Mifegyne 1 Cpr 600 mg
Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto
Mifegyne 1 Cpr 600 mg: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)
01.0 Denominazione del medicinale
Mifegyne 600 mg compresse.
02.0 Composizione qualitativa e quantitativa
Ogni compressa contiene 600 mg di mifepristone.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
03.0 Forma farmaceutica
Compresse.
Compresse di colore giallo chiaro, a forma di mandorla, biconvesse della lunghezza di 19 mm e larghezza di 11 mm con la scritta "γ" incisa su un lato e “600” sull’altro.
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
Per l’interruzione della gravidanza, il mifepristone anti-progesterone e la prostaglandina analoga possono essere prescritti e somministrati solo nel
rispetto delle normative e dei regolamenti nazionali presenti nei vari paesi.
Indicazioni terapeutiche
– lnterruzione medica di gravidanza intrauterina in corso.
Usato in associazione sequenziale con un analogo delle prostaglandine, fino al 63° giorno di amenorrea (vedere paragrafo 4.2).
– Preparazione all’azione degli analoghi delle prostaglandine nell’interruzione terapeutica della gravidanza
(oltre il primo trimestre).
– lnduzione del travaglio in caso di morte intrauterina fetale.
In pazienti nelle quali non è possibile utilizzare prostaglandine od ossitocina.
04.2 Posologia e modo di somministrazione
Posologia
– lnterruzione medica di gravidanza intrauterina in corso
Il modo di somministrazione è il seguente:
Fino al 49° giorno di amenorrea:
Il mifepristone è assunto in un’unica dose orale da 600 mg (cioè 1 compressa da 600 mg) seguita, a 36-48 ore di distanza, dalla somministrazione dell’analogo delle prostaglandine: misoprostolo 400 μg per via orale o gemeprost, 1 mg per via vaginale.
Tra il 50° e il 63° giorno di amenorrea:
Il mifepristone è assunto in un’unica dose orale da 600 mg (cioè 1 compressa da 600 mg) seguita, a 36-48 ore di distanza, dalla somministrazione dell’analogo delle prostaglandine, gemeprost, 1 mg per via vaginale.
Informazioni sulla posologia del misoprostolo o gemeprost sono presenti nei rispettivi fogli illustrativi.
– Preparazione all’azione degli analoghi delle prostaglandine nell’interruzione terapeutica della gravidanza.
Il mifepristone è assunto in un’unica dose orale da 600 mg (cioè 1 compressa da 600 mg) 36-48 ore prima della somministrazione programmata della prostaglandina che verrà ripetuta secondo la frequenza indicata.
– lnduzione del travaglio in caso di morte fetale intrauterina
Il mifepristone è assunto in un’unica dose orale giornaliera da 600 mg (cioè 1 compressa da 600 mg), per due giorni consecutivi.
Il travaglio deve essere indotto con i metodi abituali qualora non abbia inizio 72 ore dopo la prima somministrazione di mifepristone.
Il vomito entro 45 minuti dall’assunzione potrebbe provocare una diminuzione dell’efficacia del mifepristone: in tal caso si consiglia l’assunzione orale di una nuova compressa da 600 mg di mifepristone.
Popolazione pediatrica
Si dispone solo di dati limitati sull’uso del mifepristone nelle adolescenti.
Modo di somministrazione
Le compresse di mifepristone sono esclusivamente per uso orale e non devono essere assunte tramite alcuna altra via di somministrazione.
04.3 Controindicazioni
Questo prodotto NON DEVE MAI essere prescritto nei casi seguenti.
IN TUTTE LE INDICAZIONI
insufficienza surrenalica cronica,
ipersensibilità al mifepristone o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1,
asma severa non controllata dalla terapia,
porfiria ereditaria.
Nell’indicazione: interruzione medica di gravidanza in corso
gravidanza non confermata da esame ecografico o test di laboratorio,
gravidanza oltre i 63 giorni di amenorrea,
sospetta gravidanza extrauterina,
controindicazioni all’analogo della prostaglandina scelto.
Nell’indicazione: preparazione all’azione degli analoghi della prostaglandina nell’interruzione terapeutica della gravidanza
(oltre il
primo trimestre):
controindicazioni all’analogo delle prostaglandine scelto.
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso
e
A causa delle sue proprietà abortive, il mifepristone non deve mai essere usato in donne che desiderino portare a termine la gravidanza in corso.
L’epoca della gravidanza deve essere determinata tramite colloquio ed esame clinico della paziente. Si raccomanda un’ecografia uterina.
In assenza di studi specifici, il mifepristone non è raccomandato in pazienti con:
Malnutrizione
Insufficienza epatica
– lnterruzione medica di gravidanza intrauterina in corso
Questo metodo richiede il coinvolgimento attivo della paziente che deve essere informata sui requisiti del metodo:
la necessità di associare un trattamento con un analogo della prostaglandina da somministrare, durante una seconda visita, 36-48 ore dopo la somministrazione del presente medicinale,
la necessità di una visita di follow up (3a visita) da 14 a 21 giorni dalla somministrazione del mifepristone per verificare la completa espulsione,
il possibile insuccesso del metodo, che comporta il ricorso ad un altro metodo per l’interruzione della gravidanza.
Nel caso si verifichi una gravidanza con un dispositivo intrauterino in situ, il dispositivo deve essere rimosso prima della somministrazione del mifepristone.
Rischi correlati al metodo
– Fallimenti
Il rischio non trascurabile di proseguimento della gravidanza, che si verifica nell’1,3-7,5% dei casi, rende pertanto obbligatoria la visita di controllo per verificare che l’espulsione sia completa.
Nella rara evenienza di una espulsione incompleta, è necessario effettuare l’interruzione tramite procedura chirurgica.
L’efficacia del metodo di interruzione medica della gravidanza diminuisce con il numero di gravidanze portate a termine e, di conseguenza, con la crescente età della donna.
Sanguinamento
La paziente deve essere informata dell’evenienza di un prolungato sanguinamento vaginale (in media pari o superiore a 12 giorni dopo assunzione di mifepristone) che può essere abbondante. Il sanguinamento si verifica nella quasi totalità dei casi e non è in alcun modo prova di una espulsione completa. Il sanguinamento può verificarsi molto rapidamente dopo l’assunzione di misoprostolo, ma a volte anche più lentamente:
Nel 60% dei casi, l’espulsione si verifica entro 4 ore dall’assunzione di misoprostolo,
Nel restante 40% dei casi l’espulsione si verifica entro 24-72 ore dall’assunzione di misoprostolo.
In rari casi l’espulsione può verificarsi prima della somministrazione dell’analogo della prostaglandina (3% dei casi circa). Ciò non preclude la visita di controllo allo scopo di verificare la completa espulsione e lo svuotamento dell’utero.
La paziente deve essere informata sull’impossibilità di intraprendere viaggi che la portino lontano dal centro di prescrizione fino a che non sia stata verificata la completa espulsione. Riceverà istruzioni precise su chi contattare e dove recarsi in caso si verifichino problemi, soprattutto in caso di sanguinamento vaginale molto abbondante, cioè superiore a 12 giorni e/o più intenso del normale sanguinamento mestruale.
È necessaria una visita di controllo in un periodo tra i 14 ed i 21 giorni dall’assunzione di mifepristone per verificare con metodi appropriati (esame clinico, misurazione del livello di beta-hCG o ecografia) che l’espulsione sia stata completa e che il sanguinamento vaginale sia terminato. In caso di sanguinamento persistente (anche lieve) dopo la visita di controllo, deve esserne verificata la scomparsa nel giro di pochi giorni.
Qualora si sospetti una gravidanza in atto, può essere necessario un ulteriore esame ecografico.
La persistenza di sanguinamento vaginale in questa fase potrebbe essere indice di aborto incompleto o di una gravidanza ectopica non diagnosticata e bisogna quindi considerare un trattamento appropriato.
Dal momento che un sanguinamento abbondante che richieda un raschiamento emostatico si verifica nello 0-1,4% dei casi di interruzione medica di gravidanza, bisogna porre particolare attenzione alle pazienti con disordini dell’emostasi con ipocoagulabilità, o con anemia. La decisione di ricorrere al metodo medico o chirurgico deve essere stabilita con un consulto specialistico, a seconda del tipo di disordine dell’emostasi e del grado di anemia.
In caso di una gravidanza in atto, diagnosticata dopo la visita di follow-up, si dovrà proporre alla paziente un altro metodo per l’interruzione della gravidanza.
Gravi casi (talvolta fatali) di sindrome da shock tossico e shock settico causato da patogeni atipici (Clostridium sordellii e
Escherichia coli), sono stati riportati dopo l’interruzione medica della gravidanza effettuata con l’uso di mifepristone 200 mg seguita dalla somministrazione non autorizzata per via vaginale o orale di misoprostolo in compresse. I medici devono essere consapevoli di questa complicazione potenzialmente fatale.
Precauzioni di impiego 1 – In tutti i casi
In caso di una sospetta insufficienza surrenalica acuta, si raccomanda la somministrazione di desametasone. 1 mg di desametasone antagonizza una dose di 400 mg di mifepristone.
A causa dell’attività antiglucocorticoidea del mifepristone, l’efficacia della terapia corticosteroidea a lungo termine, inclusi i corticosteroidi per inalazione nei pazienti asmatici, può risultare ridotta nei 3-4 giorni successivi all’assunzione di Mifegyne. È necessario un aggiustamento della terapia.
Alloimmunizzazione Rh
L’interruzione medica della gravidanza richiede la determinazione del fattore Rh del sangue e, quindi, la prevenzione dell’alloimmunizzazione Rh, cosi come altre misure generali abitualmente adottate nelle interruzioni di gravidanza.
Inizio della contraccezione dopo l’interruzione medica di gravidanza
Durante studi clinici si sono verificate gravidanze tra l’espulsione dell’embrione e la ripresa delle mestruazioni. Pertanto, quando un’interruzione di gravidanza effettuata per intervento medico è confermata dal punto di vista medico, si consiglia di iniziare immediatamente la contraccezione.
Altro
Ci si deve inoltre attenere alle precauzioni correlate agli analoghi delle prostaglandine.
– lnterruzione medica di gravidanza intrauterina in corso
Sono stati segnalati eventi cardiovascolari, rari ma gravi (infarto miocardico e/o spasmo delle arterie coronariche e grave ipotensione), dopo la somministrazione intravaginale e intramuscolare di una dose elevata di analoghi delle prostaglandine. Anche il misoprostolo somministrato per via orale potrebbe costituire un potenziale fattore di rischio di eventi cardiovascolari acuti. Per tale ragione, le pazienti a rischio per malattie cardiovascolari o patologie cardiovascolari conclamate (ad es. età superiore a 35 anni con tabagismo cronico, iperlipidemia, diabete) devono essere trattate con prudenza.
– Per l’impiego sequenziale di Mifegyne – Prostaglandina, in qualunque indicazione
Se indicato, si devono seguire le precauzioni relative alla prostaglandina utilizzata.
Metodo di somministrazione della prostaglandina
Durante l’assunzione, e per le tre ore successive, la paziente dovrebbe essere, in linea di principio, controllata presso il centro di trattamento allo scopo di non tralasciare eventuali effetti acuti della somministrazione della prostaglandina. Il centro di trattamento deve essere dotato di adeguati servizi sanitari.
Alle dimissioni dal centro di trattamento ogni donna deve essere dotata di idonei farmaci, secondo necessità, e dovrà essere informata in merito ai possibili sintomi e segnali che potrebbe provare e dovrebbe avere accesso diretto al centro di trattamento mediante telefono o accesso locale.
04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione
Non sono stati effettuati studi di interazione. Sulla base del metabolismo di questo farmaco, mediato da CYP3A4, è possibile che ketoconazolo, itraconazolo, eritromicina e succo di pompelmo possano inibirne il metabolismo (aumentando i livelli sierici di mifepristone). Inoltre, rifampicina, desametasone, iperico e alcuni anticonvulsivanti (fenitoina, fenobarbitale, carbamazepina) possono indurre il metabolismo del mifepristone (riducendo i livelli sierici di mifepristone).
In base a informazioni sull’inibizione in
vi
tro
, la somministrazione contemporanea di mifepristone può indurre un aumento dei livelli sierici di farmaci che sono substrati del CYP3A4. A causa della lenta eliminazione del mifepristone dall’organismo, tale interazione può essere osservata per un periodo prolungato dopo la sua somministrazione. Perciò, si deve porre attenzione quando il mifepristone viene somministrato insieme a farmaci che sono substrati del CYP3A4 e hanno uno stretto intervallo terapeutico, inclusi alcuni agenti utilizzati in corso di anestesia generale.
L’efficacia del metodo può, in via teorica, ridursi a causa delle proprietà antiprostaglandiniche dei farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) inclusa l’aspirina (acido acetilsalicilico). Vi sono evidenze limitate che suggeriscono che
la somministrazione contemporanea di FANS nel giorno di somministrazione della dose di prostaglandina non influenza in modo sfavorevole gli effetti del mifepristone o della prostaglandina sulla maturazione cervicale o sulla contrattilità uterina e non riduce l’efficacia clinica dell’interruzione medica di gravidanza.
04.6 Gravidanza e allattamento
Gravidanza
Negli animali (vedere paragrafo 5.3 Dati preclinici di sicurezza), l’efficacia abortiva del mifepristone preclude l’appropriata valutazione di qualsiasi effetto teratogeno della molecola.
A dosi inferiori rispetto a quelle utilizzate a scopo abortivo, sono state osservate malformazioni nei conigli, ma non nei ratti, nei topi o nelle scimmie.
Nella pratica clinica, sono stati riportati rari casi di malformazione delle estremità degli arti inferiori (tra cui piede-torto), nel caso in cui mifepristone è stato somministrato da solo o in associazione con le prostaglandine. Uno dei meccanismi possibili potrebbe essere la sindrome da banda amniotica.
Comunque, i dati sono troppo limitati per determinare se la molecola è teratogena anche nell’uomo.
Di conseguenza:
Le pazienti devono essere informate sull’assoluta necessità della visita di follow-up, a causa del rischio di insuccesso del metodo medico di interruzione della gravidanza e del rischio per il feto (vedere paragrafo 4.4 – Avvertenze speciali e precauzioni di impiego).
Nel caso in cui venga rilevato l’insuccesso del metodo alla visita di follow-up
(gravidanza vitale in corso) e la paziente sia ancora d’accordo, l’interruzione della gravidanza deve essere portata a termine con un altro metodo.
Nel caso in cui la paziente desideri portare a termine la gravidanza, deve essere avviato un attento monitoraggio ecografico della gravidanza, con particolare attenzione agli arti, presso un centro specializzato.
Allattamento al seno
Il mifepristone è secreto nel latte materno in quantità ridotte. Di conseguenza, l’impiego del mifepristone deve essere evitato durante l’allattamento al seno.
Fertilità
Il mifepristone non influisce sulla fertilità. È possibile che la donna abbia una nuova gravidanza immediatamente dopo il completamento dell’interruzione di gravidanza. Pertanto, è importante informare la paziente sulla necessità di avviare la contraccezione immediatamente dopo la conferma dell’interruzione di gravidanza.
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Non sono noti dati che mostrino effetti sulla capacità di guidare veicoli. Potrebbero manifestarsi capogiri come effetto collaterale inerente la procedura di aborto. Considerare la possibilità di tale effetto collaterale prima di mettersi alla guida di veicoli o di usare macchinari.
04.8 Effetti indesiderati
La frequenza di incidenza degli effetti indesiderati è classificata come segue:
Molto comune (≥ 1/10) Comune (≥ 1/100, < 1/10)
Non comune (≥ 1/1.000, < 1/100) Raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000)
Molto raro (< 1/10.000)
Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)
Infezioni e infestazioni
Comune:
Infezione post-aborto. Infezioni sospette o confermate (endometrite, malattia infiammatoria pelvica) sono state riportate in meno del 5% delle pazienti.
Molto raro:
Sono stati riportati casi molto rari di shock tossico e settico, gravi o fatali (causati da Clostridium sordellii o Escherichia coli) anche senza la presenza di febbre o altri chiari sintomi di infezione, dopo interruzione medica di gravidanza mediante somministrazione vaginale o orale non autorizzata di misoprostolo in compresse per uso orale. I medici devono essere consapevoli di questa complicanza potenzialmente fatale (vedere paragrafo 4.4. – Avvertenze speciali e precauzioni di impiego).
Patologie del sistema nervoso
Raro:
– Cefalea
Patologie vascolari
Non comune:
– Ipotensione (0,25%)
Patologie gastrointestinali
Molto comune
Nausea, vomito, diarrea (gli effetti gastrointestinali correlati all’uso delle prostaglandine sono riportati frequentemente)
Comune
Crampi, lievi o moderati
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Non comune
Ipersensibilità: eruzione cutanea (0,2%).
Raro
Sono inoltre stati riportati casi isolati di orticaria, eritrodermia, eritema nodoso, e necrolisi epidermica tossica.
Molto raro
Angioedema
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
Molto comune
Contrazioni e crampi uterini (10 – 45%) molto comuni nelle ore successive all’assunzione della prostaglandina.
Comune
Gravi sanguinamenti si verificano circa nel 5% dei casi e possono richiedere raschiamento emostatico fino all’1,4% dei casi.
Raro
Eccezionalmente è stata riportata la rottura dell’utero in seguito all’assunzione della prostaglandina, durante l’induzione di un’interruzione di gravidanza nel secondo trimestre o con l’induzione del travaglio per morte fetale durante il terzo trimestre. I casi riportati si sono verificati, in particolare, in donne pluripare o in donne che avevano subito un taglio cesareo.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Raro
Malessere, sintomi vagali (vampate, capogiri, brividi), febbre.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette.
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo Agenzia Italiana del Farmaco Sito web: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse
04.9 Sovradosaggio
Non sono stati riportati casi di sovradosaggio.
In caso di ingestione accidentale di dosi massive, potrebbero verificarsi segni di insufficienza surrenalica. Segni di intossicazione acuta possono richiedere un trattamento specialistico che includa la somministrazione di desametasone.
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: ALTRI ORMONI SESSUALI E MODULATORI DELLA FUNZIONE
RIPRODUTTIVA/ ANTIPROGESTINICI
Codice ATC: G03XB01
Il mifepristone è uno steroide sintetico con un’azione antiprogestinica, come risultato della competizione con il progesterone a livello dei recettori del progesterone.
A dosaggi compresi tra 3 e 10 mg/kg per via orale, inibisce l’azione del progesterone endogeno o esogeno in varie specie animali (ratto, topo, coniglio e scimmia). Questa azione si esplica nei roditori sotto forma di interruzione della gravidanza.
Nelle donne, a dosi superiori o uguali a 1 mg/kg, il mifepristone antagonizza gli effetti endometriali e miometriali del progesterone. In corso di gravidanza sensibilizza il miometrio all’azione di induzione delle contrazioni esercitata dalle prostaglandine. Durante il primo trimestre, un pretrattamento con mifepristone consente la dilatazione e l’apertura della cervice uterina. Mentre dati clinici hanno dimostrato che il mifepristone facilita la dilatazione della cervice, non sono disponibili dati che indichino che tale risultato possa contribuire a ridurre il tasso di complicanze precoci o tardive della procedura di dilatazione.
In caso di interruzione precoce della gravidanza, la combinazione di un analogo della prostaglandina, utilizzato in un regime sequenziale dopo mifepristone, porta ad un aumento del tasso di successo di circa il 95% dei casi e accelera l’espulsione dell’embrione.
In studi clinici, i risultati variano leggermente a seconda della prostaglandina utilizzata e del tempo di applicazione.
Il tasso di successo è di circa il 95% quando 600 mg di mifepristone vengono combinati con misoprostolo 400 μg per via orale fino al 49° giorno di amenorrea, e raggiunge il 98% fino al 49° giorno di amenorrea e il 95% fino al 63° giorno di amenorrea con il gemeprost applicato per via vaginale.
Il tasso di insuccesso varia a seconda degli studi clinici e del tipo di prostaglandina impiegato. Gli insuccessi si verificano nel 1,3-7,5% dei casi che ricevono in sequenza Mifegyne, seguito da un analogo della prostaglandina, dei quali:
0 – 1,5% di gravidanze in corso
1,3 – 4,6% di aborto parziale, con espulsione incompleta
0 – 1,4% di raschiamento emostatico
Le combinazioni di mifepristone con altri analoghi delle prostaglandine diversi dal misoprostolo e dal gemeprost non sono state studiate.
Durante l’interruzione terapeutica della gravidanza oltre il primo trimestre, il mifepristone somministrato alla dose di 600 mg, 36-48 ore prima della prima somministrazione di prostaglandine, riduce l’intervallo di induzione dell’aborto e riduce anche le dosi di prostaglandina necessarie per l’espulsione.
Quando utilizzato per l’induzione del travaglio in caso di morte fetale in utero, il mifepristone da solo induce l’espulsione in circa il 60% dei casi entro le 72 ore successive alla prima assunzione. In tale eventualità, la somministrazione di prostaglandine o farmaci ossitocici non sarebbe necessaria.
Il mifepristone si lega al recettore glucocorticoideo. Negli animali, a dosaggi da 10 a 25 mg/kg inibisce l’azione del desametasone. Nell’uomo, l’azione antiglucocorticoidea si manifesta a dosi uguali o superiori a 4,5 mg/kg mediante un aumento compensatorio di ACTH e cortisolo. L’attività biologica glucocorticoide (GBA) può risultare depressa per parecchi giorni dopo un’unica somministrazione di 200 mg di mifepristone per interruzione della gravidanza. Le implicazioni cliniche correlate non sono chiare, tuttavia vomito e nausea possono risultare aumentati in donne suscettibili.
Il mifepristone ha una debole azione anti-androgenica che si osserva solo negli animali durante somministrazione prolungata di dosi molto elevate.
05.2 Proprietà farmacocinetiche
Assorbimento
Dopo somministrazione orale di una dose unica di 600 mg, il mifepristone viene assorbito rapidamente. Il picco di concentrazione di 1,98 mg/l viene raggiunto dopo 1,30 ore (media di 10 soggetti).
Dopo la somministrazione orale di basse dosi di mifepristone (20 mg), la biodisponibilità assoluta è del 69%.
Distribuzione
Nel plasma il mifepristone si lega per il 98% alle proteine plasmatiche: albumina e principalmente alfa-1 glicoproteina acida (AAG); tale legame è saturabile. A causa di questo legame specifico, il volume di distribuzione e la clearance plasmatica del mifepristone sono inversamente proporzionali alla concentrazione plasmatica di AAG.
Biotrasformazione
La N-demetilazione e l’idrossilazione terminale della catena 17-propinilica sono le principali vie metaboliche nel metabolismo ossidativo epatico.
Eliminazione
La risposta non è lineare. Dopo una fase di distribuzione, l’eliminazione inizialmente è lenta, la concentrazione infatti si riduce del 50% tra le 12 e le 72 ore circa, e poi è più rapida, con una emivita di eliminazione di 18 ore. Con le tecniche di saggio radiorecettoriale, l’emivita terminale è superiore a 90 ore, inclusi tutti i metaboliti di mifepristone in grado di legarsi ai recettori del progesterone.
Il mifepristone viene essenzialmente escreto nelle feci. Dopo somministrazione di una dose radiomarcata pari a 600 mg, il 10% della radioattività totale viene eliminata nelle urine e il 90% nelle feci.
05.3 Dati preclinici di sicurezza
In studi tossicologici effettuati su ratti e scimmie fino ad una durata di 6 mesi, il mifepristone produceva effetti associati alla sua attività anti-ormonale (antiprogestinica, antiglicocorticoide e anti-androgenica).
In studi sulla tossicità riproduttiva, il mifepristone agisce come un potente abortivo. Non è stato osservato alcun effetto teratogeno del mifepristone in ratti e topi sopravvissuti all’esposizione fetale. Nei conigli sopravvissuti all’esposizione fetale, tuttavia, sono state osservate anomalie fetali (volta cranica, cervello e cordone spinale). L’effetto era dipendente dalla dose. Nelle scimmie, il numero di feti sopravvissuti all’azione abortiva del mifepristone era insufficiente per una valutazione conclusiva. Non è stata osservata alcuna evidenza di teratogenicità in embrioni post-impianto di ratto e di scimmia esposti al mifepristone in vitro.
INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
Silice colloidale anidra (E551) Amido di mais
Povidone (E1201) Magnesio stearato (E572)
Cellulosa microcristalllina (E460)
06.2 Incompatibilità
Non pertinente.
06.3 Periodo di validità
anni.
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce
06.5 Natura e contenuto della confezione
Confezioni in blister in PVC/alluminio da 1, 8, 16 o 20 compresse. È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione
Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio
EXELGYN
216 boulevard Saint-Germain
75007 Parigi Francia
08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio
038704033 – "600 MG COMPRESSE" 1 COMPRESSA IN BLISTER PVC/AL
038704045 – "600 MG COMPRESSE" 8 COMPRESSE IN BLISTER PVC/AL
038704058 – "600 MG COMPRESSE" 16 COMPRESSE IN BLISTER PVC/AL
038704060 – "600 MG COMPRESSE" 20 COMPRESSE IN BLISTER PVC/AL
09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione
15/07/2015
10.0 Data di revisione del testo
Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 05/01/2021