Quentiax: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Quentiax

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Quentiax: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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Quentiax 25 mg compresse rivestite con film
Quentiax 100 mg compresse rivestite con film
Quentiax 150 mg compresse rivestite con film
Quentiax 200 mg compresse rivestite con film
Quentiax 300 mg compresse rivestite con film

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Ogni compressa rivestita con film contiene 25 mg, 100 mg, 150 mg, 200 mg o 300 mg di quetiapina (come quetiapina emifumarato).

Eccipiente(i) con effetto noto:

25 mg 100 mg 150 mg 200 mg 300 mg
Lattosio 4,28 mg 17,10 mg 25,65 mg 34,20 mg 51,30 mg
Sodio < 23 mg < 23 mg < 23 mg < 23 mg < 23 mg

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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Compressa rivestita con film.

Le compresse da 25 mg sono rotonde, di colore rosso pallido rivestite con film con bordo smussato.

Le compresse da 100 mg sono rotonde, di colore marrone/giallo rivestite con film.

Le compresse da 150 mg sono rotonde, di colore bianco rivestite con film con bordo smussato.

Le compresse da 200 mg sono rotonde, di colore bianco rivestite con film. Le compresse da 300 mg sono oblunghe, di colore bianco rivestite con film.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Quentiax è indicato per:

trattamento della schizofrenia.

trattamento del disturbo bipolare:

per il trattamento di episodi di mania da moderati a gravi nel disturbo bipolare

per il trattamento di episodi depressivi maggiori nel disturbo bipolare

per la prevenzione delle ricadute di episodi di mania o depressivi in

pazienti con disturbo bipolare, in pazienti che hanno precedentemente risposto al trattamento con quetiapina.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Posologia

Esistono diversi schemi di dosaggio per ciascuna indicazione. Occorre quindi garantire che i pazienti ricevano informazioni chiare sul dosaggio appropriato per la loro condizione.

Adulti:

Per il trattamento della schizofrenia

Per il trattamento della schizofrenia Quentiax deve essere somministrato due volte al giorno. La dose giornaliera totale per i primi quattro giorni di terapia è 50 mg (giorno 1), 100 mg (giorno 2), 200 mg (giorno 3) e 300 mg (giorno 4).

Dal giorno 4 in poi la dose deve essere titolata alla dose efficace usuale di 300 fino a 450 mg/giorno. A seconda della risposta clinica e della tollerabilità individuale del paziente, la dose può essere aggiustata entro un range da 150 a 750 mg/giorno.

Per il trattamento di episodi di mania da moderati a gravi associati a disturbo bipolare

Per il trattamento di episodi maniacali associati al disturbo bipolare Quentiax deve essere somministrato due volte al giorno. Il dosaggio totale giornaliero per i primi quattro giorni di terapia è di 100 mg (giorno 1), 200 mg (giorno 2), 300 mg (giorno 3) e 400 mg (giorno 4).

Ulteriori adattamenti del dosaggio, aumentato fino ad un massimo di 800 mg/giorno, dal giorno 6 devono essere al massimo incrementi non maggiori di 200 mg al giorno. La dose può essere aggiustata a seconda della risposta clinica e della tollerabilità al farmaco del singolo paziente, entro un range di 200 – 800 mg/giorno. La dose efficace usuale è compresa nel range 400 – 800 mg/giorno.

Per il trattamento di episodi depressivi maggiori nel disturbo bipolare Quentiax deve essere somministrato una volta al giorno, alla sera prima di coricarsi. La dose giornaliera totale per i primi quattro giorni di terapia è di 50 mg (giorno 1), 100 mg (giorno 2), 200 mg (giorno 3) e 300 mg (giorno 4). La dose giornaliera raccomandata è di 300 mg. Negli studi clinici, non è stato osservato alcun beneficio aggiuntivo nel gruppo dei 600 mg rispetto al gruppo dei 300 mg (vedere paragrafo 5.1).

Singoli pazienti possono trarre beneficio da una dose di 600 mg. Dosi iniziali maggiori di 300 mg devono essere prescritte da un medico esperto nel disturbo bipolare.

In singoli pazienti, nel caso si manifestassero problemi di tollerabilità, studi clinici hanno indicato che può essere considerata una riduzione della dose a un minimo di 200 mg.

Per la prevenzione delle ricadute nel disturbo bipolare

Per prevenire ricadute di episodi di mania, misti o depressivi nel disturbo bipolare, i pazienti che hanno risposto alla quetiapina per il trattamento acuto

del disturbo bipolare devono continuare la terapia alla stessa dose. La dose può essere aggiustata in base alla risposta clinica e alla tollerabilità al farmaco del singolo paziente, entro un range da 300 a 800 mg/die somministrata due volte al giorno.

È importante che venga utilizzata la dose efficace più bassa per la terapia di mantenimento.

Anziani

Come altri antipsicotici, Quentiax deve essere usato con cautela negli anziani, specialmente durante il periodo iniziale di dosaggio. A seconda della risposta clinica e della tollerabilità individuale del paziente il periodo di titolazione può essere più lungo e la dose giornaliera può essere più bassa rispetto ai pazienti più giovani. L’eliminazione plasmatica media della quetiapina si riduce del 30- 50% nei soggetti anziani in confronto ai pazienti più giovani.

Non sono state valutate efficacia e sicurezza in pazienti di età superiore ai 65 anni con episodi depressivi nel contesto del disordine bipolare.

Popolazione pediatrica

Non è raccomandato l’uso di Quentiax in bambini e adolescenti di età inferiore ai 18 anni, a causa della mancanza di dati che ne supportino l’utilizzo in questa fascia di età. Gli elementi di prova disponibili dagli studi clinici controllati con placebo sono riportati nei paragrafi 4.4, 4.8, 5.1, e 5.2.

Insufficienza renale

Non è necessario un aggiustamento della dose nei pazienti con insufficienza renale.

Insufficienza epatica

La quetiapina viene ampiamente metabolizzata dal fegato. Perciò Quentiax deve essere utilizzata con cautela in pazienti con insufficienza epatica nota, soprattutto all’inizio del periodo di dosaggio.

I pazienti con insufficienza epatica devono iniziare con 25 mg/giorno. La dose può essere aumentata con incrementi giornalieri di 25 – 50 mg/giorno fino ad una dose efficace, subordinata alla risposta clinica e alla tollerabilità del singolo paziente.

Modo di somministrazione

Quentiax può essere somministrato indipendentemente dai pasti

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

È controindicata la somministrazione concomitante di inibitori del citocromo P450 3A4, come gli inibitori dell’HIV-proteasi, agenti antifungini azolici, eritromicina, claritromicina e nefazodone. (Vedere anche paragrafo 4.5).

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Poiché Quentiax ha numerose indicazioni, il profilo di sicurezza del prodotto deve essere considerato rispetto alla diagnosi del paziente e alla dose da somministrare.

Popolazione pediatrica:

La quetiapina non è raccomandata nei bambini e negli adolescenti al di sotto dei 18 anni di età, a causa della mancanza di dati che supportano l’uso in questo gruppo di età. Gli studi clinici con quetiapina hanno dimostrato che in aggiunta al profilo di sicurezza noto identificato negli adulti (vedere paragrafo 4.8), alcuni eventi avversi si sono verificati a frequenza maggiore nei bambini e negli adolescenti rispetto agli adulti (aumento dell’appetito, aumento della prolattina sierica, vomito, rinite e sincope), o potrebbero avere differenti implicazioni per bambini e adolescenti (sintomi extrapiramidali e irritabilità) ed è stato identificato un evento avverso precedentemente non osservato negli studi sugli adulti (aumento della pressione sanguigna). Nei bambini e negli adolescenti sono state inoltre osservate alterazioni della funzione tiroidea.

Inoltre, le implicazioni di sicurezza a lungo termine del trattamento con quetiapina sulla crescita e sulla maturità non sono state studiate oltre le 26 settimane. Le implicazioni a lungo termine per lo sviluppo cognitivo e comportamentale non sono note.

In studi clinici controllati con placebo in bambini e adolescenti, la quetiapina è stata associata ad un aumento dell’incidenza di sintomi extrapiramidali (EPS) rispetto al placebo in pazienti trattati per la schizofrenia, mania bipolare e depressione bipolare (vedere paragrafo 4.8).

Suicidio/ideazione suicidaria o peggioramento clinico:

La depressione nel disturbo bipolare è associata ad un aumento del rischio di ideazione suicidaria, comportamenti autolesivi e suicidio (eventi correlati al suicidio). Il rischio persiste fintanto che avviene una remissione significativa. Il miglioramento può non avvenire durante le prime settimane di trattamento o successive, i pazienti devono essere strettamente monitorati fintanto che tale miglioramento avvenga.

È esperienza clinica generale che il rischio di suicidio può aumentare durante le fasi precoci di remissione.

Inoltre, il medico deve considerare il potenziale rischio di eventi correlati al suicidio a seguito dell’interruzione brusca del trattamento con quetiapina, in conseguenza ai noti fattori di rischio della patologia in trattamento.

Altre condizioni psichiatriche per le quali viene prescritta la quetiapina possono anche essere associate ad un aumento del rischio di eventi correlati al suicidio. Inoltre queste condizioni possono avere morbilità concomitante con episodi depressivi maggiori. Pertanto quando si trattano pazienti con altri disturbi psichiatrici devono essere osservate le stesse precauzioni osservate quando si trattano pazienti affetti da disturbi depressivi maggiori.

È noto che i pazienti con anamnesi di eventi correlati al suicidio, o quelli che mostrano un grado significativo di ideazione suicidaria prima dell’inizio del trattamento sono a rischio maggiore di pensieri suicidari o di tentativi di suicidio, e devono essere sottoposti ad un attento monitoraggio durante il trattamento. Una meta-analisi di studi clinici controllati con placebo su farmaci

antidepressivi in pazienti adulti con disturbi psichiatrici ha mostrato un aumento del rischio di comportamento suicidario con gli antidepressivi rispetto al placebo in pazienti con meno di 25 anni.

La terapia farmacologica deve essere accompagnata da una stretta supervisione dei pazienti, in particolare quelli a rischio elevato, soprattutto all’inizio del trattamento e in seguito al cambio di dose. I pazienti (e chi si prende cura di loro) devono essere avvertiti della necessità di monitorare qualsiasi peggioramento clinico, comportamento o pensieri suicidari e cambiamenti insoliti nel comportamento e cercare immediatamente assistenza medica qualora si presentino questi sintomi.

In studi clinici a breve termine controllati con placebo in pazienti con episodi depressivi maggiori nel disturbo bipolare, è stato osservato un aumento del rischio degli eventi correlati al suicidio nei pazienti giovani adulti (

più giovani

dei 25 anni di età) che sono stati trattati con quetiapina rispetto a quelli trattati con placebo (rispettivamente 3,0% vs 0%). Uno studio retrospettivo sulla popolazione per il trattamento con quetiapina di pazienti con disturbo depressivo maggiore ha mostrato un aumento del rischio di autolesionismo e suicidio in pazienti di età compresa tra 25 e 64 anni senza una storia di autolesionismo durante l’uso di quetiapina con altri antidepressivi.

Rischio metabolico:

Dato il rischio di peggioramento del profilo metabolico, incluse le variazioni del peso corporeo, del glucosio ematico (vedere iperglicemia) e dei lipidi, che è stato riscontrato nell’ambito di studi clinici, i parametri metabolici dei pazienti devono essere valutati all’inizio del trattamento e le variazioni di questi parametri devono essere controllate regolarmente durante il trattamento. Il peggioramento di questi parametri deve essere gestito in modo clinicamente appropriato (vedere anche paragrafo 4.8).

Sintomi extrapiramidali:

In studi clinici controllati verso placebo nei pazienti adulti, la quetiapina è stata associata ad un aumento dell’incidenza dei sintomi extrapiramidali (EPS) rispetto al placebo nei pazienti trattati per gli episodi depressivi maggiori in corso di disturbo bipolare (vedere paragrafi 4.8 e 5.1).

L’uso di quetiapina è stato associato con lo sviluppo di acatisia, caratterizzata da irrequietezza soggettivamente spiacevole o angosciante e dal bisogno di muoversi spesso accompagnato da incapacità a stare seduto o fermo. È più probabile che ciò accada entro le prime settimane di trattamento. Nei pazienti che sviluppano questi sintomi, l’incremento della dose può essere dannoso.

Discinesia tardiva:

In caso di comparsa di segni e sintomi di discinesia tardiva, deve essere presa in considerazione la riduzione della dose o l’interruzione della quetiapina. I sintomi di discinesia tardiva possono peggiorare o addirittura manifestarsi dopo l’interruzione del trattamento (vedere paragrafo 4.8).

Sonnolenza e capogiro:

Il trattamento con quetiapina è stato associato a sonnolenza e sintomi ad essa correlati, quali sedazione (vedere paragrafo 4.8). Negli studi clinici per il

trattamento di pazienti con depressione bipolare, l’esordio è stato solitamente entro i primi 3 giorni del trattamento ed è stato principalmente di lieve o moderata entità. I pazienti che manifestino sonnolenza di entità grave possono richiedere contatti più frequenti per un periodo minimo di due settimane dall’esordio della sonnolenza, o fintanto che i sintomi migliorino e possa essere considerata l’interruzione del trattamento.

Ipotensione ortostatica:

Il trattamento con quetiapina è stato associato ad ipotensione ortostatica e capogiro correlato (vedere paragrafo 4.8) che, come la sonnolenza, insorge di solito durante il periodo iniziale di titolazione della dose. Ciò può aumentare l’insorgenza di lesioni accidentali (cadute), in particolare nella popolazione anziana. Pertanto i pazienti devono essere avvertiti di esercitare cautela fino a che non hanno familiarità con gli effetti del medicinale.

La quetiapina deve essere usata con cautela in pazienti con patologia cardiovascolare nota, malattia cerebrovascolare o altre condizioni che predispongono all’ipotensione. Una riduzione del dosaggio o una titolazione più graduale devono essere presi in considerazione se si verifica ipotensione ortostatica, specialmente nei pazienti con patologia cardiovascolare di base.

Sindrome delle apnee ostruttive del sonno:

La sindrome delle apnee ostruttive del sonno è stata riportata in pazienti che utilizzano quetiapina. La quetiapina deve essere usata con cautela nei pazienti sottoposti a terapia concomitante con anti depressivi del sistema nervoso centrale e che hanno una storia o sono a rischio di apnea ostruttiva del sonno, come quelli che sono in sovrappeso/obesi o sono di sesso maschile.

Convulsioni:

In studi clinici controllati, non c’era differenza nell’incidenza di convulsioni in pazienti trattati con quetiapina o con placebo. Non sono disponibili dati circa l’incidenza delle convulsioni in pazienti con anamnesi di disturbo da crisi convulsive. Come altri antipsicotici, si raccomanda cautela quando si trattano pazienti con una storia di convulsioni (vedere paragrafo 4.8).

Sindrome neurolettica maligna:

La sindrome neurolettica maligna è stata associata al trattamento con antipsicotici, inclusa la quetiapina (vedere il paragrafo 4.8). Le manifestazioni cliniche includono ipertermia, alterato stato mentale, rigidità muscolare, instabilità autonomica ed aumentata creatina fosfochinasi. In questo caso, la quetiapina deve essere interrotta e somministrato un appropriato trattamento medico.

Neutropenia grave e agranulocitosi:

In studi clinici con quetiapina è stata segnalata neutropenia grave (conta dei neutrofili <0,5X109/L). La maggior parte dei casi di neutropenia grave si è verificata entro un paio di mesi dall’inizio della terapia con quetiapina. Non è stata rilevata una correlazione apparente con la dose. Durante l’esperienza post-marketing alcuni casi sono stati fatali. Fattori di rischio possibili di neutropenia includono pre-esistenti ridotti livelli di leucociti (WBC) e anamnesi di neutropenia indotta da farmaci. Tuttavia, alcuni casi si sono verificati in pazienti senza fattori di rischio preesistenti. La quetiapina deve essere

interrotta in pazienti con una conta dei neutrofili <1,0 X 109/L. I pazienti devono essere tenuti sotto controllo al fine di rilevare l’insorgenza di segni o sintomi di infezione e deve essere monitorata la conta dei neutrofili (fino al superamento di 1,5 X 109/L) (Vedere paragrafo 5.1).

La neutropenia deve essere presa in considerazione in pazienti con infezione o febbre, soprattutto in assenza di evidente fattore predisponente (s), e deve essere gestito in modo clinicamente appropriato.

I pazienti devono essere avvisati di riferire immediatamente la comparsa di segni/sintomi compatibili con agranulocitosi o infezione (ad esempio, febbre, debolezza, letargia, mal di gola) in qualsiasi momento durante la terapia con Quentiax. A tali pazienti deve essere eseguita tempestivamente una conta leucocitaria ed una conta assoluta dei neutrofili (ANC), in particolare in assenza di fattori predisponenti.

Effetti anti-colinergici (muscarinici): La norquetiapina, un metabolita attivo della quetiapina, ha una affinità da moderata a forte per diversi sottotipi di recettori muscarinici. Ciò contribuisce ad ADR che riflettono gli effetti anti-colinergici quando quetiapina viene utilizzata alle dosi raccomandate, quando usata in concomitanza con altri farmaci che hanno effetti anti-colinergici, e nel contesto di sovradosaggio. La quetiapina deve essere usata con cautela nei pazienti in trattamento con farmaci che hanno effetti anti-colinergici (muscarinici). La quetiapina deve essere usata con cautela nei pazienti con una diagnosi attuale o precedente di ritenzione urinaria, clinicamente significativa ipertrofia prostatica, ostruzione intestinale o patologie correlate, aumento della pressione intraoculare o glaucoma ad angolo chiuso (Vedere paragrafi 4.5, 4.8, 5.1 e 4.9.)

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Vedere anche il paragrafo 4.5.

L’uso concomitante di quetiapina con un potente induttore degli enzimi epatici, come la carbamazepina o la fenitoina, riduce sostanzialmente le concentrazioni plasmatiche di quetiapina, che possono influenzare l’efficacia della terapia con quetiapina.

La terapia con quetiapiana in pazienti che usano induttori degli enzimi epatici deve essere iniziata solamente se il medico considera che i benefici del trattamento con quetiapina superano i rischi di sospendere la terapia con gli induttori degli enzimi epatici. È importante che qualsiasi cambiamento nell’uso degli induttori sia graduale. Se necessario, l’induttore deve essere sostituito da un agente non induttore (es. valproato di sodio).

Peso:

In pazienti trattati con quetiapina è stato segnalato aumento di peso, e deve essere monitorato e trattato come appropriato clinicamente, secondo le linee guida di utilizzo degli antipsicotici (vedere paragrafi 4.8 e 5.1).

Iperglicemia:

Sono stati segnalati raramente iperglicemia e/o sviluppo o peggioramento del diabete occasionalmente associato a cheto-acidosi o coma, inclusi alcuni casi fatali (vedere paragrafo 4.8). In alcuni casi, è stato segnalato un precedente aumento di peso che può essere un fattore di predisposizione. È consigliabile un monitoraggio clinico appropriato secondo le linee guida di utilizzo degli

antipsicotici. I pazienti trattati con qualsiasi agente antipsicotico, inclusa la quetiapina, devono essere monitorati per segni e sintomi di iperglicemia (come polidipsia, poliuria, polifagia e debolezza) e i pazienti con diabete mellito o con fattori di rischio per il diabete mellito devono essere monitorati regolarmente per il peggioramento del controllo del glucosio. Il peso deve essere monitorato regolarmente.

Lipidi:

In studi clinici con quetiapina è stato osservato un aumento dei trigliceridi e del colesterolo totale e LDL ed una diminuzione di HDL (vedere paragrafo 4.8). Una variazione dei lipidi deve essere gestita in modo clinicamente appropriato.

Prolungamento del QT:

Negli studi clinici e dall’utilizzo in accordo con il riassunto delle caratteristiche del prodotto, la quetiapina non è stata associata ad un persistente aumento degli intervalli QT assoluti. Durante l’esperienza post-marketing sono stati segnalati casi di prolungamento del QT con quetiapina utilizzata alle dosi terapeutiche (vedere paragrafo 4.8) e da sovradosaggio (vedere paragrafo 4.9). Come con altri antipsicotici, è necessaria cautela quando la quetiapina viene prescritta nei pazienti con patologie cardiovascolari o con un’anamnesi familiare di prolungamento QT. Occorre prestare cautela anche quando quetiapina è prescritta con medicinali che prolungano l’intervallo QT oppure in terapia concomitante con altri neurolettici, soprattutto nei soggetti anziani, in pazienti con la sindrome da lungo QT congenito nell’insufficienza cardiaca congestizia, nell’ipertrofia cardiaca, con l’ipokaliemia, o l’ipomagnesiemia (vedere paragrafo 4.5).

Cardiomiopatia e miocardite:

Cardiomiopatia e miocardite sono state riportate negli studi clinici e durante l’esperienza post-marketing, tuttavia, non è stata stabilita una relazione causale con quetiapina. Il trattamento con quetiapina deve essere rivalutato in pazienti con sospetta miocardite o cardiomiopatia.

Astinenza:

I sintomi acuti di astinenza come insonnia, nausea, cefalea, diarrea, vomito, capogiri e irritabilità sono stati descritti in seguito ad una brusca cessazione di quetiapina. È consigliabile un’interruzione graduale del trattamento, nell’arco di almeno una o due settimane (vedere paragrafo 4.8).

Anziani con psicosi correlata alla demenza:

La quetiapina non è approvata per il trattamento della psicosi correlata alla demenza.

In studi clinici randomizzati controllati con placebo è stato visto un rischio approssimativamente 3 volte maggiore di eventi avversi cerebrovascolari con alcuni antipsicotici atipici nella popolazione con demenza. Il meccanismo di questo rischio incrementato non è noto. Non può essere escluso un rischio aumentato per altri antipsicotici o altri gruppi di pazienti. La quetiapina deve essere usata con cautela in pazienti con fattori di rischio per l’ictus.

In una meta-analisi sugli antipsicotici atipici, è stato segnalato che i pazienti

anziani con psicosi correlata alla demenza sono ad aumentato rischio di morte rispetto al placebo.

In due studi sulla quetiapina controllati con placebo, della durata di 10 settimane, nello stesso gruppo di pazienti (n=710; età media: 83 anni; intervallo: 56-99 anni) l’incidenza di mortalità nei pazienti trattati con quetiapina è stata del 5,5% contro il 3,2% nel gruppo placebo. In questi studi i pazienti sono morti per una molteplicità di cause che erano in accordo con le aspettative per questa popolazione.

Pazienti anziani con malattia di Parkinson (PD)/parkinsonismo

Uno studio retrospettivo sulla popolazione per il trattamento con quetiapina di pazienti con MDD ha mostrato un aumentato rischio di morte durante l’uso di quetiapina in pazienti di età > 65 anni. Questa associazione non era presente quando i pazienti con PD sono stati rimossi dall’analisi. Si deve prestare attenzione se la quetiapina è prescritta a pazienti anziani con PD.

Disfagia:

Disfagia (vedere paragrafo 4.8) è stata segnalata con quetiapina. La quetiapina deve essere utilizzata con cautela nei pazienti a rischio di polmonite ab ingestis.

Costipazione e ostruzione intestinale:

La stitichezza rappresenta un fattore di rischio per l’ostruzione intestinale. Costipazione e ostruzione intestinale sono stati riportati con quetiapina (vedere paragrafo 4.8). Questo include i rapporti fatali in pazienti che sono a più alto rischio di ostruzione intestinale, compresi quelli che assumevano contemporaneamente altri farmaci che riducono la motilità intestinale e/o non possono segnalare sintomi di costipazione. I pazienti con ostruzione intestinale/ileo dovrebbero essere gestiti con un attento monitoraggio e cure urgenti.

Tromboembolismo Venoso (VTE):

Con i farmaci antipsicotici sono stati segnalati casi di tromboembolismo venoso (VTE). Poiché i pazienti trattati con gli antipsicotici presentano fattori di rischio acquisiti per VTE, prima e durante il trattamento con quetiapina devono essere identificati tutti i possibili fattori di rischio per VTE e devono essere prese misure preventive.

Pancreatite:

Negli studi clinici e nell’esperienza post-marketing sono stati riferiti casi di pancreatite. Tra i casi riferiti durante la fase di post-marketing, mentre non tutti i casi venivano confusi da fattori di rischio, molti pazienti presentavano fattori di rischio noti per la loro associazione con pancreatite, quali aumento dei trigliceridi (vedere paragrafo 4.4), calcoli biliari e consumo di alcool.

Informazioni addizionali:

Dati relativi alla somministrazione di quetiapina in combinazione con valproato o litio nel trattamento degli episodi maniacali acuti moderati/gravi sono limitati; comunque la terapia combinata è stata ben tollerata (vedere paragrafi 4.8 e 5.1). I dati hanno mostrato un effetto addizionale alla terza settimana.

Misuso ed abuso:

Sono stati riportati casi di misuso e abuso. Ė necessario prestare attenzione quando si prescrive quetiapina a pazienti che abbiano avuto in passato storia di abuso di alcol e di droga.

Lattosio:

Questo prodotto medicinale contiene lattosio. I pazienti con problemi ereditari rari di intolleranza al galattosio, carenza totale di lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo farmaco.

Sodio:

Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa, cioè essenzialmente “senza sodio”.

Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione

A causa degli effetti primari sul sistema nervoso centrale la quetiapina deve essere somministrata con cautela in associazione con altri medicinali ad attività centrale e con alcol.

Deve essere esercitata cautela nel trattamento dei pazienti cui sono stati somministrati altri medicinali con effetto anti-colinergico (muscarinici) (vedere paragrafo 4.4).

Il citocromo P450 (CYP) 3A4 è l’enzima principalmente responsabile del metabolismo della quetiapina mediato dal citocromo P-450. In uno studio di interazione su volontari sani, la somministrazione concomitante di quetiapina (alla dose di 25 mg) e ketoconazolo (un inibitore del CYP3A4) ha causato un aumento dell’AUC di quetiapina da 5 a 8 volte. Per questo motivo, l’uso concomitante di quetiapina con inibitori del CYP3A4 è controindicato. Si raccomanda inoltre di non assumere quetiapina con succo di pompelmo.

In uno studio con dosi multiple per valutare la farmacocinetica di quetiapina prima e durante il trattamento con carbamazepina (un noto induttore degli enzimi epatici) la somministrazione concomitante di carbamazepina aumentava in maniera significativa l’eliminazione della quetiapina. Questo incremento dell’eliminazione ha ridotto l’esposizione sistemica alla quetiapina (come misurato dall’AUC) di un 13% in media rispetto a quella di coloro i quali ricevevano solamente quetiapina, benché un effetto maggiore sia stato osservato in alcuni pazienti. Come conseguenza di questa interazione, possono essere osservate concentrazioni plasmatiche ridotte che possono interferire con l’efficacia della terapia con quetiapina.

La contemporanea somministrazione di quetiapina e fenitoina (un altro induttore del sistema enzimatico microsomiale) provocava incrementi dell’eliminazione di quetiapina approssimativamente del 450%.

In pazienti che utilizzano induttori degli enzimi epatici, il trattamento con quetiapina deve essere iniziato solamente se il medico considera che i benefici della terapia con quetiapina superano i rischi della sospensione della terapia con gli induttori degli enzimi epatici. E’ importante che qualsiasi cambiamento nell’uso degli induttori sia graduale. Se necessario, gli induttori devono essere sostituiti da un agente non induttore (es. valproato di sodio) (vedere paragrafo

4.4).

La farmacocinetica della quetiapina non veniva alterata in maniera significativa con la somministrazione contemporanea di antidepressivi, imipramina (noto inibitore del CYP 2D6) o fluoxetina (noto inibitore del CYP 3A4 e del CYP 2D6).

La farmacocinetica della quetiapina non veniva alterata in maniera significativa con la somministrazione contemporanea di antipsicotici, risperidone o aloperidolo. L’uso contemporaneo di quetiapina e tioridazina aumentava l’eliminazione della quetiapina con un’approssimazione del 70%.

La farmacocinetica della quetiapina non veniva alterata con la somministrazione contemporanea di cimetidina.

La farmacocinetica del litio non veniva alterata durante la somministrazione concomitante di quetiapina. Nell’ambito di uno studio clinico randomizzato, della durata di 6 settimane, che ha valutato l’impiego di litio e Quentiax compresse a rilascio prolungato versus placebo e Quentiax compresse a rilascio prolungato in pazienti adulti affetti da mania acuta, è stata riscontrata un’incidenza più alta di eventi correlati extrapiramidali (in particolare tremore, sonnolenza e incremento ponderale) nel gruppo di trattamento con l’aggiunta di litio, in confronto al gruppo di trattamento con l’aggiunta del placebo (vedere paragrafo 5.1).

La farmacocinetica del valproato di sodio e della quetiapina non erano alterate in misura clinicamente rilevante quando erano co-somministrati. Uno studio retrospettivo sui bambini e sugli adolescenti trattati con valproato, quetiapina oppure entrambi, ha rilevato un’incidenza più elevata di leucopenia e neutropenia nel gruppo trattato con l’associazione rispetto ai gruppi trattati in monoterapia.

Non sono stati eseguiti gli studi formali di interazione sui farmaci cardiovascolari di uso comune.

Occorre usare cautela quando quetiapina viene somministrata in concomitanza con medicinali noti per determinare squilibri elettrolitici o aumenti dell’intervallo QT.

Sono stati riferiti risultati di falsi positivi nel saggio immunologico enzimatico per metadone e antidepressivi triciclici in pazienti che avevano assunto quetiapina. Si raccomanda di confermare risultati dubbi del saggio immunologico tramite tecnica cromatografica adeguata.

04.6 Gravidanza e allattamento

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Gravidanza

Primo trimestre

La moderata quantità di dati pubblicati su gravidanze esposte (cioè tra 300- 1000 esiti di gravidanza), compresi i singoli rapporti e alcuni studi osservazionali non suggeriscono un aumento del rischio di malformazioni dovute al trattamento. Tuttavia, sulla base di tutti i dati disponibili, una conclusione definitiva non può essere descritta. Gli studi sugli animali hanno

evidenziato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).

Perciò, la quetiapina deve essere usata in gravidanza solo quando i benefici giustifichino i potenziali rischi.

Terzo trimestre

I neonati esposti agli agenti antipsicotici (inclusa la quetiapina) durante il terzo trimestre di gravidanza sono a rischio di effetti indesiderati inclusi sintomi extrapiramidali e/o da astinenza che possono variare in gravità e durata dopo il parto. Sono stati riferiti casi di agitazione, ipertonia, ipotonia, tremore, sonnolenza, stress respiratorio e disturbo dell’assunzione di cibo. Pertanto i neonati devono essere monitorati attentamente.

Allattamento al seno

Sulla base dei dati molto limitati sia dagli studi pubblicati su quetiapina l’escrezione nel latte materno umano, l’escrezione di quetiapina a dosi terapeutiche sembra essere inconsistente. A causa della mancanza di dati affidabili, deve essere presa una decisione se interrompere l’allattamento o interrompere la terapia con Quentiax tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento al seno per il bambino e il beneficio della terapia per la donna.

Fertilità

Gli effetti della quetiapina sulla fertilità umana non sono stati valutati. Gli effetti relativi ai livelli di prolattina elevati sono stati osservati nei ratti, anche se questi non sono direttamente rilevanti per l’uomo (vedere paragrafo 5.3, Dati preclinici).

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

Indice

Considerato il suo effetto principalmente sul sistema nervoso centrale, la quetiapina può interferire con le attività in cui è richiesta prontezza di riflessi. Perciò si deve consigliare ai pazienti di non guidare o usare macchinari finché non è nota la suscettibilità individuale.

04.8 Effetti indesiderati

Indice

Le Reazioni Avverse da Farmaco (ADRs) più comunemente segnalate con quetiapina sono sonnolenza, capogiri, cefalea, bocca secca sospensione (interruzione) dei sintomi, aumento dei livelli di trigliceridi sierici, innalzamento di colesterolo totale (principalmente colesterolo LDL), diminuzione del colesterolo HDL, aumento di peso, diminuzione dell’emoglobina e sintomi extrapiramidali.

Reazioni cutanee avverse severe (SCARs), che includono sindrome di Stevens Johnson (SSJ), necrolisi epidermica tossica (NET), eruzione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS) sono state riportate in associazione al trattamento con quetiapina

L’incidenza delle ADR associate alla terapia con quetiapina sono presentate nella tabella sottostante (Tabella 1) secondo il formato raccomandato dal Council for International Organizations of Medical Sciences (CIOMS III Working Group 1995).

Tabella 1, reazioni avverse associate alla terapia con quetiapina

Le frequenze degli effetti indesiderati sono classificate come segue: molto comune (> 1/10), comune (≥ 1/100 e < 1/10), non comune (≥ 1/1000 e

< 1/100), raro (≥ 1/10 000 e < 1/1000), molto raro (< 1/10 000) e non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Classificazione per sistemi e
organi
Reazioni avverse
Patologie del sistema emolinfopoietico
Molto comune ridotta emoglobina22
Comune leucopenia1,28, conta dei neutrofili
diminuita, eosinofili aumentati27
Non comune trombocitopenia, anemia, conta delle
piastrine diminuita13 , neutropenia1
Raro agranulocitosi26
Disturbi del sistema immunitario
Non comune ipersensibilità (incluse reazioni
allergiche della cute)
Molto raro reazione anafilattica5
Patologie endocrine
Comune iperprolattinemia15, riduzioni nei T4 totali24, riduzioni nei T4 liberi24, riduzioni nei T3 totali24, aumenti nei
TSH24
Non comune riduzioni nei T3 liberi24, ipotiroidismo21
Molto raro inappropriata secrezione dell’ormone
antidiuretico
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Molto comune aumenti nei livelli dei trigliceridi10,30, aumenti nel colesterolo totale (soprattutto colesterolo LDL)11,30, riduzione del colesterolo HDL17,30,
aumento di peso8,30
Comune aumento dell’appetito, glucosio ematico aumentato a livelli
iperglicemici6,30
Non comune Iponatriemia 19, diabete mellito1,5, esacerbazione di diabete pre-
esistente
Raro sindrome metabolica29
Disturbi psichiatrici
Comune sogni anomali e incubi, ideazione suicidaria e comportamento
suicidario20
Raro sonnambulismo e reazioni correlate quali parlare nel sonno e disturbo
dell’alimentazione correlato al sonno
Patologie del sistema nervoso
Molto comune capogiri4,16, cefalea, sonnolenza2,16,
sintomi extrapiramidali 1, 21
Comune disartria
Non comune convulsioni1, sindrome delle gambe senza riposo, discinesia tardiva1,5,
sincope4, 16
Patologie cardiache
Comune tachicardia4, palpitazioni23
Non comune prolungamento dell’intervallo QT1,12,18,
bradicardia32
Patologie dell’occhio
Comune vista offuscata
Patologie vascolari
Comune ipotensione ortostatica4, 16
Raro tromboembolismo venoso1
Non nota ictus33
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Comune dispnea23
Non comune rinite
Patologie gastrointestinali
Molto comune bocca secca
Comune dispepsia, stipsi, vomito25
Non comune disfagia7
Raro pancreatite1, occlusione
intestinale/ileo
Patologie epatobiliari
Comune aumento nei livelli delle transaminasi sieriche alanina aminotransferasi (ALT)3, aumento nei livelli di gamma-
GT3
Non comune aumenti dell’aspartato
aminotransferasi (AST)3
Raro ittero5, epatite
Patologie della cute e del tessuto
sottocutaneo
Molto raro angioedema5, sindrome di Stevens-
Johnson5
Non nota necrolisi epidermica tossica, eritema multiforme, eruzione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici
(DRESS)
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Molto raro rabdomiolisi
Patologie renali e urinarie
Non comune ritenzione urinaria
Condizioni di gravidanza, puerperio e perinatali
Non nota sindrome da astinenza neonatale31
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
Non comune disfunzione sessuale
Raro priapismo, galattorrea, rigonfiamento
del seno, disturbi mestruali
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Molto comune sintomi di astinenza (interruzione)1,9
Comune astenia lieve, edema periferico,
irritabilità, piressia
Raro sindrome neurolettica maligna1,
ipotermia
Esami diagnostici
Raro aumenti della creatinfosfochinasi 14

Vedere paragrafo 4.4.

La sonnolenza può manifestarsi di solito nelle prime due settimane di trattamento e generalmente si risolve con la somministrazione continuata di quetiapina.

In alcuni pazienti trattati con quetiapina è stato osservato un incremento asintomatico (spostamento dai valori normali a >3X ULN in qualsiasi momento) dei livelli sierici delle transaminasi (ALT, AST) o delle gamma-GT. Tale aumento si è di solito risolto con la prosecuzione del trattamento con quetiapina.

Come altri antipsicotici con attività di blocco del recettore alfa-1 adrenergico, la quetiapina può indurre comunemente ipotensione ortostatica associata a capogiri, tachicardia e, in alcuni pazienti, sincope soprattutto durante il periodo iniziale di titolazione (vedere paragrafo 4.4.).

Il calcolo della frequenza di queste ADR è calcolata solo in base all’esperienza post-marketing

Glicemia a digiuno ≥126 mg/dL (≥ 7.0 mmol/L) o glicemia non a digiuno ≥ 200 mg/dL (≥ 11.1 mmol/L) in almeno un’occasione.

Un aumento del tasso di disfagia con quetiapina rispetto al placebo è stato osservato solo negli studi clinici nella depressione bipolare.

Basato su un incremento ponderale > del 7% rispetto al basale. Si verifica prevalentemente durante le prime settimane di trattamento negli adulti.

I seguenti sintomi da astinenza sono stati osservati più frequentemente in studi clinici in acuto in monoterapia controllati verso placebo, che hanno valutato i sintomi da sospensione: insonnia, nausea, cefalea, diarrea, vomito, capogiri e irritabilità. L’incidenza di queste reazioni è significativamente diminuita dopo 1 settimana dall’interruzione.

Trigliceridi ≥200 mg/dL (≥2.258 mmol/L) (pazienti ≥18 anni di età) o

≥150 mg/dL (≥1.694 mmol/L) (pazienti <18 anni di età) in almeno un’occasione.

Colesterolo ≥240 mg/dL (≥6.2064 mmol/L) (pazienti ≥18 anni di età) o

≥200 mg/dL (≥5.172 mmol/L) (pazienti <18 di età) in almeno un’occasione. Un aumento del colesterolo LDL ≥ 30 mg/dL (≥0.769 mmol/L) è stato osservato molto comunemente. La variazione media tra i pazienti che hanno avuto questo aumento è stata di 41.7 mg/dL (≥1.07 mmol/L).

Vedere testo sottostante

Piastrine ≤100 x 109/L in almeno un’occasione.

Basati su segnalazioni da studi clinici di effetti indesiderati relativi ad aumento della creatinfosfochinasi non associato a sindrome neurolettica maligna da neurolettici.

Livelli di prolattina (pazienti > 18 anni di età): > 20 mcg/L (> 869.56 pmol/L) maschi; > 30 mcg/L (>1304.34 pmol/L) femmine, in ogni momento.

Può portare a cadute

Colesterolo HDL: < 40 mg/dL (1.025 mmol/L) maschi; < 50 mg/dL (1.282 mmol/L) femmine in qualsiasi momento.

Incidenza di pazienti che hanno avuto una variazione del QTc da < 450 msec a ≥ 450 msec con un incremento ≥ 30 msec. Negli studi clinici con quetiapina controllati verso placebo la variazione media e l’incidenza di pazienti che hanno avuto una variazione a un livello clinicamente significativo è stata simile tra quetiapina e placebo.

Passa da >132 mmol/L a ≤132 mmol/L in almeno un’occasione.

Casi di ideazione suicidaria e di comportamento suicidario sono stati riferiti durante la terapia con quetiapina o subito dopo l’interruzione del trattamento (vedere paragrafi 4.4 e 5.1).

Vedere paragrafo 5.1

Si è verificata riduzione dell’emoglobina a ≤13 g/dl (8,07 mmol/l) negli uomini, ≤12 g/dL (7,45 mmol/l) nelle donne in almeno un’occasione nell’11% dei pazienti trattati con quetiapina in tutti gli studi clinici incluse le estensioni in aperto. Per questi pazienti la riduzione media massima dell’emoglobina in qualsiasi momento è stata -1,50 g/dl.

Questi casi si sono verificati spesso in uno scenario di tachicardia, capogiro, ipotensione ortostatica e/o patologia cardiaca/respiratoria latente.

Sulla base delle alterazioni dal basale normale a un valore potenzialmente importante dal punto di vista clinico in qualsiasi momento dopo il basale in tutti gli studi. Le alterazioni di T4 totale, T4 libero, T3 totale e T3 libero sono definite come <0,8 x LLN (pmol/l) e l’alterazione nel TSH è > 5 mIU/l in qualsiasi momento.

Sulla base della percentuale di aumento del vomito nei pazienti anziani (≥65 anni di età).

Sulla base dell’alterazione dei neutrofili da> = 1,5 x 109/L al basale a <0,5 x 109/L in qualsiasi momento durante il trattamento e in base a pazienti con neutropenia grave (<0,5 x 109/L) e infezione durante tutti gli studi clinici con quetiapina (vedere Sezione 4.4). Alterazioni nei neutrofili da ≥ 1.5 x 109/L al basale a <0.5 x 109/L in qualsiasi momento durante il trattamento.

Sulla base delle alterazioni dal basale normale a un valore potenzialmente importante dal punto di vista clinico in qualsiasi momento dopo il basale in tutti gli studi. Le alterazioni negli eosinofili sono definite come >1x 109 cellule/L in qualsiasi momento.

Sulla base delle alterazioni dal basale normale a un valore potenzialmente importante dal punto di vista clinico in qualsiasi momento dopo il basale in tutti gli studi. Le alterazioni nei WBC sono definite come ≤ 3X109 cellule/L in qualsiasi momento

Sulla base dei casi di effetti indesiderati di sindrome metabolica in tutti gli studi clinici con quetiapina.

In alcuni pazienti, negli studi clinici è stato osservato un peggioramento di più di uno dei fattori metabolici di peso, glucosio ematico e lipidi (vedere paragrafo 4.4).

Vedere paragrafo 4.6.

Può verificarsi all’inizio o in prossimità dell’inizio del trattamento e può essere associato a ipotensione e/o sincope. Frequenza basata su casi di eventi avversi di bradicardia e eventi correlati in tutti gli studi clinici con quetiapina.

Basato su uno studio epidemiologico retrospettivo non randomizzato.

In seguito all’uso di neurolettici sono stati riportati casi di prolungamento del QT, aritmia ventricolare, morte improvvisa inspiegabile, arresto cardiaco e torsioni di punta, che vengono considerati effetti di questa classe di farmaci.

Popolazione pediatrica

Le stesse reazioni avverse descritte sopra per gli adulti devono essere prese in considerazione per i bambini e gli adolescenti. La tabella seguente riassume le reazioni avverse che si verificano con maggiore frequenza in bambini e in adolescenti trattati (10-17 anni di età) rispetto alla popolazione adulta o reazioni avverse che non sono state identificate nella popolazione adulta.

Tabella 2, reazioni avverse nei bambini e negli adolescenti associate alla terapia con quetiapina che si verificano con una frequenza maggiore rispetto agli adulti, o non identificate nella popolazione adulta

Le frequenze delle reazioni avverse si classificano come segue: molto comune (> 1/10), comune (≥ 1/100 e < 1/10), non comune (≥ 1/1000 e < 1/100), rara (≥ 1/10 000 e < 1/1000) e molto rara (< 1/10 000).

Disturbi endocrini
Molto comune aumento della prolattina1
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Molto comune aumento dell’appetito
Patologie del sistema nervoso
Molto comune sintomi extrapiramidali3
Comune sincope
Disturbi vascolari
Molto comune aumento della pressione sanguigna2
Disturbi respiratori, toracici e mediastinici
Comune rinite
Disturbi gastro-intestinali
Molto comune vomito
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Comune irritabilità3

Livelli di prolattina (pazienti < 18 anni di età): > 20 mcg/L (> 869.56 pmol/L) maschi; > 26 mcg/L (>1130.428 pmol/L) femmine, in ogni momento. Meno dell’1% dei pazienti ha avuto un aumento dei livelli di prolattina > 100 mcg/L.

Sulla base delle modifiche superiori al limite clinicamente significativo (adattato dai criteri del “National Institut of health”) o aumenti > 20 mmHg per la pressione sistolica o > 10 mmHg per la pressione diastolica in qualsiasi momento, in due studi clinici acuti (3-6 settimane), controllati con placebo, in bambini e adolescenti.

Nota: La frequenza è coerente con quella osservata negli adulti, ma l’irritabilità può essere associata ad implicazioni cliniche differenti nei bambini e negli adolescenti rispetto agli adulti.

Vedere sezione 5.1

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione- avversa.

04.9 Sovradosaggio

Indice

Sintomi

In generale, i segni e i sintomi segnalati sono stati quelli da esagerazione degli effetti farmacologici noti della sostanza attiva, es. sonnolenza e sedazione, tachicardia, ipotensione ed effetti anti-colinergici.

Il sovradosaggio potrebbe comportare prolungamento del QT, convulsioni, stato epilettico, rabdomiolisi, depressione respiratoria, ritenzione urinaria, confusione, delirio e/o agitazione, coma e morte. I pazienti con pre-esistenti malattie cardiovascolari gravi possono presentare un rischio accresciuto degli effetti del sovradosaggio (vedere paragrafo 4.4: ipotensione ortostatica).

Gestione del sovradosaggio

Non c’è un antidoto specifico per la quetiapina. Nei casi di gravi segni deve essere considerata la possibilità di un coinvolgimento di più farmaci e sono raccomandate intensive procedure di cura inclusi stabilimento e mantenimento delle vie aeree del paziente, assicurazione di un’adeguata ossigenazione e ventilazione e monitoraggio e supporto del sistema cardiovascolare.

Sulla base della letteratura pubblica, i pazienti con delirio e agitazione e una sindrome anticolinergica chiaro possono essere trattati con fisostigmina, 1-2 mg (sotto monitoraggio ECG continuo). Questo non è raccomandato come trattamento standard, a causa del potenziale effetto negativo di fisostigmina sulla conduttanza cardiaca. La fisostigmina può essere usata se ci sono aberrazioni dell’ECG. Non usare fisostigmina in caso di aritmie, qualsiasi grado di blocco cardiaco o QRS-allargamento.

Sebbene non sia stata esaminata l’inibizione dell’assorbimento nel sovradosaggio, nei casi di grave avvelenamento può essere indicata una lavanda gastrica da eseguire possibilmente entro un’ora dall’ingestione. Deve essere presa in considerazione la somministrazione di carbone attivo.

Nei casi di sovradosaggio di quetiapina, l’ipotensione refrattaria deve essere trattata con misure appropriate quali fluidi in somministrazione endovenosa e/o agenti simpatico mimetici. Evitare epinefrina e dopamina, poiché la beta stimolazione può peggiorare l’ipotensione nello scenario del blocco alfa indotto da quetiapina.

Lo stretto controllo medico ed il monitoraggio devono continuare fino alla guarigione del paziente.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

Indice

Gruppo farmacoterapeutico: antipsicotici; diazepine, ossazepine, tiazepine e oxepine. Codice ATC: N05AH04.

Meccanismo d’azione:

La quetiapina è un agente antipsicotico atipico. La quetiapina e il suo metabolita attivo presente nel plasma umano, norquetiapina, interagiscono con un ampio spettro di recettori dei neurotrasmettitori. La quetiapina e la norquetiapina hanno affinità per i recettori cerebrali della serotonina (5-HT2) e della dopamina D1- e D2. Si ritiene che la combinazione di un antagonismo recettoriale con maggiore selettività per i recettori 5HT2 rispetto ai recettori D2 contribuiscano alle proprietà antipsicotiche cliniche e alla ridotta predisposizione ad indurre reazioni extrapiramidali (EPS) della quetiapina rispetto agli antipsicotici tipici. Quetiapina e norquetiapina non hanno un’affinità apprezzabile per i recettori benzodiazepinici, mentre possiedono un’alta affinità per i recettori istaminergici e adrenergici alfa 1 e una moderata affinità per i recettori adrenergici alfa 2. Quetiapina ha anche una bassa o assente affinità per i recettori muscarinici, mentre norquetiapina ha un’affinità da moderata a elevata per numerosi recettori muscarinici, che possono spiegare gli effetti anti-colinergici (muscarinici). L’inibizione del NET e l’azione di agonista parziale sui siti 5HT1A ad opera di norquetiapina potrebbero contribuire all’efficacia terapeutica di Quentiax come farmaco antidepressivo.

Effetti farmacodinamici:

Quetiapina è risultata attiva nei test di valutazione dell’attività antipsicotica, quale il test di evitamento attivo. Inoltre antagonizza l’azione degli agonisti dopaminergici, come valutato sia da un punto di vista comportamentale che elettrofisiologico, e aumenta la concentrazione dei metaboliti della dopamina considerati indicatori neurochimici dell’attività di blocco dei recettori D2.

Nei test preclinici di predittività delle reazioni extrapiramidali, quetiapina si è dimostrata diversa dagli antipsicotici tipici dimostrando un profilo atipico. La somministrazione cronica di quetiapina non provoca una supersensibilità dei recettori dopaminergici D2. Quetiapina provoca solo una debole catalessia alle dosi efficaci per bloccare i recettori dopaminergici D2. Dopo somministrazione cronica quetiapina dimostra selettività per il sistema limbico attraverso un blocco della depolarizzazione mesolimbica senza effetto nigrostriatale in cui sono presenti i neuroni dopaminergici. Quetiapina, dopo somministrazione acuta e cronica, presenta una disposizione minima a indurre manifestazioni distoniche nelle scimmie Cebus sensibili ad aloperidolo o libere da trattamento farmacologico (vedere paragrafo 4.8).

Efficacia clinica:

Schizofrenia

In tre studi clinici controllati con placebo, in pazienti con schizofrenia,

utilizzando dosi variabili di quetiapina, non c’era differenza nell’incidenza di reazioni extrapiramidali o nell’uso concomitante di anticolinergici tra i gruppi di trattamento con placebo e quelli trattati con quetiapina.

Uno studio clinico controllato con placebo che valutava dosi fisse di quetiapina nel range di 75-750 mg/die non ha evidenziato un aumento delle reazioni extrapiramidali o dell’uso concomitante di anticolinergici. L’efficacia a lungo termine di quetiapina a rilascio immediato nella prevenzione delle ricadute di schizofrenia non è stata verificata in studi clinici in cieco. In studi in aperto, in pazienti con schizofrenia, la quetiapina è stata efficacia nel mantenimento del miglioramento clinico durante la terapia di proseguimento in pazienti che hanno mostrato una risposta iniziale al trattamento, suggerendo un’efficacia a lungo termine.

Disturbo bipolare

In quattro studi clinici controllati con placebo, che hanno valutato dosi di quetiapina fino a 800 mg/giorno per il trattamento degli episodi di mania da moderati a gravi (due come monoterapia e due come terapia in aggiunta al litio o al valproato), non sono state osservate differenze nei gruppi di trattamento tra quetiapina e placebo nell’incidenza di EPS o nell’uso concomitante di anticolinergici.

Nel trattamento degli episodi maniacali da moderati a gravi, la quetiapina ha dimostrato efficacia superiore a placebo nella riduzione dei sintomi maniacali a 3 e 12 settimane in due studi in monoterapia. Non ci sono dati dagli studi a lungo termine per dimostrare l’efficacia della quetiapina nel prevenire episodi successivi di mania o depressivi. I dati relativi alla quetiapina in associazione con valproato o litio negli episodi di mania da moderati a gravi a 3 e 6 settimane sono limitati; tuttavia, la terapia di associazione è stata ben tollerata. I dati hanno dimostrato un effetto additivo alla terza settimana. Un secondo studio non ha dimostrato un effetto additivo alla sesta settimana.

La dose media di quetiapina per coloro che rispondevano è stata, nell’ultima settimana, circa 600 mg/die e circa l’85% di coloro che rispondevano assumevano una dose nel range di 400-800 mg/die.

In 4 studi clinici della durata di 8 settimane in pazienti con episodi depressivi da moderati a gravi affetti da disturbo bipolare I e II, quetiapina 300 mg e 600 mg a rilascio immediato è stato significativamente superiore al placebo nei pazienti trattati in termini di misure di esito rilevanti quali: miglioramento medio della MADRS e risposta clinica definita come almeno un miglioramento del 50 % del punteggio totale MADRS rispetto al basale. Non vi è stata differenza di magnitudine di effetto tra i pazienti che hanno ricevuto 300 mg di quetiapina a rilascio immediato e quelli che hanno ricevuto una dose di 600 mg.

Nella fase di prosecuzione di questi due studi, è stato dimostrato che il trattamento a lungo termine dei pazienti che avevano risposto a quetiapina a rilascio immediato 300 mg o 600 mg, era efficace nella prevenzione delle ricadute dei sintomi depressivi rispetto al trattamento con placebo, ma non di quelli maniacali.

In pazienti con episodi maniacali, depressivi o misti, in due studi di prevenzione delle ricadute, che hanno valutato quetiapina in associazione a stabilizzatori dell’umore, l’associazione con quetiapina è risultata superiore agli stabilizzatori in monoterapia nell’aumentare il tempo di recidiva di qualunque episodio di alterazione dell’umore (maniacale, misto o depressivo). Quetiapina è stata somministrata due volte al giorno, per un totale di 400 mg-800 mg/die come terapia combinata con litio o valproato.

In uno studio clinico randomizzato, della durata di 6 settimane, che ha valutato l’impiego di litio e Quentiax compresse a rilascio prolungato versus il placebo e Quentiax compresse a rilascio prolungato in pazienti adulti affetti da mania acuta, la differenza relativa al miglioramento medio rilevato sulla scala YMRS tra il gruppo di trattamento con l’aggiunta di litio e il gruppo di trattamento con l’aggiunta del placebo è risultata pari a 2,8 punti, mentre la differenza della % di soggetti responder (definiti in base a un miglioramento del 50% rilevato sulla scala YMRS a partire dalla visita basale) era pari all’11% (79% nel gruppo di trattamento con l’aggiunta di litio vs. 68% nel gruppo di trattamento con l’aggiunta del placebo)

In uno studio a lungo termine (fino a due anni di trattamento) che valutava la prevenzione delle ricadute in pazienti con episodi di mania, depressivi o misti, quetiapina era superiore al placebo nell’aumentare il tempo per la ricaduta in qualsiasi evento (di mania, misto o depressivo), in pazienti affetti da disturbo bipolare I. Il numero di pazienti che presentava un disturbo dell’umore era rispettivamente 91 (22,5%) nel gruppo della quetiapina, 208 (51,5%) nel gruppo del placebo e 95 (26,1%) nel gruppo di trattamento con il litio. In pazienti che rispondevano alla quetiapina, confrontando il trattamento prolungato con quetiapina con il passaggio a litio, i risultati indicavano che il passaggio al trattamento con litio non sembra essere associato ad un aumento del tempo di ricaduta di un disturbo dell’umore.

Gli studi clinici hanno dimostrato che la quetiapina è efficace nella schizofrenia e nella mania se somministrata due volte al giorno, sebbene la quetiapina abbia un’emivita farmacocinetica di circa 7 ore. Ciò è ulteriormente supportato dai dati di uno studio con PET (tomografia ad emissione di positroni), che hanno dimostrato che per quetiapina, l’occupazione dei recettori D2 e 5HT2 veniva mantenuta fino a 12 ore. La sicurezza e l’efficacia di dosi superiori a 800 mg/die non sono state valutate.

Sicurezza clinica

In studi clinici a breve termine, controllati con placebo sulla schizofrenia e sulla mania bipolare, l’incidenza aggregata di sintomi extrapiramidali è stata simile al placebo (schizofrenia: 7,8% per quetiapina e 8,0% per il placebo; mania bipolare: 11,2% per quetiapina e 11,4% per il placebo). Percentuali elevate di sintomi extrapiramidali sono state osservate nei pazienti trattati con quetiapina rispetto a quelli trattati con placebo negli studi clinici a breve termine, controllati con placebo nel disturbo maniaco depressivo e nella depressione bipolare. Negli studi a breve termine controllati con placebo nella depressione bipolare l’incidenza aggregata di sintomi extrapiramidali è stata dell’8,9% per la quetiapina rispetto al 3,8% per il placebo. Negli studi clinici a breve termine, controllati con placebo in monoterapia nel disturbo depressivo maggiore

l’incidenza aggregata di sintomi extrapiramidali è stata 5,4% per la quetiapina a rilascio prolungato e 3,2% per il placebo. In uno studio in monoterapia a breve termine placebo-controllato in pazienti anziani con disturbo depressivo maggiore, l’incidenza aggregata di sintomi extrapiramidali è stata del 9% per la quetiapina a rilascio prolungato e del 2,3% per il placebo. Sia nella depressione bipolare che nel disturbo maniaco depressivo, l’incidenza degli eventi avversi individuali (ad es. acatisia, disturbo extrapiramidale, tremore, discinesia, distonia, irrequietezza contrazioni muscolari involontarie, iperattività motoria e rigidità muscolare) non hanno superato il 4% in nessun gruppo di trattamento.

In studi a breve termine a dose fissa (da 50 mg/die a 800 mg/die) controllati con placebo (della durata da 3 a 8 settimane), l’aumento medio del peso per i pazienti trattati con quetiapina variava da 0,8 kg per la dose giornaliera di 50 mg a 1,4 kg per la dose giornaliera da 600 mg (con un aumento inferiore per la dose giornaliera da 800 mg), rispetto a 0,2 kg per i pazienti trattati con placebo. La percentuale di pazienti trattati con quetiapina che avevano preso

≥7% di peso corporeo variava da 5,3% per la dose giornaliera da 50 mg a 15,5% per la dose giornaliera da 400 mg (con un aumento minore per le dosi giornaliere da 600 e 800 mg), rispetto al 3,7% per i pazienti trattati con placebo.

Uno studio clinico randomizzato, della durata di 6 settimane, che ha valutato l’impiego di litio e Quentiax compresse a rilascio prolungato versus il placebo e Quentiax compresse a rilascio prolungato in pazienti adulti affetti da mania acuta ha riscontrato che la combinazione di Quentiax compresse a rilascio prolungato con litio causa un maggior numero di eventi avversi (63% versus 48% per Quentiax compresse a rilascio prolungato in associazione con il placebo). I risultati relativi alla sicurezza hanno evidenziato un’incidenza più alta dei sintomi extrapiramidali segnalati nel 16,8% dei pazienti appartenenti al gruppo di trattamento con aggiunta di litio e nel 6,6% nel gruppo di trattamento con aggiunta del placebo, la maggior parte dei quali consisteva in tremori riportati nel 15,6% dei pazienti del gruppo di trattamento con aggiunta di litio e nel 4,9% del gruppo di trattamento con aggiunta del placebo. L’incidenza della sonnolenza è risultata più alta nel gruppo di trattamento con Quentiax compresse a rilascio prolungato in associazione con l’aggiunta di litio (12,7%) in confronto al gruppo di trattamento con Quentiax compresse a rilascio prolungato e l’aggiunta del placebo (5,5%). Inoltre, una percentuale più alta di pazienti trattati nel gruppo con l’aggiunta di litio (8,0%) ha evidenziato un incremento ponderale (≥ 7%) al termine del trattamento rispetto ai soggetti del gruppo di trattamento con l’aggiunta del placebo (4,7%).

Gli studi sul periodo più lungo per la prevenzione della recidiva hanno avuto un periodo in aperto (da 4 a 36 settimane) durante il quale i pazienti sono stati trattati con quetiapina, seguito da un periodo di sospensione randomizzata durante il quale i pazienti sono stati randomizzati a quetiapina o a placebo. Per i pazienti randomizzati alla quetiapina, l’aumento medio di peso durante il periodo in aperto è stato di 2,56 kg ed entro la settimana 48 del periodo randomizzato, l’aumento medio di peso era 3,22 kg rispetto al basale in aperto. Per i pazienti randomizzati al placebo, l’aumento medio di peso durante il periodo in aperto era di 2,39 kg ed entro la settimana 48 del periodo randomizzato l’aumento medio di peso era di 0,89 kg rispetto al basale in

aperto.

In studi controllati con placebo su pazienti anziani con psicosi correlata alla demenza, l’incidenza degli eventi avversi cerebrovascolari per 100 anni paziente non era più elevata nei pazienti trattati con quetiapina rispetto ai pazienti trattati con placebo.

In tutti gli studi clinici a breve termine in monoterapia controllati verso placebo, in pazienti con conta basale dei neutrofili ≥1,5 x 109/L, l’incidenza di almeno un episodio di spostamento verso i neutrofili <1,5 x 109/L è stata dell’1,9% in pazienti trattati con quetiapina e 1,3% in pazienti trattati con placebo. L’incidenza delle alterazioni a >0.5-<1.0 x 109/L è stata la stessa (0,2%) nei pazienti trattati con quetiapina e in quelli trattati con placebo. In tutti gli studi clinici (controllati verso placebo, in aperto, verso un confronto attivo) in pazienti con una conta basale dei neutrofili ≥1,5 x 109/L), l’incidenza di almeno un episodio di un’alterazione dei neutrofili <1,5 x 109/L è stata del 2,9% e a

<0.5 x 109 /L è stata dello 0,21% nei pazienti trattati con quetiapina.

Il trattamento con quetiapina è stato associato a piccole riduzioni dose- correlate nei livelli degli ormoni tiroidei. L’incidenza delle alterazioni nel TSH erano del 3,2% per quetiapina contro il 2,7% per il placebo. L’incidenza delle alterazioni reciproche potenzialmente rilevanti dal punto di vista clinico sia di T3 o T4 e TSH in questi studi era rara, e i cambiamenti osservati nei livelli di ormoni tiroidei non sono stati associati a ipotiroidismo clinicamente sintomatico. La riduzione nel T4 totale e libero era massima entro le prime sei settimane di trattamento con quetiapina, senza ulteriore riduzione durante il trattamento a lungo termine. Per circa 2/3 di tutti i casi, la cessazione del trattamento con quetiapina era associato ad un’inversione degli effetti sul T4 totale e libero indipendentemente dalla durata del trattamento.

Cataratte/Opacizzazione del cristallino

In uno studio clinico per valutare il potenziale catarattogenico di quetiapina (200-800 mg/die) rispetto a risperidone (2-8 mg/giorno) in pazienti con schizofrenia o disturbo schizofrenico, la percentuale di pazienti con aumentato grado di opacità del cristallino non era più elevata con quetiapina (4%) rispetto a risperidone (10%) per i pazienti con almeno 21 mesi di esposizione.

Popolazione pediatrica

Efficacia clinica

L’efficacia e la sicurezza della quetiapina sono state valutate in uno studio controllato verso placebo di 3 settimane per il trattamento della mania (n= 284 pazienti da US, di età tra 10 e 17 anni). Circa il 45% dei pazienti ha una diagnosi aggiuntiva di ADHD. In aggiunta è stato condotto uno studio controllato verso placebo di 6 settimane per il trattamento della schizofrenia (n=222 pazienti, di età 13-17 anni). In entrambi gli studi i pazienti che non avevano risposto alla quetiapina sono stati esclusi.

Il trattamento con quetiapina è iniziato con 50mg/die e al giorno 2 aumentato a 100 mg/die; successivamente la dose è stata titolata alla dose ottimale (mania 400-600 mg/die; schizofrenia 400-800 mg/die) utilizzando aumenti di 100 mg/die somministrati due o tre volte al giorno.

Nello studio relativo alla mania, la differenza media di cambiamento di LS dal basale nella scala totale YMRS (attivo meno placebo) era -5,21 per quetiapina 400 mg/die e -6.56 per quetiapina 600 mg/die. Le velocità di risposta (aumento secondo YRMS ≥ 50%) erano del 64% della quetiapina 400 mg/die, 58% per 600 mg/die e 37% nel gruppo placebo.

Nello studio relativo alla schizofrenia, la differenza della modifica di LS media dal basale, nella scala PANSS (attivo meno placebo) era -8.16 per la quetiapina 400 mg/die e -9.29 per la quetiapina 800 mg/die. Né la dose più bassa (400 mg/die) né il regime più alto di dosaggio (800 mg/die) di quetiapina era superiore al placebo rispetto alla percentuale di pazienti che rispondevano, definita come ≥ 30% della riduzione dal basale nel punteggio totale PANSS. Sia la mania, sia la schizofrenia a dosi più alte hanno portato a velocità di risposta numericamente più basse.

In un terzo studio in monoterapia a breve termine, controllato con placebo con quetiapina a rilascio prolungato nei bambini e negli adolescenti (10-17 anni di età) affetti da depressione bipolare, l’efficacia non è stata dimostrata.

Non ci sono dati disponibili sul mantenimento degli effetti o sulla prevenzione delle ricadute in questo gruppo di età.

Sicurezza clinica

Negli studi pediatrici a breve termine con quetiapina sopra descritti, l’incidenza dei sintomi extrapiramidali (EPS) nel braccio attivo vs placebo erano di 12,9% vs 5,3% nello studio sulla schizofrenia, 3,6% vs 1,1% nello studio sulla mania bipolare e 1,1% vs 0% nello studio sulla depressione bipolare. L’incidenza di aumento di peso ≥7% dal peso corporeo basale nel braccio attivo vs placebo era 17% vs 2,5% negli studi di schizofrenia e mania bipolare, e 13,7% vs 6,8% nello studio della depressione bipolare. L’incidenza di eventi suicidio correlati nel braccio attivo vs placebo erano di 1,4% vs 1,3% nello studio di schizofrenia, 1,0% vs 0% nello studio di mania bipolare, e 1,1% vs 0% nello studio sulla depressione bipolare. Durante una fase di follow-up esteso post-trattamento di uno studio nella depressione bipolare, ci sono stati altri due eventi correlati al suicidio in due pazienti, uno di questi pazienti aveva utilizzato quetiapina, al momento dell’evento.

Sicurezza a lungo termine

Una fase in aperto di 26 settimane del trial in acuto (n=380 pazienti), con dosi flessibili di quetiapina da 400 mg a 800 mg al giorno, ha fornito dati addizionali di sicurezza. Aumento della pressione sanguigna è stato riportato in bambini e adolescenti e aumento dell’appetito, sintomi extrapiramidali e aumento della prolattina sierica sono stati riportati con frequenza più alta nei bambini e negli adolescenti rispetto che nei pazienti adulti (vedere paragrafi 4.4. e 4.8). Riguardo all’aumento di peso per adeguarsi alla normale crescita in un periodo più lungo, è stato utilizzato come misura di una modifica clinicamente significativa un aumento di almeno 0.5 deviazione standard dal basale di IMC (Indice di massa corporea): 18,3% dei pazienti trattati con quetiapina per almeno 26 settimane rispettavano questo criterio.

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Assorbimento

In seguito a somministrazione orale la quetiapina è ben assorbita ed estensivamente metabolizzata. La biodisponibilità di quetiapina non è influenzata in maniera significativa dalla somministrazione con il cibo. Le concentrazioni molari di picco allo stato stazionario del metabolita attivo norquetiapina sono il 35% di quelle osservate per la quetiapina.

I profili farmacocinetici di quetiapina e norquetiapina sono lineari nel range di dose approvato.

Distribuzione

La quetiapina è legata alle proteine plasmatiche approssimativamente per l’83%.

Biotrasformazione

A seguito di somministrazione di quetiapina radiomarcata, la quetiapina viene ampiamente metabolizzata nel fegato, con il composto precursore che costituisce meno del 5% della sostanza collegata al farmaco immodificato nelle urine e nelle feci. Studi in vitro hanno dimostrato che CYP3A4 è il principale enzima responsabile del metabolismo di quetiapina mediato dal citocromo P450. La norquetiapina è principalmente formata ed eliminata attraverso il CYP3A4.

La frazione di dose molare media di quetiapina libera e del metabolita attivo norquetiapina presente nel plasma umano è escreta nelle urine in misura < 5%.

Circa il 73% della radioattività è secreta nelle urine ed il 21% nelle feci.

È stato constatato che la quetiapina e diversi suoi metaboliti (inclusa la norquetiapina) sono deboli inibitori delle attività 1A2, 2C9, 2C19, 2D6 e 3A4 del citocromo P450 dell’uomo, in vitro.

L’inibizione del CYP si osserva in vitro solo a concentrazioni almeno 5-50 volte più elevate di quelle osservate nell’uomo alle dosi efficaci comuni tra 300 e 800 mg/giorno nell’uomo. Sulla base di questi risultati in vitro, è improbabile che la co-somministrazione di quetiapina con altri farmaci risulti in un’inibizione clinicamente significativa del metabolismo degli altri farmaci mediato dal citocromo P450. Studi sugli animali hanno stabilito che la quetiapina può indurre gli enzimi del citocromo P450. In uno studio specifico di interazione in pazienti psicotici, tuttavia, non è stato visto un incremento dell’attività del citocromo P450 dopo la somministrazione di quetiapina.

Eliminazione

Le emivite di eliminazione della quetiapina e della norquetiapina sono di circa 7 e 12 ore rispettivamente.

La frazione di dose molare media di quetiapina libera e del metabolita attivo norquetiapina presente nel plasma umano è escreta nelle urine in misura < 5%.

Popolazioni speciali

Sesso di appartenenza

Le cinetiche di quetiapina non differiscono tra uomini e donne.

Anziani

Negli anziani la clearance media di quetiapina è approssimativamente del 30- 50% inferiore rispetto a quella trovata negli adulti di 18-65 anni di età.

Compromissione renale

La clearance plasmatica media di quetiapina è ridotta di circa il 25% nei soggetti con insufficienza renale grave (clearance della creatinina inferiore di 30 ml/min/1,73 m2), ma i valori individuali di clearance sono nell’intervallo dei soggetti normali.

Compromissione epatica

La clearance plasmatica media di quetiapina si reduce di circa il 25% in persone con insufficienza epatica nota (cirrosi alcolica stabile). Poiché la quetiapina è ampiamente metabolizzata dal fegato, ci si possono aspettare concentrazioni plasmatiche più elevate nei pazienti con insufficienza epatica, e di conseguenza possono essere necessari aggiustamenti del dosaggio (vedere il paragrafo 4.2.).

Popolazione pediatrica

I dati farmacocinetici sono stati esaminati in 9 bambini di età 10-12 anni e in 12 adolescenti, in trattamento con 400 mg di quetiapina due volte al giorno, allo stato stazionario.

Allo stato stazionario i livelli plasmatici della dose normalizzata del precursore, quetiapina, nei bambini e negli adolescenti (10-17 anni di età) sono risultati simili agli adulti, sebbene la Cmax, nei bambini sia al valore più alto del range osservato negli adulti.

La AUC e la Cmax del metabolita attivo norquetiapina sono risultati più elevati, circa 62% e 49% nei bambini (10-12 anni), rispettivamente e 28% e 14% negli adolescenti (13-17 anni) rispetto agli adulti.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

Indice

Non c’è stata evidenza di genotossicità in una serie di studi di genotossicità in vitro ed in vivo.

In animali da laboratorio a livelli di esposizione clinicamente rilevanti sono state valutate le seguenti deviazioni, che non sono state ancora confermate dalla ricerca clinica a lungo termine.

Nei ratti è stata osservata deposizione del pigmento nella tiroide; nelle scimmie cynomolgus sono stati osservati ipertrofia cellulare follicolare, riduzione dei livelli di T3 nel plasma, aumento delle concentrazioni di emoglobina e riduzione del numero di globuli rossi e bianchi; nei cani sono state osservate opacità del cristallino e cataratte (per le cataratte/opacità del cristallino vedere paragrafo 5.1).

In uno studio di tossicità embriofetale nel coniglio l’incidenza fetale di flessione carpale/tarsale è stata aumentata. Questo effetto si è verificato in presenza di effetti materni evidenti come corpo ridotto aumento di peso. Questi effetti sono stati evidenti a livelli simili di esposizione materna o leggermente superiori a quelli ottenuti nell’uomo alla dose terapeutica massima. La rilevanza di questo dato per l’uomo non è nota.

In uno studio sulla fertilità nei ratti, sono stati osservati una marginale riduzione della fertilità maschile e pseudogravidanza, periodi prolungati di diestro, aumento dell’intervallo precoitale e ridotto tasso di gravidanza. Questi effetti sono correlati ad elevati livelli di prolattina e non sono direttamente rilevanti per gli esseri umani a causa di differenze di specie nel controllo ormonale della riproduzione.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Nucleo della compressa

Lattosio monoidrato

Calcio idrogeno fosfato diidrato Cellulosa microcristallina Povidone

Sodio amido glicolato (Tipo A) Magnesio stearato

Il rivestimento con film:

Ipromellosa

Titanio diossido (E171) Macrogol 4000

Ferro ossido giallo (E172) – solo nelle compresse da 25 mg e 100 mg Ferro ossido rosso (E172) – solo nelle compresse da 25 mg

06.2 Incompatibilità

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Non applicabile.

06.3 Periodo di validità

Indice

5 anni.

Contenitori per compresse in HDPE:

Il periodo di validità dopo la prima apertura è di 3 mesi.

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

06.5 Natura e contenuto della confezione

Indice

Blister (PVC/Al): 6 (solo le compresse da 25 mg), 10, 20, 30, 30 x 1, 50, 60, 90,

98, 100, 100 x 1, 120 (solo le compresse da 150 mg e 300 mg), 180 (solo le compresse da 150 mg e 300 mg) o 240 compresse (solo le compresse da150 mg e 300 mg) in un astuccio.

Contenitore di plastica in polietilene (HDPE): 250 compresse (solo da 100 mg e 200 mg) in una scatola.

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Nessuna istruzione particolare.

Qualsiasi prodotto non utilizzato o materiale di scarto dovrebbe essere smaltito in conformità alla normativa locale vigente

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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KRKA, d.d., Novo mesto, Šmarješka cesta 6, 8501 Novo mesto, Slovenia

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

Indice

AIC n. 041195013 – “25 mg Compresse Rivestite Con Film” 6 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195025 – “25 mg Compresse Rivestite Con Film” 10 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195037 – “25 mg Compresse Rivestite Con Film” 20 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195049 – “25 mg Compresse Rivestite Con Film” 30 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195052 – “25 mg Compresse Rivestite Con Film” 30xl Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195064 – “25 mg Compresse Rivestite Con Film” 50 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195076 – “25 mg Compresse Rivestite Con Film” 60 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195088 – “25 mg Compresse Rivestite Con Film” 90 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195090 – “25 mg Compresse Rivestite Con Film” 100 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195102 – “25 mg Compresse Rivestite Con Film” 100xl Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195114 – “100 mg Compresse Rivestite Con Film” 10 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195126 – “100 mg Compresse Rivestite Con Film” 20 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195138 – “100 mg Compresse Rivestite Con Film” 30 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195140 – “100 mg Compresse Rivestite Con Film” 30xl Compresse In Blister PVC/Al

AIC n 041195153 – “100 mg Compresse Rivestite Con Film” 50 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195165 – “100 mg Compresse Rivestite Con Film” 60 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195177 – “100 mg Compresse Rivestite Con Film” 90 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195189 – “100 mg Compresse Rivestite Con Film” 100 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195191 – “100 mg Compresse Rivestite Con Film” 100xl Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195203 – “100 mg Compresse Rivestite Con Film” 250 Compresse In Contenitore HDPE

AIC n. 041195215 – “150 mg Compresse Rivestite Con Film” 10 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195227 – “150 mg Compresse Rivestite Con Film” 20 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195239 – “150 mg Compresse Rivestite Con Film” 30 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195241 – “150 mg Compresse Rivestite Con Film” 30xl Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195254 – “150 mg Compresse Rivestite Con Film” 50 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195266 – “150 mg Compresse Rivestite Con Film” 60 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195278 – “150 mg Compresse Rivestite Con Film” 90 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195280 – “150 mg Compresse Rivestite Con Film” 100 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195292 – “150 mg Compresse Rivestite Con Film” 100xl Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195304 – “150 mg Compresse Rivestite Con Film” 120 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195316 – “150 mg Compresse Rivestite Con Film” 180 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195328 – “150 mg Compresse Rivestite Con Film” 240 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195330 – “200 mg Compresse Rivestite Con Film” 10 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195342 – “200 mg Compresse Rivestite Con Film” 20 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195355 – “200 mg Compresse Rivestite Con Film” 30 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195367 – “200 mg Compresse Rivestite Con Film” 30xl Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195379 – “200 mg Compresse Rivestite Con Film” 50 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195381 – “200 mg Compresse Rivestite Con Film” 60 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195393 – “200 mg Compresse Rivestite Con Film” 90 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195405 – “200 mg Compresse Rivestite Con Film” 100 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195417 – “200 mg Compresse Rivestite Con Film” 100xl Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195429 – “200 mg Compresse Rivestite Con Film” 250 Compresse In Contenitore HDPE

AIC n. 041195431 – “300 mg Compresse Rivestite Con Film” 10 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195443 – “300 mg Compresse Rivestite Con Film” 20 Compresse In

Blister PVC/Al

AIC n. 041195456 – “300 mg Compresse Rivestite Con Film” 30 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195468 – “300 mg Compresse Rivestite Con Film” 30xl Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195470 – “300 mg Compresse Rivestite Con Film” 50 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195482 – “300 mg Compresse Rivestite Con Film” 60 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195494 – “300 mg Compresse Rivestite Con Film” 90 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195506 – “300 mg Compresse Rivestite Con Film” 100 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195518 – “300 mg Compresse Rivestite Con Film” 100xl Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195520 – “300 mg Compresse Rivestite Con Film” 120 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195532 – “300 mg Compresse Rivestite Con Film” 180 Compresse In Blister PVC/Al

AIC n. 041195544 – “300 mg Compresse Rivestite Con Film” 240 Compresse In Blister PVC/Al

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Data della prima autorizzazione: 02/11/2011 Data del rinnovo più recente: 03/11/2013

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: ———-

Ultimo aggiornamento A.I.FA.: 21/07/2019