauzioni speciali
In seguito a somministrazione di G-CSF sono state descritte reazioni avverse a carico dei polmoni, in particolare polmonite interstiziale (vedere paragrafo 4.8). I pazienti con anamnesi recente di infiltrati polmonari o polmonite possono essere a maggior rischio. La comparsa di segni polmonari come tosse, febbre e dispnea in associazione a segni radiologici di infiltrati polmonari e deterioramento della funzionalità polmonare possono essere segni preliminari della sindrome da distress respiratorio dell’adulto (ARDS). In questi casi, la somministrazione del filgrastim deve essere interrotta e deve essere avviato un trattamento adeguato.
Il monitoraggio della densità ossea può essere indicato nei pazienti con osteoporosi sottostante sottoposti a terapia continua con filgrastim per più di 6 mesi.
Nei pazienti con anemia a cellule falciformi trattati con filgrastim sono state descritte crisi falciformi, in alcuni casi letali. Nei pazienti con anemia a cellule falciformi il medico deve usare cautela nella valutazione dell’utilizzo del filgrastim, che deve essere impiegato solo dopo un’attenta valutazione dei potenziali rischi e benefici.
La sindrome da perdita capillare è stata riportata dopo somministrazione di fattori stimolanti le colonie granulocitarie, ed è caratterizzata da ipotensione, ipoalbuminemia, edema ed emoconcentrazione. I pazienti che sviluppano sintomi della sindrome da perdita capillare devono essere strettamente monitorati e ricevere il trattamento sintomatico standard, che può comprendere la necessità di terapia intensiva (vedere paragrafo 4.8).
Il cappuccio dell’ago della siringa preriempita contiene gomma naturale secca (un derivato del lattice), che può causare reazioni allergiche.
Eccipienti
Zarzio contiene sorbitolo. I pazienti affetti dalla rara intolleranza ereditaria al fruttosio non devono utilizzare questo medicinale.
Allo scopo di migliorare la tracciabilità del fattore stimolante le colonie granulocitarie (G-CSFs) il nome commerciale del medicinale somministrato deve essere chiaramente registrato nella cartella clinica del paziente.
31
04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione
La sicurezza e l’efficacia del filgrastim somministrato lo stesso giorno della chemioterapia citotossica mielosoppressiva non sono state stabilite in modo definitivo. Dal momento che le cellule mieloidi in rapida divisione sono sensibili alla chemioterapia citotossica mielosoppressiva, l’uso del filgrastim non è consigliato nel periodo compreso tre le 24 ore precedenti e le 24 ore successive alla chemioterapia. Dati preliminari ottenuti in un piccolo numero di pazienti trattati congiuntamente con filgrastim e 5-fluorouracile indicano che la neutropenia può peggiorare.
Le possibili interazioni con altri fattori di crescita emopoietici e citochine non sono state ancora studiate nell’ambito di studi clinici.
Poiché il litio favorisce il rilascio dei granulociti neutrofili, è probabile che potenzi l’effetto del filgrastim. Sebbene questa interazione non sia stata studiata formalmente, non vi è evidenza che sia nociva.
04.6 Gravidanza e allattamento
I dati relativi all’uso di filgrastim in donne in gravidanza non esistono o sono in numero limitato. In letteratura sono descritti casi nei quali è stata dimostrata la diffusione placentare del filgrastim in donne in gravidanza. Gli studi condotti nel ratto e nel coniglio non hanno evidenziato un effetto teratogeno del filgrastim. Nel coniglio è stato osservato un aumento dell’incidenza della perdita di embrioni, ma non sono state osservate malformazioni.
In gravidanza, i possibili rischi per il feto legati all’uso del filgrastim devono essere valutati in rapporto al beneficio terapeutico atteso.
Allattamento
Non è noto se filgrastim/metaboliti siano escreti nel latte materno. L’uso di filgrastim non è raccomandato durante l’allattamento.
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
II filgrastim non altera o altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.
04.8 Effetti indesiderati
Riassunto del profilo di sicurezza
Negli studi clinici in pazienti oncologici, l’effetto indesiderato più frequente è stato il dolore muscoloscheletrico, lieve o moderato nel 10% dei pazienti e grave nel 3% dei pazienti.
È stata segnalata anche la malattia del trapianto verso l’ospite (GvHD) (vedere paragrafo c in basso).
Nella mobilizzazione delle PBPC in donatori normali, l’effetto indesiderato segnalato più comunemente è stato il dolore muscoloscheletrico. Nei donatori è stata osservata leucocitosi e anche trombocitopenia dopo filgrastim e leucaferesi. Inoltre, sono state segnalate splenomegalia e rottura di milza. Alcuni casi di rottura di milza sono stati fatali.
Nei pazienti con NCG, gli effetti indesiderati più frequenti attribuibili a filgrastim sono stati dolore osseo, dolore muscoloscheletrico generale e splenomegalia. Nei pazienti con neutropenia congenita trattati con filgrastim si sono sviluppate sindromi mielodisplastiche (MDS) o leucemia (vedere paragrafo 4.4).
32
La sindrome da perdita capillare, che può essere pericolosa per la vita, se il trattamento viene ritardato, è stata riportata non comune (> 1/1.000 a < 1/100) nei pazienti con tumore sottoposti a chemioterapia e nei donatori sani sottoposti a mobilizzazione delle PBPC in seguito alla somministrazione di fattori stimolanti le colonie granulocitarie; vedere di seguito e paragrafo 4.4.
Negli studi clinici in pazienti con HIV, gli unici effetti indesiderati costantemente considerati correlati alla somministrazione di filgrastim sono stati dolore muscoloscheletrico, dolore osseo e mialgia.
Riassunto tabellare delle reazioni avverse
I dati riportati nelle tabelle in basso descrivono le reazioni avverse riferite negli studi clinici e nelle segnalazioni spontanee. All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità. I dati sono presentati separatamente per i pazienti oncologici, la mobilizzazione di PBPC in donatori sani, i pazienti con NCG e i pazienti con HIV, in accordo ai diversi profili di reazioni avverse in queste popolazioni.
Tabella 1. Pazienti oncologici
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA | Reazioni avverse | ||||
Molto comune (> 1/10) | Comune (> 1/100, < 1/10) |
Non comune (> 1/1.000,
< 1/100) |
Raro (> 1/10.000, < 1/1.000) |
Molto raro (< 1/10.000) | |
Patologie del sistema emolinfopoietico |
Rottura di milzaa Splenomegalia®, e Crisi falcemicaa | ||||
Disturbi del
sistema immunitario |
Ipersensibilità a farmaci® | Malattia del trapianto verso l’ospiteb | |||
Disturbi del metabolismo e della nutrizione |
Aumento dell’acido urico nel sangue Aumento della lattato
deidrogenasi nel sangue Riduzione dell’appetito® |
Pseudogottaa | |||
Patologie del sistema nervoso | Cefalea® | ||||
Patologie vascolari |
Ipotensione | Malattia veno-occlusivad Disturbi del volume idrico Sindrome da perdita capillare® | |||
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche |
Dolore orofaringeoa Tosse® dispnea |
Emottisie |
Sindrome da distress
respiratorio acutoa Insufficienza respiratoriaa Edema polmonare® Pneumopatia |
33
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA | Reazioni avverse | ||||
Molto comune (> 1/10) | Comune (> 1/100, < 1/10) |
Non comune (> 1/1.000,
< 1/100) |
Raro (> 1/10.000, < 1/1.000) |
Molto raro (< 1/10.000) | |
interstizialea
Infiltrazione polmonare® Emorragia polmonare |
|||||
Patologie gastrointestinali |
Diarreaa
Vomito® Stitichezza® Nauseaa |
||||
Patologie epatobiliari |
Aumento della gammaglutamil transferasi Aumento della fosfatasi alcalina nel sangue | ||||
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo |
Eruzione
cutaneaa Alopeciaa |
Sindrome di Sweet Vasculite cutaneaa | |||
Patologie del sistema
muscoloscheletri co e del tessuto connettivo |
Dolore muscoloscheletri coc |
Peggioramento dell’artrite reumatoide |
|||
Patologie renali e urinarie | Disuria | Anomalia delle urine | |||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazion |
Asteniaa Affaticamento® Infiammazione della mucosaa | Dolore toracicoa | Dolorea |
bNei pazienti sottoposti a trapianto allogenico di midollo osseo sono stati descritti casi di GvHD e decessi (vedere paragrafo c)
cComprende dolore osseo, dorsalgia, artralgia, mialgia, dolore alle estremità, dolore muscoloscheletrico, dolore muscoloscheletrico toracico, cervicalgia
dSono stati osservati casi nell’esperienza post-marketing in pazienti sottoposti a trapianto di midollo
osseo o mobilizzazione delle PBPC
eSono stati osservati casi nell’ambito degli studi clinici
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Tabella 2. Reazioni avverse osservate negli studi clinici in donatori sani sottoposti a mobilizzazione delle PBPC
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA | Reazioni avverse | ||||
Molto comune (> 1/10) | Comune (> 1/100, < 1/10) |
Non comune (> 1/1.000,
< 1/100) |
Raro (> 1/10.000, < 1/1.000) |
Molto raro (< 1/10.000) | |
Patologie del sistema emolinfopoietico |
Trombocitopeniaa Leucocitosi® |
Splenomegaliaa | Rottura di milzaa | ||
Disturbi del
sistema immunitario |
Reazione anafilattica |
||||
Disturbi del metabolismo e della nutrizione |
Aumento della lattato
deidrogenasi nel sangue |
Iperuricemia (aumento dell’acido urico nel sangue) | |||
Patologie del sistema nervoso | Cefalea | ||||
Patologie vascolari |
Sindrome da perdita capillare* | ||||
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Dispnea |
Emorragia
polmonare Emottisi Infiltrazione polmonare Ipossia |
|||
Patologie epatobiliari |
Aumento della fosfatasi alcalina nel sangue |
Aumento
dell’aspartato aminotransferasi |
|||
Patologie del sistema
muscoloscheletri co e del tessuto connettivo |
Dolore muscoloscheletrico* |
Peggioramento dell’artrite reumatoide |
“Vedere di seguito
*Comprende dolore osseo, dorsalgia, artralgia, mialgia, dolore alle estremità, dolore muscoloscheletrico, dolore muscoloscheletrico toracico, cervicalgia
35
Tabella 3. Reazioni avverse osservate negli studi clinici in pazienti NCG
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA | Reazioni avverse | ||||
Molto comune (> 1/10) | Comune (> 1/100, < 1/10) | Non comune (> 1/1.000, < 1/100) |
Raro (> 1/10.000, < 1/1.000) |
Molto raro (< 1/10.000) | |
Patologie del sistema emolinfopoietico |
Splenomegaliaa Anemia |
Rottura di milzaa T rombocitopeniaa | |||
Disturbi del metabolismo e della nutrizione |
Iperuricemia Riduzione della glicemia Aumento della lattato deidrogenasi nel sangue |
||||
Patologie del sistema nervoso | Cefalea | ||||
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Epistassi | V | |||
Patologie gastrointestinali |
Diarrea | ||||
Patologie epatobiliari |
Epatomegalia Aumento della fosfatasi alcalina nel sangue | ||||
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Eruzione cutanea | Vasculite cutanea Alopecia | |||
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo |
Dolore muscoloscheletrico* ^^algia |
Osteoporosi | |||
Patologie renali e urinarie | Ematuria | Proteinuria | |||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Reazione della sede di iniezione |
“Vedere di seguito
*Comprende dolore osseo, dorsalgia, artralgia, mialgia, dolore alle estremità, dolore muscoloscheletrico, dolore muscoloscheletrico toracico, cervicalgia
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Tabella 4. Reazioni avverse osservate negli studi clinici in pazienti HIV
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA | Reazioni avverse | ||||
Molto comune (> 1/10) | Comune (> 1/100, < 1/10) | Non comune (> 1/1.000, < 1/100) |
Raro (> 1/10.000, < 1/1.000) |
Molto raro (< 1/10.000) | |
Patologie del sistema emolinfopoietico |
Splenomegaliaa | ||||
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo |
Dolore muscoloscheletrico* |
“Vedere di seguito
*Comprende dolore osseo, dorsalgia, artralgia, mialgia, dolore alle estremità, dolore muscoloscheletrico, dolore muscoloscheletrico toracico, cervicalgia
Descrizione di reazioni avverse selezionate
Nei pazienti trattati con G-CSF dopo trapianto allogenico di midollo osseo sono stati descritti casi di GvHD) e decessi (vedere paragrafo 4.4 e 5.1).
Casi di sindrome da perdita capillare sono stati segnalati in fase post-marketing, con l’utilizzo di fattori stimolanti le colonie granulocitarie.Questi sono generalmente accaduti in pazienti con malattie maligne avanzate, sepsi, che stanno assumendo più farmaci chemioterapici o sottoposti ad aferesi (vedere paragrafo 4.4).
Pazienti oncolosici
Negli studi clinici randomizzati, controllati verso placebo, filgrastim non ha aumentato l’incidenza degli effetti indesiderati associati alla chemioterapia citotossica. In questi studi clinici, gli effetti indesiderati segnalati con uguale frequenza nei pazienti trattati con filgrastim/chemioterapia e placebo/chemioterapia comprendevano nausea e vomito, alopecia, diarrea, affaticamento, anoressia (riduzione dell’appetito), infiammazione della mucosa, cefalea, tosse, eruzione cutanea, dolore toracico, astenia, dolore faringolaringeo (dolore orofaringeo), stitichezza e dolore.
Nell’esperienza post-marketing, nei pazienti trattati con filgrastim è stata segnalata vasculite cutanea. Sulla base dei dati degli studi clinici, la frequenza stimata è non comune.
Sono stati segnalati casi di sindrome di Sweet (dermatosi febbrile acuta) nell’esperienza postmarketing. Sulla base dei dati degli studi clinici, la frequenza stimata è non comune.
Negli studi clinici e nell’esperienza post-marketing, in alcuni casi sono stati descritti effetti avversi polmonari comprendenti pneumopatia interstiziale, edema polmonare e infiltrazione polmonare, talvolta con esito di insufficienza respiratoria o sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), che possono essere fatali (vedere paragrafo 4.4).
Casi di splenomegalia e rottura della milza sono stati segnalati non comunemente dopo la somministrazione di filgrastim. Alcuni casi di rottura della milza sono stati fatali (vedere paragrafo 4.4).
Negli studi clinici e nell’esperienza post-marketing sono state segnalate reazioni tipo ipersensibilità comprendenti anafilassi, eruzione cutanea, orticaria, angioedema, dispnea e ipotensione durante il trattamento iniziale o successivo. In generale, le segnalazioni sono state più comuni dopo somministrazione endovenosa. In alcuni casi, i sintomi si sono ripresentati in occasione dell’impiego
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successivo: ciò è indicativo di una relazione causale. Nei pazienti che manifestano una grave reazione allergica, il trattamento con filgrastim deve essere definitivamente interrotto.
Nell’esperienza post-marketing, nei pazienti con anemia a cellule falciformi sono stati descritti casi isolati di crisi a cellule falciformi (vedere paragrafo 4.4). Sulla base dei dati degli studi clinici, la frequenza stimata è non comune.
Nei pazienti oncologici trattati con filgrastim è stata osservata pseudogotta. Sulla base dei dati degli studi clinici, la frequenza stimata è non comune.
Mobilizzazione delle PBPC nei donatori normali
Dopo la somministrazione di filgrastim, nei donatori sani e nei pazienti sono stati osservati casi comuni, ma generalmente asintomatici di splenomegalia e casi non comuni di rottura della milza. Alcuni casi di rottura della milza sono stati fatali (vedere paragrafo 4.4).
Sono stati segnalati eventi avversi polmonari (emottisi, emorragia polmonare, infiltrazione polmonare, dispnea e ipossia) (vedere paragrafo 4.4).
Non comunemente è stata osservata un’esacerbazione dei sintomi artritici.
Nel 41% dei donatori è stata riscontrata leucocitosi (leucociti > 50 x 109/l) e una trombocitopenia transitoria (piastrine < 100 x 109/l) dopo somministrazione di filgrastim e leucaferesi è stata osservata nel 35% dei donatori.
Nei pazienti con NCG
Gli effetti indesiderati osservati comprendono splenomegalia, che può essere progressiva in una minoranza dei casi, rottura della milza e trombocitopenia (vedere paragrafo 4.4).
Gli effetti indesiderati eventualmente correlati alla terapia con filgrastim e presenti generalmente in < 2% dei pazienti con NCG sono state reazioni nella sede di iniezione, cefalea, epatomegalia, artralgia, alopecia, osteoporosi ed eruzione cutanea.
Durante l’uso a lungo termine è stata segnalata vasculite cutanea nel 2% dei pazienti con NCG.
Nei ppazienti con HIV
atrica
La splenomegalia è stata giudicata correlata alla terapia con filgrastim in < 3% dei pazienti. In tutti i casi, la splenomegalia è stata lieve o moderata all’esame fisico e il decorso clinico è stato benigno; nessun paziente ha avuto diagnosi di ipersplenismo e nessun paziente è stato sottoposto a splenectomia. La relazione con il trattamento con filgrastim non è nota, in quanto la splenomegalia è comune nei pazienti con infezione da HIV ed è presente a vari livelli nella maggior parte dei pazienti con AIDS.
Popolazione pediatri
I dati ottenuti negli studi clinici con pazienti pediatrici indicano che la sicurezza e l’efficacia di filgrastim sono simili negli adulti e nei bambini sottoposti a chemioterapia citotossica: ciò depone per l’assenza di differenze correlate all’età nella farmacocinetica di filgrastim. L’unico evento avverso segnalato costantemente è stato il dolore muscoloscheletrico, non diverso da quanto osservato nella popolazione adulta.
Non vi sono dati sufficienti per valutare ulteriormente l’uso di filgrastim in soggetti pediatrici.
Altre popolazioni particolari
Uso geriatrico
Non sono state osservate differenze complessive di sicurezza o efficacia nei soggetti di età superiore a 65 anni in confronto ai soggetti adulti più giovani (> 18 anni d’età) sottoposti a chemioterapia citotossica e nell’esperienza clinica non sono state riscontrate differenze della risposta nei pazienti adulti anziani e più giovani. Non vi sono dati sufficienti per valutare l’uso di filgrastim in soggetti geriatrici per altre indicazioni approvate di filgrastim.
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Pazienti pediatrici con NCG
Casi di ridotta densità ossea e osteoporosi sono stati segnalati in pazienti pediatrici con grave neutropenia cronica sottoposti a trattamento cronico con filgrastim. Sulla base dei dati degli studi clinici, la frequenza stimata è “comune”.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’Allegato V.
04.9 Sovradosaggio
Gli effetti di un sovradosaggio del filgrastim non sono stati dimostrati. Con l’interruzione della terapia con filgrastim si ottiene generalmente una riduzione del 50% dei neutrofili circolanti entro 1 o 2 giorni, con ritorno ai livelli normali entro 1-7 giorni.
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: fattori stimolanti le colonie, codice ATC: L03AA02
Il G-CSF umano è una glicoproteina che regola la produzione e il rilascio dal midollo osseo di granulociti neutrofili funzionali. Zarzio, che contiene r-metHuG-CSF (filgrastim), induce entro 24 ore un aumento marcato della conta dei neutrofili nel sangue periferico e un incremento meno marcato dei monociti. In alcuni pazienti affetti da NCG, il filgrastim può indurre anche un lieve aumento del numero di eosinofili e basofili circolanti rispetto ai valori basali; alcuni di questi pazienti possono presentare eosinofilia o basofilia già prima del trattamento. Alle dosi raccomandate, l’aumento del numero di neutrofili è dose-dipendente. Come dimostrato nelle analisi condotte, i neutrofili prodotti inrisposta al filgrastim mostrano proprietà chemiotattiche e fagocitarie normali o aumentate. Al termine del trattamento con filgrastim, il numero di neutrofili circolanti diminuisce approssimativamente del 50% entro 1-2 giorni e raggiunge livelli normali entro 1-7 giorni. Come è stato osservato con altri fattori di crescita emopoietici, anche il G-CSF mostra in vitro un effetto stimolante sulle cellule endoteliali umane, dotate di recettori specifici per il G-CSF. Quindi, è stato dimostrato che il G-CSF è un induttore delle funzioni delle cellule endoteliali correlate all’angiogenesi. Inoltre, il G-CSF aumenta la migrazione dei neutrofili attraverso l’endotelio vascolare.
L’utilizzo del filgrastim nei pazienti sottoposti a chemioterapia citotossica riduce in misura significativa l’incidenza, la gravità e la durata della neutropenia e della neutropenia febbrile. Il trattamento con filgrastim riduce in misura significativa la durata della neutropenia febbrile, l’uso di antibiotici e l’ospedalizzazione dopo chemioterapia di induzione nella leucemia mieloide acuta o terapia mieloablativa seguita da trapianto di midollo osseo. In entrambi i casi, l’incidenza della febbre e delle infezioni documentate non è stata ridotta. La durata della febbre non è stata ridotta nei pazienti sottoposti a terapia mieloablativa seguita da trapianto di midollo osseo.
L’impiego del filgrastim in monoterapia o dopo chemioterapia mobilizza le cellule progenitrici emopoietiche nel sangue periferico. Tali PBPC autologhe possono essere prelevate e reinfuse dopo chemioterapia citotossica ad alte dosi, in alternativa o in aggiunta al trapianto di midollo osseo. L’infusione di PBPC accelera il recupero emopoietico e riduce quindi la durata del rischio di complicanze emorragiche e la necessità di trasfusioni di trombociti.
Uno studio europeo retrospettivo, nel quale è stato analizzato l’uso del G-CSF dopo trapianto allogenico di midollo osseo in pazienti con leucemie acute, ha indicato un aumento del rischio di GvHD, mortalità correlata al trattamento (TRM) e mortalità in seguito a somministrazione di G-CSF. In un altro studio retrospettivo internazionale, condotto con pazienti con leucemie mieloidi acute e croniche, non è stato osservato alcun effetto sul rischio di GvHD, TRM e mortalità. In una meta-analisi di studi sul trapianto allogenico, comprendente i risultati di nove studi prospettici randomizzati, 8 studi retrospettivi e 1 studio caso-controllo, non sono stati osservati effetti sul rischio di GvHD acuta, GvHD cronica o mortalità precoce correlata al trattamento.
Rischio relativo (IC 95%) di GvHD e TRMin seguito a trattamento con G-CSF dopo trapianto di midollo osseo | |||||
Pubblicazione | Periodo distudio | N | GvHD acuta di grado II – IV | GvHD cronica | TRM |
Meta-analisi (2003) | 1986-2001a | 1198 | 1,08 (0,87, 1,33) | 1,02 (0,82, 1,26) | 0,70 (0,38, 1,31) |
Studio retrospettivo europeo (2004) | 1992-2002b | 1789 | 1,33 (1,08, 1,64) | 1,29 (1,02, 1,61) | 1,73 (1,30, 2,32) |
Studio retrospettivo internazionale (2006) | 1995-2000b | 2110 | 1,11 (0,86, 1,42) | 1,10 (0,86, 1,39) | 1,26 (0,95, 1,67) |
a L’analisi comprende gli studi riguardanti il trapianto di MO nel periodo in questione; in alcuni studi è stato utilizzato il GM-CSF
b L’analisi comprende i pazienti sottoposti a trapianto di MO nel periodo in questione
Uso del filgrastim per la mobilizzazione delle PBPC in donatori sani prima del trapianto allogenico di PBPC
Nei donatori sani, una dose di 1 MU/kg/die (10 mcg/kg/die) somministrata per via sottocutanea per 4 – 5 giorni consecutivi consente di ottenere un recupero di > 4 x 106cellule CD34/kg p.c. del ricevente dopo due leucaferesi nella maggior parte dei donatori.
I riceventi di PBPC allogeniche mobilizzate con filgrastim hanno mostrato un recupero ematologico significativamente più rapido in confronto ai pazienti trattati con trapianto allogenico di midollo osseo, con conseguente riduzione significativa del tempo di recupero naturale dei trombociti.
L’utilizzo del filgrastim nei pazienti pediatrici o adulti con NCG (neutropenia congenita grave, neutropenia ciclica e neutropenia idiopatica) induce un incremento prolungato dell’ANC nel sangue periferico e una riduzione degli episodi infettivi e degli eventi correlati.
L’utilizzo del filgrastim nei pazienti con infezione da HIV mantiene la conta dei neutrofili ai livelli normali e consente così di somministrare i farmaci antivirali e/o mielosoppressivi secondo le modalitàpreviste. Non esistono evidenze che la replicazione dell’HIV sia aumentata nei pazienti con infezione da HIV trattati con filgrastim.
05.2 Proprietà farmacocinetiche
Gli studi randomizzati, in doppio cieco, a dosi singole e multiple, in crossover, condotti su
204 volontari sani, hanno dimostrato che il profilo farmacocinetico di Zarzio era paragonabile a quello
del preparato di riferimento dopo somministrazione sottocutanea ed endovenosa.
Assorbimento
Una singola dose sottocutanea di 0,5 MU/kg (5 pg/kg) ha indotto concentrazioni massime nel siero dopo un trnax di 4,5 ± 0,9 ore (media ± DS).
Distribuzione
Il volume di distribuzione nel sangue è approssimativamente di 150 ml/kg. Dopo somministrazione sottocutanea delle dosi raccomandate, le concentrazioni sieriche si sono mantenute a valori superiori a
40
10 ng/ml per 8 – 16 ore. Esiste una correlazione lineare positiva tra la dose e la concentrazione sierica di filgrastim, sia dopo somministrazione endovenosa, sia dopo somministrazione sottocutanea.
Eliminazione
L’emivita di eliminazione sierica mediana (t1/2) del filgrastim dopo dosi sottocutanee singole è stata compresa tra 2,7 ore (1,0 MU/kg, 10 pg/kg) e 5,7 ore (0,25 MU/kg, 2,5 pg/kg) ed è aumentata, dopo 7 giorni di somministrazione, fino a 8,5 – 14 ore, rispettivamente.
L’infusione continua di filgrastim per un periodo massimo di 28 giorni in pazienti recentemente sottoposti a trapianto di midollo osseo autologo non ha evidenziato alcun accumulo del medicinale; le emivite di eliminazione sono state paragonabili.
05.3 Dati preclinici di sicurezza
Non vi sono dati preclinici di rilievo per il medico prescrivente oltre a quelli già descritti in altri paragrafi del Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto.
INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
Acido glutammico Sorbitolo (E420)
Polisorbato 80
Acqua per preparazioni iniettabili
06.2 Incompatibilità
Zarzio non deve essere diluito con soluzione di cloruro di sodio.
Questo medicinale non deve essere miscelato con altri medicinali ad eccezione di quelli menzionati nel paragrafo 6.6.
Il filgrastim diluito può essere assorbito dal vetro e dai materiali plastici, a meno che non sia diluito con soluzione di glucosio 50 mg/ml (5%) (vedere paragrafo 6.6).
06.3 Periodo di validità
36 mesi.
Dopo diluizione: la stabilità chimica e fisica in use della soluzione per infusione diluita é stata dimostrata per 24 ore a temperatura compresa tra 2°C – 8°C. Dal punto di vista microbiologico, il prodotto deve essere usato immediatamente. Se il medicinale non viene usato immediatamente, l’utente è responsabile della durata e delle condizioni di conservazione prima dell’uso; il medicinale può essere conservato per un massimo di 24 ore a temperatura compresa tra 2°C – 8°C, a meno che la diluizione non sia stata effettuata in condizioni asettiche controllate e validate.
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
Conservare in frigorifero (2°C – 8°C).
Tenere la siringa preriempita nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.
Entro il suo periodo di validità e per l’impiego ambulatoriale, il paziente può rimuovere il prodotto dal frigorifero e conservarlo a temperatura ambiente (non al di sopra di 25°C) per una sola volta e fino a 72 ore. Al termine di questo periodo, il prodotto non deve essere rimesso in frigorifero e deve essere eliminato.
41
Per le condizioni di conservazione del medicinale diluito, vedere paragrafo 6.3.
06.5 Natura e contenuto della confezione
Siringa preriempita (vetro di tipo I) con ago per iniezione (acciaio inossidabile), con o senza dispositivo di sicurezza per l’ago, contenente 0,5 ml di soluzione. Il cappuccio dell’ago della siringa preriempita contiene gomma naturale secca (un derivato del lattice). Vedere paragrafo 4.4.
Confezioni da 1, 3, 5 or 10 siringhe preriempite.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione
La soluzione deve essere ispezionata a vista prima dell’uso. Devono essere utilizzate solo le soluzione limpide e prive di particelle.
L’esposizione accidentale a temperatura di congelatore non ha effetti negativi sulla stabilità di filgrastim.
Zarzio non contiene conservanti. A causa del rischio di contaminazione batterica, le siringhe di Zarzio sono esclusivamente monouso.
Diluizione prima della somministrazione (facoltativa)
Se necessario, Zarzio può essere diluito in soluzione di glucosio 50 mg/ml (5%).
Si sconsiglia la diluizione a concentrazioni finali < 0,2 MU/ml (2 pg/ml).
Nei pazienti trattati con filgrastim diluito a concentrazioni < 1,5 MU/ml (15 pg/ml) deve essere aggiunta albumina sierica umana (HSA) a una concentrazione finale di 2 mg/ml.
Esempio: per un volume finale di 20 ml, le dosi totali di filgrastim inferiori a 30 MU (300 pg) devono essere addizionate di 0,2 ml di soluzione di albumina sierica umana Ph. Eur 200 mg/ml (20%).
Diluito con soluzione di glucosio 50 mg/ml (5%), il filgrastim è compatibile con il vetro e con diversi materiali plastici quali polivinilcloruro, poliolefina (un copolimero di polipropilene e polietilene) e polipropilene.
Uso della siringa preriempita con dispositivo di sicurezza per l’ago
Il dispositivo di sicurezza per l’ago ricopre l’ago dopo l’iniezione e impedisce all’operatore di ferirsi. Il dispositivo non interferisce con l’uso normale della siringa. Premere lentamente e in maniera uniforme sullo stantuffo fino al rilascio dell’intera dose e fino a quando lo stantuffo non può essere premuto ulteriormente. Allontanare la siringa dal paziente continuando a premere sullo stantuffo. Il dispositivo di sicurezza ricopre l’ago non appena lo stantuffo viene rilasciato.
Uso della siringa preriempita senza dispositivo di sicurezza per l’ago
Somministrare la dose secondo la procedura standard.
Smaltimento
Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio
Sandoz GmbH
42
Biochemiestrasse 10 A-6250 Kundl Austria
08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio
EU/1/08/496/005
EU/1/08/496/006
EU/1/08/496/007
EU/1/08/496/008
EU/1/08/496/013
EU/1/08/496/014
EU/1/08/496/015
EU/1/08/496/016
“48 MU(96MU/ML) SOLUZIONE INIETTABILE O PER INFUSIONE-USO SOTTOCUTANEO O ENDOVENOSO-SIRINGA PRERIEMPITA (VETRO) 0,5 ML” 1 SIRINGA PRERIEMPITA AIC 039125051
“48 MU(96MU/ML) SOLUZIONE INIETTABILE O PER INFUSIONE-USO SOTTOCUTANEO O ENDOVENOSO-SIRINGA PRERIEMPITA (VETRO) 0,5 ML” 10 SIRINGHE PRERIEMPITE AIC 039125087
“48 MU(96MU/ML) SOLUZIONE INIETTABILE O PER INFUSIONE-USO SOTTOCUTANEO O ENDOVENOSO-SIRINGA PRERIEMPITA (VETRO) 0,5 ML” 3 SIRINGHE PRERIEMPITE AIC 039125063
“48 MU(96MU/ML) SOLUZIONE INIETTABILE O PER INFUSIONE-USO SOTTOCUTANEO O ENDOVENOSO-SIRINGA PRERIEMPITA (VETRO) 0,5 ML” 5 SIRINGHE PRERIEMPITE AIC 039125075
09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione
Data della prima autorizzazione: 06 febbraio 2009 Data del rinnovo più recente: 13 novembre 2013
10.0 Data di revisione del testo
01/04/2015