Navelbine 50: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Navelbine 50

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Navelbine 50: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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NAVELBINE 10 mg/ml concentrato per soluzione per infusione

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Principio attivo FORMULAZIONE
10 mg/1ml 50 mg/5 ml
vinorelbine tartrato (mg) 13.85 69.25
pari a vinorelbine (INN) base (mg) 10.00 50.00

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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Concentrato per soluzione per infusione.

NAVELBINE è una soluzione trasparente, da incolore a giallino pallido con pH compreso fra 3.3 e 3.8.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Carcinoma polmonare non a piccole cellule. Carcinoma mammario metastatico.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Esclusivamente per somministrazione endovenosa dopo idonea diluizione. La somministrazione intratecale di NAVELBINE può essere fatale.

Istruzioni per l’uso e la manipolazione: vedere paragrafo 6.6.

Si raccomanda di somministrare NAVELBINE con infusione di 6-10 minuti dopo diluizione in 20-50 ml di soluzione iniettabile di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%) o di glucosio al 5%.

La somministrazione deve essere sempre seguita da un lavaggio della vena con almeno 250 ml di soluzione isotonica.

Carcinoma polmonare non a piccole cellule e carcinoma mammario metastatico

In monoterapia la dose raccomandata è di 25-30 mg/m² in un’unica somministrazione settimanale.

In polichemioterapia la dose raccomandata (25-30 mg/m²) viene normalmente mantenuta mentre viene ridotta la frequenza di somministrazione, ad esempio ai giorni 1 e 5 ogni 3 settimane o ai giorni 1 e 8 ogni 3 settimane, in accordo con il protocollo di trattamento.

Utilizzo in pazienti anziani:

Nell’esperienza clinica non si sono osservate differenze significative nei pazienti anziani (riguardo al tasso di risposta), ma non si può escludere una maggiore sensibilità in alcuni di questi pazienti. L’età non modifica la farmacocinetica di vinorelbine (vedere paragrafo 5.2).

Utilizzo in pazienti con insufficienza epatica:

La farmacocinetica di NAVELBINE non è modificata in pazienti con moderata o grave insufficienza epatica (bilirubina > 2xUNL e/o transaminasi > 5xUNL). Ciononostante come misura precauzionale si raccomanda di ridurre la dose a 20 mg/m2 e di monitorare con attenzione i parametri ematologici in pazienti con grave insufficienza epatica (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).

Utilizzo in pazienti con insufficienza renale:

Dal punto di vista farmacocinetico non esiste razionale per la riduzione della dose di NAVELBINE in pazienti con insufficienza renale, dato il basso livello di escrezione renale (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).

Utilizzo nei bambini:

Poiché la sicurezza e l’efficacia nei bambini non sono state definite, l’utilizzo nei bambini non è raccomandato (vedere paragrafo 5.1).

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità nota al principio attivo (vinorelbine), altri alcaloidi della vinca o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Conta neutrofili < 1.500/mm3 o gravi infezioni in corso o recenti (nelle ultime 2 settimane).

Conta piastrinica < 100.000/mm3.

In combinazione con il vaccino per la febbre gialla (vedere paragrafo 4.5).

Allattamento (vedere paragrafo 4.6).

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Avvertenze speciali

NAVELBINE deve essere usata sotto la supervisione di un medico esperto in chemioterapia antitumorale.

Poiché l’inibizione del sistema ematopoietico è il rischio principale legato all’uso di NAVELBINE, un rigoroso controllo ematologico deve essere effettuato durante il trattamento (nella stessa giornata di ogni nuova somministrazione, determinare tasso di emoglobina, conta di leucociti, neutrofili e piastrine).

La reazione avversa limitante la dose è principalmente la neutropenia. Questo effetto non è cumulativo, raggiunge il nadir tra i 7 ed i 14 giorni dopo la somministrazione ed è rapidamente reversibile in 5-7 giorni. In caso di conta dei neutrofili minore di 1.500/mm3 e/o di conta piastrinica inferiore a 100.000/mm3, il trattamento deve essere ritardato fino a normalizzazione del quadro ematologico.

In presenza di segni o sintomi di infezione, si deve effettuare un accurato controllo del paziente. Precauzioni d’impiego

Si richiede particolare attenzione nel caso in cui la terapia sia somministrata a pazienti con anamnesi di

cardiopatia ischemica (vedere paragrafo 4.8).

La farmacocinetica di NAVELBINE non è modificata in pazienti con moderata o grave insufficienza epatica. Per l’adattamento del dosaggio in questo specifico gruppo di pazienti, vedere paragrafo 4.2.

Non sussiste alcun razionale farmacocinetico per la riduzione della dose di NAVELBINE in pazienti con insufficienza renale, dato il basso livello di escrezione renale (vedere paragrafo 4.2).

NAVELBINE non deve essere somministrata in concomitanza con radioterapia nel caso in cui il campo di trattamento includa il fegato.

Questo prodotto è controindicato specificatamente in concomitanza con il vaccino per la febbre gialla e non ne è raccomandato l’uso in concomitanza con altri vaccini vivi attenuati.

Si deve porre particolare attenzione quando si associa NAVELBINE con farmaci forti inibitori o induttori del citocromo CYP3A4 (vedere paragrafo 4.5 – Interazioni specifiche di vinorelbine) e l’associazione con fenitoina (come per tutti i citotossici) e con itraconazolo (come per tutti gli alcaloidi della vinca) non è raccomandata.

Evitare accuratamente ogni contatto con gli occhi: se il contatto avviene con il prodotto sotto pressione c’è il rischio di grave irritazione e ulcerazione della cornea. In caso di contatto con gli occhi, praticare immediatamente un lavaggio abbondante con soluzione iniettabile di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%).

La malattia polmonare interstiziale è stata riportata più frequentemente nella popolazione giapponese. Si deve fare particolare attenzione con questa specifica popolazione.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Interazioni comuni a tutti i citotossici:

A causa dell’aumento di rischio di trombosi in caso di patologia tumorale, è frequente l’impiego di un trattamento anticoagulante. La grande variabilità intra-individuale della coagulazione durante la malattia e l’eventualità di interazioni fra anticoagulanti orali e chemioterapia antitumorale richiedono, qualora si decidesse di trattare il paziente con anticoagulanti orali, un aumento della frequenza del monitoraggio dell’INR (International Normalized Ratio).

Uso concomitante controindicato:

Vaccino per la febbre gialla: rischio di malattia generalizzata da vaccino ad esito fatale (vedere paragrafo 4.3).

Uso concomitante non raccomandato:

Vaccini vivi attenuati (per il vaccino per la febbre gialla, vedere l’uso concomitante controindicato): rischio di malattia da vaccino generalizzata, che può essere fatale. Questo rischio è aumentato in pazienti già immunodepressi per la loro malattia. Si raccomanda l’uso di un vaccino inattivato, se esiste (poliomielite) (vedere paragrafo 4.4).

Fenitoina: rischio di aggravamento delle convulsioni derivanti dalla riduzione dell’assorbimento intestinale di fenitoina causata dai farmaci citotossici o perdita di efficacia dei farmaci citotossici per l’aumentato metabolismo epatico causato dalla fenitoina.

Uso concomitante da prendere in considerazione:

Ciclosporina, tacrolimus: eccessiva immunodepressione con rischio di linfoproliferazione.

Interazioni specifiche degli alcaloidi della vinca:

Uso concomitante non raccomandato:

Itraconazolo: aumento della neurotossicità degli alcaloidi della vinca, a causa della diminuzione del loro metabolismo epatico.

Uso concomitante da considerare con attenzione:

Mitomicina C: aumento del rischio di broncospasmo e dispnea, in rari casi si è osservata polmonite interstiziale.

Poiché gli alcaloidi della vinca sono noti come substrati per la glicoproteina P e dal momento che non esistono studi specifici, si deve usare particolare cautela quando NAVELBINE viene associata con forti modulatori di questo trasportatore di membrana.

Interazioni specifiche di vinorelbine:

La combinazione di NAVELBINE con altri farmaci con tossicità nota a livello del midollo osseo può aggravare gli effetti avversi mielodepressivi.

Poiché il citocromo CYP3A4 è principalmente coinvolto nel metabolismo di vinorelbine, l’associazione con potenti inibitori di questo isoenzima (es. ketoconazolo, itraconazolo) può aumentare le concentrazioni plasmatiche di vinorelbine, mentre la combinazione con potenti induttori di questo isoenzima (es. rifampicina, fenitoina) può diminuire le concentrazioni plasmatiche di vinorelbine.

L’associazione NAVELBINE-cisplatino per diversi cicli di trattamento non mostra alcuna interazione reciproca nei parametri farmacocinetici. Comunque, nel corso di terapia con NAVELBINE in combinazione con cisplatino, è stata riscontrata un’incidenza di granulocitopenia più alta di quella osservata con NAVELBINE in monoterapia.

Un aumento dell’incidenza della neutropenia di grado 3/4 è stato suggerito da uno studio clinico di fase I in cui vinorelbine somministrato per via endovenosa era stata associata a lapatinib. In questo studio la dose raccomandata di vinorelbine al giorno 1 e al giorno 8 era di 22,5 mg/m2 in uno schema posologico di 3 settimane in associazione con una somministrazione giornaliera di 1.000 mg di lapatinib. Questo tipo di associazione deve essere somministrato con cautela.

04.6 Gravidanza e allattamento

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Gravidanza:

Non ci sono sufficienti dati relativi all’uso di vinorelbine in donne in gravidanza. Gli studi sugli animali hanno mostrato embriotossicità e teratogenicità (vedere paragrafo 5.3). Sulla base dei risultati degli studi sugli animali e dell’azione farmacologica del medicinale vi è un potenziale rischio di anomalie embrionali e fetali.

Pertanto NAVELBINE non deve essere utilizzato durante la gravidanza, a meno che il beneficio individuale atteso superi chiaramente il rischio potenziale.

In caso di gravidanza durante il trattamento la paziente deve essere informata dei rischi per il nascituro e deve essere monitorata attentamente. Deve essere considerata la possibilità di una consulenza genetica.

Donne potenzialmente fertili:

Le donne potenzialmente fertili devono usare un efficace metodo contraccettivo durante il trattamento e fino a tre mesi dopo il trattamento.

Allattamento:

Non è noto se vinorelbine venga escreto nel latte materno. L’escrezione di vinorelbine nel latte non è stata studiata negli animali da laboratorio. Non si può escludere un rischio per il neonato e pertanto l’allattamento deve essere interrotto prima di iniziare la terapia con NAVELBINE (vedere paragrafo 4.3).

Fertilità:

Si consiglia agli uomini trattati con NAVELBINE di non procreare durante e per almeno 3 mesi dopo la fine del trattamento. Prima del trattamento si deve consigliare di conservare lo sperma, a causa della possibilità di una infertilità irreversibile come conseguenza del trattamento con vinorelbine.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli o sull’uso di macchinari, ma sulla base del profilo farmacodinamico vinorelbine non altera la capacità di guidare veicoli e usare macchinari. Comunque è necessario prestare cautela nei pazienti trattati con vinorelbine, tenendo in considerazione alcuni effetti indesiderati del farmaco.

04.8 Effetti indesiderati

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Le reazioni avverse riportate in più di un caso isolato sono elencate di seguito, in base alla Classificazione per Sistemi e Organi e alla frequenza. Le frequenze sono definite come: molto comuni (≥ 1/10), comuni (da ≥ 1/100 a < 1/10), non comuni (da ≥ 1/1.000 a < 1/100), rari (da ≥ 1/10.000 a < 1/1.000) e molto rari (< 1/10.000), in accordo alla convenzione MedDRA sulla frequenza ed alla Classificazione per Sistemi e Organi.

Le reazioni avverse al farmaco più comunemente riportate sono: depressione del midollo osseo con neutropenia, anemia, disturbi neurologici, tossicità gastrointestinale con nausea, vomito, stomatite e stitichezza, aumenti transitori dei test di funzionalità epatica, alopecia e flebite locale.

Ulteriori reazioni avverse raccolte durante l’esperienza dopo la commercializzazione e dagli studi clinici sono state aggiunte, in accordo alla Classificazione MedDRA, con frequenza Non nota.

Informazioni dettagliate sulle reazioni avverse:

Le reazioni sono descritte utilizzando la classificazione WHO (grado 1=G1; grado 2=G2; grado 3=G3; grado 4=G4; grado 1-4= G 1-4; grado 1-2=G1-2; grado 3-4=G3-4).

Infezioni ed infestazioni

Comuni: – Infezioni batteriche, virali o fungine a diversa localizzazione (respiratoria, urinaria, tratto gastrointestinale, etc.) di intensità da lieve a moderata e di solito reversibili con un appropriato trattamento.

Non comuni: – Grave sepsi talvolta con altre insufficienze organiche.

Setticemia.

Molto rari: – Setticemia complicata e talvolta fatale.

Non nota: – Sepsi neutropenia

Infezione neutropenica G3-4.

Patologie del sistema emolinfopoietico

Molto comuni: – Depressione midollare che si manifesta principalmente come neutropenia (G3: 24,3%; G4: 27,8% ) reversibile in 5-7 giorni e non cumulabile nel tempo.

– Anemia (G3-4: 7,4%).

Comuni: – Trombocitopenia (G3-4: 2,5%) può manifestarsi ma raramente di intensità grave.

Non nota: – Neutropenia febbrile

Pancitopenia

Leucopenia G1-4

Disturbi del sistema immunitario

Non nota: – Reazioni allergiche sistemiche come anafilassi, shock anafilattico o reazione di tipo anafilattoide.

Patologie endocrine

Non nota: – Secrezione inadeguata di ormone antidiuretico (SIADH).

Disturbi del metabolismo e della nutrizione Rari: – Grave iponatriemia.

Non nota: – Anoressia.

Patologie del sistema nervoso

Molto comuni: – Disturbi neurologici che includono la perdita dei riflessi osteotendinei profondi (G3-4: 2,7%).

Dopo trattamenti prolungati è stata riportata debolezza agli arti inferiori.

Non comuni: – Lo sviluppo di gravi parestesie con sintomatologia sensoriale e motoria è infrequente. Questi effetti sono generalmente reversibili.

Non nota: – Cefalea

Capogiri

Atassia

Patologie cardiache

Rari: – Cardiopatia ischemica (angina pectoris, infarto miocardico a volte fatale).

Molto rari: – Tachicardia, palpitazioni e disturbi del ritmo cardiaco.

Non nota: – Insufficienza cardiaca

Patologie vascolari

Non comuni: – Ipotensione arteriosa, ipertensione arteriosa, rossore e freddo alle estremità.

Rari: – Grave ipotensione, collasso.

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Non comuni: – Dispnea e broncospasmo possono manifestarsi in associazione al trattamento con NAVELBINE, cosi come con altri alcaloidi della vinca.

Rari: – E’ stata riportata pneumopatia interstiziale a volte fatale.

Non nota: – Tosse G1-2

Patologie gastrointestinali

Molto comuni: – Stomatiti (G1-4:15% con NAVELBINE in monoterapia).

Nausea e vomito (G 1-2: 30,4% e G3-4: 2,2%). Una terapia con antiemetici può ridurne la comparsa.

La stipsi è il sintomo principale (G3-4: 2,7%) che raramente progredisce fino ad ileo paralitico con NAVELBINE in monoterapia e (G3-4: 4,1%) con la combinazione di NAVELBINE e altri agenti chemioterapici.

Comuni: – Può comparire diarrea di norma da lieve a moderata.

Rari: – Ileo paralitico, il trattamento può essere ricominciato dopo il recupero della normale funzionalità intestinale.

E’ stata riportata pancreatite.

Non nota: – Sanguinamento gastrointestinale

Grave diarrea

Dolore addominale

Patologie epatobiliari

Molto comuni: – Sono stati riportati aumenti transitori dei test di funzionalità epatica (G 1-2) senza sintomatologia clinica (SGOT in 27,6% e SGPT in 29,3%).

Non nota: – Patologia epatica

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Molto comuni: – Può manifestarsi alopecia, di solito di natura lieve (G3-4: 4,1% con NAVELBINE in monoterapia).

Rari: – Sono state riportate reazioni cutanee generalizzate con NAVELBINE.

Non nota: – Sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare.

Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Comuni: – Artralgia inclusi dolori mascellari e mialgia.

Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione

Molto comuni: – Reazioni nel sito d’iniezione quali eritema, dolore urticante, decolorazione della vena, flebiti locali (G3-4: 3,7% con NAVELBINE in monoterapia).

Comuni: – Astenia, affaticamento, febbre, dolori in diverse sedi inclusi dolori al petto e in sede tumorale sono comparsi in pazienti in trattamento con NAVELBINE.

Rari: – Si è osservata necrosi locale. L’accurato posizionamento dell’ago o del catetere e l’infusione in bolo seguita da un lavaggio abbondante della vena possono ridurre questi effetti.

Non nota: – Brividi G1-2

Esami diagnostici

Non nota: – Calo ponderale

Per la formulazione orale di Navelbine sono stati riportati i seguenti eventi avversi aggiuntivi: disordini neuromotori, disordini del gusto, deficit visivo, insonnia, disfagia, esofagite, aumento di peso, disuria, altri sintomi genito-urinari.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

04.9 Sovradosaggio

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Sintomi

Il sovradosaggio con NAVELBINE potrebbe dar luogo a ipoplasia midollare, che può essere a volte associata a infezione, febbre e ileo paralitico.

Procedura di emergenza

Deve essere istituito, secondo il giudizio del medico, un trattamento generale di supporto con trasfusioni di sangue, fattori di crescita e terapia con antibiotici ad ampio spettro a discrezione del medico.

Antidoto

Non è noto alcun antidoto in caso di sovradosaggio di NAVELBINE.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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NAVELBINE è un farmaco antineoplastico della famiglia degli alcaloidi della vinca, ma diversamente da tutti gli altri alcaloidi della vinca, il nucleo catarantinico di vinorelbine è stato strutturalmente modificato. A livello molecolare essa agisce sull’equilibrio dinamico della tubulina nell’apparato microtubulare della cellula. Inibisce la polimerizzazione della tubulina e si lega di preferenza ai microtubuli mitotici e solo ad alte concentrazioni altera i microtubuli assonali. Il suo potere spiralizzante sulla tubulina è inferiore a quello della vincristina.

NAVELBINE blocca la mitosi in fase G2 + M e provoca la morte cellulare in interfase o durante la successiva mitosi.

La sicurezza e l’efficacia di NAVELBINE nei pazienti pediatrici non sono state definite. I dati clinici di due studi di Fase II a braccio singolo condotti utilizzando vinorelbine per via endovenosa a dosi da 30 a 33,75 mg/m2 al D1 e al D8, somministrata ogni 3 settimane o una volta alla settimana per 6 settimane ogni 8 settimane, in 33 e 46 pazienti pediatrici, rispettivamente, affetti da tumori solidi ricorrenti, tra cui rabdomiosarcoma, altri sarcomi dei tessuti molli, sarcoma di Ewing, liposarcoma, sarcoma sinoviale, fibrosarcoma, tumore del sistema nervoso centrale, osteosarcoma, neuroblastoma, non hanno mostrato una significativa attività clinica. Il profilo di tossicità è stato simile a quello riportato nei pazienti adulti (vedere paragrafo 4.2).

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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I parametri farmacocinetici di vinorelbine sono stati valutati nel sangue.

La farmacocinetica di vinorelbine somministrata per infusione endovenosa è risultata lineare fino alla dose di 45 mg/m2 e il profilo nel tempo delle concentrazioni ematiche mostra un’eliminazione tri- esponenziale.

Distribuzione

Il volume di distribuzione allo stato di equilibrio è ampio, in media 21,2 L/kg (intervallo: 7,5-39,7 L/Kg) e indica un’estesa distribuzione nei tessuti.

Il legame con le proteine plasmatiche è basso (13,5%). Tuttavia vinorelbine ha un alto legame con le cellule del sangue, specialmente con le piastrine (78%).

Si è riscontrata una significativa captazione di vinorelbine nei polmoni, come risulta da biopsie chirurgiche polmonari, che mostrano concentrazioni fino a 300 volte superiori alle concentrazioni sieriche. Non è stata evidenziata vinorelbine nel sistema nervoso centrale.

Metabolismo

Tutti i metaboliti di vinorelbine sono formati dall’isoforma CYP 3A4 del citocromo P450 ad eccezione del 4-0-deacetilvinorelbine probabilmente trasformato da carbossilesterasi. Il 4-0-deacetilvinorelbine è il principale metabolita riscontrato a livello ematico ed è l’unico attivo. Nessun composto sulfo o glucurono-coniugato è stato evidenziato.

Eliminazione

L’emivita terminale media di vinorelbine è di circa 40 ore. La clearance ematica è alta, simile al flusso ematico epatico, ed è in media di 0,72 L/h/kg (range: 0,32-1,26 L/h/kg).

L’eliminazione renale è bassa (<20% della dose somministrata per via endovenosa) e consiste principalmente in vinorelbine immodificata. L’escrezione biliare è la principale via di eliminazione sia di vinorelbine immodificata, principale prodotto di recupero, sia dei suoi metaboliti.

Gruppi speciali di pazienti

Compromissione renale ed epatica

Gli effetti di alterazioni renali sulla distribuzione di vinorelbine non sono stati studiati, tuttavia non è indicata una riduzione della dose in presenza di insufficienza renale, a causa della modesta eliminazione renale di vinorelbine.

Un primo studio ha valutato gli effetti dell’insufficienza epatica sulla farmacocinetica di vinorelbine. Lo studio, condotto in pazienti con metastasi epatiche da tumore della mammella, ha mostrato che una variazione della clearance media di vinorelbine si osserva solo quando la lesione coinvolge più del 75% del parenchima epatico.

Uno studio farmacocinetico di fase I, corretto per dose, è stato condotto in pazienti neoplastici con insufficienza epatica: 6 pazienti con insufficienza di grado moderato (bilirubina ≤2 x UNL e transaminasi

≤ 5 x UNL) sono stati trattati con dosi fino a 25 mg/m² e 8 pazienti con insufficienza severa (bilirubina > 2 x UNL e/o transaminasi > 5 x UNL) sono stati trattati con dosi fino a 20 mg/m². La clearance totale media in questi due sottogruppi di pazienti è risultata simile a quella osservata in pazienti con normale funzionalità epatica. Pertanto la farmacocinetica di vinorelbine non si modifica in pazienti con insufficienza epatica moderata o grave. Tuttavia come misura precauzionale, si raccomanda di ridurre la dose a 20 mg/m2, e di monitorare con attenzione i parametri ematologici in pazienti con grave insufficienza epatica (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).

Pazienti anziani

Uno studio con NAVELBINE in pazienti anziani (≥ 70 anni) con carcinoma polmonare non a piccole cellule ha dimostrato che la farmacocinetica di vinorelbine non è influenzata dall’età. Comunque, poiché i pazienti anziani sono deboli, si deve usare cautela quando si aumenta la dose di NAVELBINE (vedere paragrafo 4.2 – Posologia e modo di somministrazione).

Correlazione farmacocinetica /farmacodinamica

E’ stata osservata una correlazione diretta tra esposizione ematica e diminuzione dei valori di leucociti o di polimorfonucleati.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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Vinorelbine induce danni ai cromosomi, ma non è mutagena al Test di Ames.

Si presume che NAVELBINE possa causare effetti mutageni nell’uomo (induzione di aneuploidia e poliploidia).

Nell’animale, in studi di tossicità riproduttiva, NAVELBINE è risultata embrio-feto-letale e teratogena.

Alle dosi massime tollerate nel cane non si sono evidenziati effetti emodinamici imputabili a vinorelbine, mentre si sono osservati alcuni disturbi minori e non significativi della ripolarizzazione, come con altri alcaloidi della vinca. In primati trattati per più di 39 settimane, con dosi ripetute di NAVELBINE non si sono osservati effetti sul sistema cardiovascolare.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Acqua per preparazione iniettabile

06.2 Incompatibilità

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NAVELBINE non deve essere diluita in soluzioni alcaline (rischio di precipitazione).

Questo prodotto non deve essere miscelato con altri medicinali, ad esclusione di quelli elencati al paragrafo 6.6.

06.3 Periodo di validità

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La validità del prodotto a confezionamento integro è di 3 anni.

Dopo diluizione in soluzione iniettabile di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%) o in soluzione iniettabile di glucosio al 5%, la stabilità chimico-fisica di NAVELBINE è stata dimostrata per 8 giorni a temperatura ambiente (+ 20° C  5° C) o in frigorifero (tra +2 °C e +8 °C) al riparo dalla luce, in contenitori di vetro, PVC e in sacche di vinile acetato.

Da un punto di vista microbiologico il prodotto dovrebbe essere usato immediatamente. Se non viene usato immediatamente, i tempi e le condizioni di conservazione della soluzione pronta per l’uso sono di responsabilità dell’utilizzatore e non dovrebbero normalmente superare le 24 ore a 2°C-8°C, a meno che la preparazione non sia stata effettuata in condizioni controllate e convalidate di sterilità.

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Conservare tra +2°C e +8°C (in frigorifero), al riparo dalla luce (vedere paragrafo 6.3). Non congelare.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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NAVELBINE è disponibile in flaconi di vetro (tipo I) di volume appropriato chiusi con tappo in gomma clorobutilica o butilica. Il tappo è coperto da un anello di alluminio con sigillo in polipropilene.

Scatola da 1 flacone da lml Scatola da 1 flacone da 5ml

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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La preparazione e la somministrazione di NAVELBINE devono essere effettuate da personale esperto. Devono essere indossate idonee protezioni per gli occhi, guanti monouso, mascherina per il viso e grembiule monouso. Eventuali versamenti o perdite devono essere asciugate.

Ogni contatto con gli occhi deve essere accuratamente evitato. In caso di contatto, lavarsi immediatamente gli occhi con una soluzione iniettabile di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%).

A completamento, qualsiasi superficie esposta deve essere accuratamente pulita e devono essere lavate le mani e la faccia.

Non esistono incompatibilità contenuto/contenitore tra NAVELBINE e contenitori in vetro, sacche in PVC, sacche in vinil-acetato o set per infusione in PVC.

Si raccomanda di somministrare NAVELBINE con infusione di 6-10 minuti dopo diluizione in 20-50 ml di soluzione iniettabile di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%) o di glucosio al 5%.

Dopo la somministrazione, la vena deve essere lavata accuratamente con almeno 250 ml di soluzione isotonica.

NAVELBINE deve essere somministrata solo per via endovenosa: è estremamente importante, prima di iniziare l’infusione di NAVELBINE, assicurarsi che l’ago cannula sia correttamente introdotto nella vena. Se il farmaco si infiltra nel tessuto circostante durante la somministrazione, può provocare una grave irritazione locale. In tal caso, interrompere immediatamente la somministrazione, eseguire un

lavaggio abbondante della vena con soluzione iniettabile di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%) e somministrare il resto della dose in un’altra vena.

In caso di stravaso, per ridurre il rischio di flebiti, possono essere somministrati immediatamente glucocorticoidi per via endovenosa.

Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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PIERRE FABRE PHARMA S.R.L. – Via G. Washington, 70 – 20146 Milano – ITALIA

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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NAVELBINE 1 flacone da 10 mg /1ml A.I.C. 027865082

NAVELBINE 1 flacone da 50 mg/ 5ml A.I.C. 027865094

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Giugno 1993/Giugno 2008

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 29/04/2021