Claritromicina Teva 250 mg: Scheda Tecnica del Farmaco

Claritromicina Teva 250 mg

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Claritromicina Teva 250 mg: ultimo aggiornamento pagina: 09/02/2018 (Fonte: A.I.FA.)

Se sei un paziente, consulta anche il Foglietto Illustrativo (Bugiardino) di Claritromicina Teva

01.0 Denominazione del medicinale

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CLARITROMICINA TEVA 500 mg compresse rivestite con film

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Ogni compressa rivestita con film contiene 500 mg di claritromicina. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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Compressa rivestita con film.

Compressa ovale rivestita con film, di colore giallo chiaro, con impressa su un lato la cifra “93” e la cifra “7158” sull’altro.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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La claritromicina è indicata per il trattamento di infezioni batteriche acute e croniche, causate da batteri claritromicina-sensibili.

Infezioni delle vie respiratorie superiori come ad esempio faringite e sinusite.

Infezioni delle vie respiratorie inferiori, quali esacerbazioni acute di bronchite cronica e polmonite acquisita in comunità.

Infezioni della cute e dei tessuti molli, di entità da lieve a moderata.

In associazione con regimi terapeutici antibatterici appropriati e un agente anti-ulcera per l’eradicazione di H. pilori in pazienti con ulcere associate a H. pilori. Vedere paragrafo 4.2.

È opportuno tenere in considerazione le indicazioni ufficiali relative all’uso appropriato di agenti antibatterici.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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La posologia della claritromicina dipende dalle condizioni cliniche del paziente e deve essere in ogni caso stabilita dal medico.

Sono disponibili compresse da 250 e 500 mg. Adulti e adolescenti

La dose consueta è 250 mg due volte al giorno.

Nelle infezioni gravi, la dose può essere aumentata a 500 mg due volte al giorno.

Nelle infezioni respiratorie, dato il livello elevato di resistenza di alcuni microrganismi patogeni (per esempio S. pneumoniae), la penicillina resta l’antibiotico di prima scelta. La claritromicina può essere usata nei pazienti con ipersensibilità nota alla penicillina o nei casi in cui l’uso della penicillina sarebbe inappropriato per altri motivi.

Bambini

Claritromicina Teva compresse non è adatta per i bambini di età inferiore a 12 anni e di peso inferiore a 30 kg. Altre forme farmaceutiche sono più adatte a questi pazienti.

Anziani

Come per gli adulti.

Eradicazione di H. pilori negli adulti

Nei pazienti con ulcera peptica dovuta a infezione da H. pilori, la claritromicina può essere somministrata a una dose di 500 mg due volte al giorno in associazione con altri trattamenti antimicrobici appropriati e inibitori della pompa-protonica.

Compromissione della funzionalità renale

Di norma non sono necessari adeguamenti della dose, fatta eccezione per i pazienti con grave insufficienza renale (clearance della creatinina <30 ml/min). Se necessario, dimezzare la dose totale giornaliera, ad esempio 250 mg una volta al giorno o 250 mg due volte al giorno in caso di infezioni più gravi. Per questi pazienti, la durata del trattamento non dovrebbe essere superiore a 14 giorni.

Durata della terapia

La durata delle terapia con claritromicina dipende dalle condizioni cliniche del paziente e in ogni caso deve essere stabilita dal medico.

La durata consueta del trattamento è 7-14 giorni.

La terapia deve essere proseguita per almeno 2 giorni dopo la remissione dei sintomi.

Nelle infezioni causate da Streptococcus pyogenes (streptococchi beta-emolitici di gruppo A), la durata deve essere di almeno 10 giorni.

La terapia combinata per l’eradicazione di infezione da H. pylori, per esempio claritromicina 500 mg (due compresse da 250 mg o una compressa da 500 mg) due volte al giorno in associazione con amoxicillina 1000 mg due volte al giorno e omeprazolo 20 mg due volte al giorno, deve essere proseguita per 7 giorni.

Modo di somministrazione

La claritromicina può essere somministrata indipendentemente dall’assunzione di cibo (vedere paragrafo 5.2).

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità verso il principio attivo claritromicina, altri macrolidi, o uno qualsiasi degli eccipienti.

Somministrazione concomitante di alcaloidi della segale cornuta (vedere paragrafo 4.5).

Somministrazione concomitante di cisapride, pimozide e terfenadina. L’impiego di dosi elevate di cisapride, pimozide e terfenadina può determinare prolungamento dell’intervallo QT, aritmie cardiache inclusa la tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare e torsioni di punta. Effetti simili si sono osservati in pazienti in terapia concomitante con astemizolo e altri macrolidi (vedere paragrafo 4.5).

Ipopotassiemia (rischio di prolungamento dell’intervallo QT).

Somministrazione concomitante di simvastatina o lovastatina. La somministrazione di tali farmaci deve essere interrotta durante il trattamento con claritromicina (vedere paragrafo 4.5).

Pazienti con storia di prolungamento dell’intervallo QT o aritmia ventricolare cardiaca, incluse le torsioni di punta (vedere paragrafi 4.4 e 4).

Grave insufficienza epatica in concomitanza a insufficienza renale.

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Il medico non deve prescrivere claritromicina a donne in gravidanza senza aver attentamente valutato i benefici a fronte del rischio, in particolare durante i primi tre mesi di gravidanza (vedere paragrafo 4.6).

La claritromicina viene escreta principalmente dal fegato. Perciò è opportuno usare cautela nella somministrazione di claritromicina a pazienti che presentano alterazione della funzionalità epatica o a pazienti che ricevono in concomitanza prodotti potenzialmente epatotossici.

Sono stati segnalati casi di insufficienza epatica fatale (vedere paragrafo 4.8). Alcuni pazienti possono avere avuto una malattia epatica preesistente o possono aver preso altri medicinali epatotossici. I pazienti devono essere informati che è necessario interrompere il trattamento e contattare il medico se sviluppano segni e sintomi di malattia epatica, come anoressia, ittero, urine scure, prurito o addome dolorabile.

Si consiglia cautela nei pazienti con grave insufficienza renale (vedere paragrafo 4.2).

Come avviene per altri antibiotici in caso di funzionalità renale ridotta, la dose di claritromicina deve essere opportunamente ridotta in base al grado di insufficienza renale (vedere paragrafo 4.2). Nei pazienti anziani, è opportuno tenere in considerazione la possibilità di alterazione della funzionalità renale.

La terapia con claritromicina per H. pilori può selezionare organismi resistenti alla sostanza.

Pazienti ipersensibili alla lincomicina o alla clindamicina possono anche essere ipersensibili alla claritromicina. Perciò, è opportuno usare cautela quando si prescrive claritromicina a questi pazienti.

Prestare inoltre attenzione alla possibilità di resistenza crociata tra claritromicina e altri macrolidi, come pure lincomicina e clindamicina.

L’uso prolungato o ripetuto di claritromicina può determinare superinfezioni da parte di organismi non sensibili. In caso di superinfezione, la terapia con claritromicina deve essere interrotta.

È stata segnalata colite pseudomembranosa con quasi tutti gli antibatterici, macrolidi compresi, che può avere una gravità da lieve a potenzialmente fatale. Con l’uso di quasi tutti gli antibatterici, claritromicina compresa, è stata segnalata diarrea associata a Clostridium difficile (CDAD), la cui gravità può variare da diarrea lieve a colite fatale. Il trattamento con antibatterici altera la flora normale del colon, il che può causare un’eccessiva proliferazione di C. difficile. La CDAD deve essere presa in considerazione in tutti i pazienti che manifestano diarrea dopo l’uso di antibiotici. È necessaria un’attenta anamnesi, in quanto è stato segnalato che la CDAD può manifestarsi oltre due mesi dopo la somministrazione di antibatterici. Pertanto, prendere in considerazione la sospensione della terapia con claritromicina a prescindere dall’indicazione. Eseguire test microbici e iniziare il trattamento adeguato. Evitare i farmaci che inibiscono la peristalsi.

Come notoriamente avviene per altri macrolidi, la claritromicina può causare esacerbazione o aggravamento della miastenia grave e deve perciò essere usata con cautela nei pazienti affetti da miastenia grave.

Dopo l’immissione in commercio, vi sono state segnalazioni di tossicità da colchicina in caso d’uso concomitante di claritromicina e colchicina, soprattutto negli anziani, alcune delle quali riguardavano pazienti con insufficienza renale. In alcuni di questi pazienti sono stati segnalati decessi (vedere paragrafo 4.5). Se la somministrazione concomitante di colchicina e claritromicina è necessaria, i pazienti devono essere monitorati per i sintomi clinici di tossicità da colchicina.

Si consiglia cautela in caso di somministrazione concomitante di claritromicina e triazolobenzodiazepine, come triazolam e midazolam (vedere paragrafo 4.5).

Si consiglia cautela in caso di somministrazione concomitante di claritromicina con altri farmaci ototossici, soprattutto aminoglicosidi. Il monitoraggio della funzionalità vestibolare e uditiva deve essere effettuato durante e dopo il trattamento.

A causa del rischio di aumento dell’intervallo QT, la claritromicina deve essere usata con cautela in pazienti affetti da patologie coronariche, con anamnesi di aritmia ventricolare, grave insufficienza cardiaca, ipopotassiemia non compensata e/o ipomagnesiemia, bradicardia (<50 bpm), o quando viene co-somministrata con altri farmaci con effetto di prolungamento dell’intervallo QT. La claritromicina non deve essere usata in pazienti con prolungamento dell’intervallo QT congenito o acquisito documentato (vedere paragrafo 4.3).

Polmonite

In vista della resistenza emergente dello Streptococcus pneumoniae ai macrolidi, è importante eseguire test di sensibilità quando si prescrive claritromicina per la polmonite acquisita in comunità. Nella polmonite acquisita in comunità, claritromicina deve essere usata in associazione a ulteriori antibiotici appropriati.

Infezioni della pelle e dei tessuti molli di gravità da lieve a moderata

Queste infezioni sono più spesso causate da Staphylococcus aureus e Streptococcus pyogenes, entrambi resistenti ai macrolidi. Pertanto, è importante eseguire test di sensibilità. Nei casi in cui non possono essere usati antibiotici beta-lattamici (per es. in caso di allergia), altri antibiotici come clindamicina possono essere il farmaco di prima scelta. Attualmente, si ritiene che i macrolidi abbiano un ruolo solo in alcune infezioni della pelle e dei tessuti molli, come quelle causate da Corynebacterium minutissimum (eritrasma), acne vulgaris ed erisipela e in situazioni in cui non può essere usato il trattamento con penicilline.

In caso di gravi reazioni di ipersensibilità acuta, come anafilassi, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica, la terapia con claritromicina deve essere interrotta immediatamente e occorre iniziare urgentemente un trattamento appropriato.

La claritromicina deve essere usata con cautela nei casi in cui sia indicata per l’impiego in pazienti che ricevono trattamento con un induttore di CYP3A4 (vedere paragrafo 4.5).

La claritromicina è un inibitore del CYP3A4 e l’uso concomitante con altri farmaci ampiamente metabolizzati da questo enzima deve essere limitato alle situazioni in cui sia chiaramente indicato (vedere 4.5).

Inibitori della HMG-CoA reduttasi

L’uso concomitante di claritromicina con lovastatina o simvastatina è controindicato (vedere paragrafo 4.3). Come con altri macrolidi, è stato segnalato l’aumento delle concentrazioni di inibitori dell’HMG-CoA reduttasi da parte di claritromicina (vedere paragrafo 4.5). Sono stati segnalati rari casi di rabdomiolisi nei pazienti che hanno assunto questi farmaci in concomitanza. I pazienti devono essere monitorati per segni e sintomi di miopatia. Sono stati inoltre segnalati rari casi di rabdomiolisi nei pazienti che hanno assunto atorvastatina o rosuvastatina in concomitanza a claritromicina. Se usata con claritromicina, atorvastatina o rosuvastatina devono essere somministrate alle dosi più basse possibili. Prendere in considerazione l’adeguamento della dose di statine o l’uso di una statina non dipendente dal metabolismo del CYP3A (per es. fluvastatina o pravastatina).

Farmaci ipoglicemici orali/insulina

L’uso concomitante di claritromicina e ipoglicemici orali e/o insulina può causare un’ipoglicemia significativa. Con determinati farmaci ipoglicemici come nateglinide, pioglitazone, repaglinide e rosiglitazone, può verificarsi l’inibizione dell’enzima CYP3A da parte di claritromicina, nonché ipoglicemia in caso d’uso in concomitanza. Si consiglia l’attento monitoraggio della glicemia.

Anticoagulanti orali

Sussiste un rischio di grave emorragia e di aumenti significativi del rapporto internazionale normalizzato (INR) e del tempo di protrombina quando claritromicina viene somministrata in concomitanza a warfarin (vedere “Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione”).

INR e tempi di protrombina devono essere monitorati frequentemente mentre durante la somministrazione concomitante di claritromicina e anticoagulanti orali.

Questo farmaco contiene tartrazina e può causare reazioni allergiche.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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L’uso dei seguenti farmaci è rigorosamente controindicato a causa del potenziale di gravi effetti di interazione farmacologica.

Cisapride, pimozide, astemizolo e terfenadina

Sono stati segnalati livelli elevati di cisapride nei pazienti che hanno assunto claritromicina e cisapride in concomitanza. Questi possono causare un prolungamento dell’intervallo QT e aritmie cardiache, comprese tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare e torsioni di punta. Nei pazienti che hanno assunto claritromicina e pimozide in concomitanza sono stati osservati effetti similari (vedere paragrafo 4.3).

Sono state segnalate alterazioni del metabolismo di terfenadina dovute ai macrolidi, con conseguenti aumenti dei livelli di terfenadina che è stata occasionalmente associata ad aritmie cardiache, come prolungamento dell’intervallo QT, tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare e torsioni di punta (vedere paragrafo 4.3). In uno studio condotto su 14 volontari sani, la somministrazione concomitante di claritromicina e terfenadina ha comportato una duplicazione o triplicazione del livello sierico del metabolita acido di terfenadina e un prolungamento dell’intervallo QT che non ha portato ad alcun effetto clinicamente rilevabile. Sono stati osservati effetti similari con la somministrazione concomitante di astemizolo e altri macrolidi.

Ergotamina/diidroergotamina

Le segnalazioni dopo l’immissione in commercio indicano che la somministrazione concomitante di claritromicina con ergotamina o diidroergotamina è stata associata a tossicità acuta da ergot caratterizzata da vasospasmo e ischemia delle estremità e di altri tessuti, compreso il sistema nervoso centrale. La somministrazione concomitante di claritromicina e di questi prodotti medicinali è controindicata (vedere paragrafo 4.3).

Effetti di altri farmaci su claritromicina compresse

I prodotti che sono induttori del CYP3A4 (per es. rifampicina, fenitoina, carbamazepina, fenobarbital, erba di San Giovanni) possono indurre il metabolismo di claritromicina. Questo può comportare livelli subterapeutici di claritromicina con una conseguente efficacia ridotta. Laddove claritromicina sia chiaramente indicata, potrebbe essere necessario aumentare la dose di claritromicina e monitorare attentamente la sua efficacia e sicurezza. Inoltre, può essere necessario il monitoraggio dei livelli plasmatici dell’induttore del CYP3A4, in quanto quest’ultimo potrebbe aumentare a causa dell’inibizione del CYP3A4 da parte di claritromicina (vedere anche il foglio illustrativo rilevante per l’inibitore del CYP3A4 somministrato). La somministrazione concomitante di rifabutina e claritromicina ha comportato rispettivamente un aumento e una diminuzione dei livelli nel siero, seguiti da un rischio aumentato di uveite.

La claritromicina è metabolizzata dall’enzima CYP3A4. Perciò, forti inibitori di questo enzima possono inibire il metabolismo della claritromicina, determinando un aumento delle concentrazioni di claritromicina nel plasma.

I farmaci seguenti sono noti per la loro influenza o si sospetta che influenzino le concentrazioni in circolo di claritromicina; può essere necessario adeguare la dose di claritromicina o prendere in considerazione trattamenti alternativi.

Efavirenz, nevirapina, rifampicina, rifabutina e rifapentina

Forti induttori del sistema del metabolismo del citocromo P450 come efavirenz, nevirapina, rifampicina, rifabutina e rifapentina possono accelerare il metabolismo di claritromicina e quindi

abbassare i livelli plasmatici di claritromicina, aumentando quelli di 14-OH-claritromicina, un metabolita che è attivo anche a livello microbiologico. Poiché le attività microbiologiche di claritromicina e di 14-OH-claritromicina sono diverse per i vari batteri, l’effetto terapeutico desiderato potrebbe essere ostacolato durante la somministrazione concomitante di claritromicina e induttori dell’enzima.

Fluconazolo

La somministrazione concomitante di fluconazolo 200 mg al giorno e claritromicina 500 mg due volte al giorno a 21 volontari sani ha portato ad aumenti della concentrazione media minima di claritromicina (Cmin) allo steady state e dell’area sottesa alla curva (AUC) rispettivamente del 33% e del 18%. Le concentrazioni allo steady state del metabolita attivo 14-OH-claritromicina non sono state significativamente influenzate dalla somministrazione concomitante di fluconazolo. Non è necessario alcun adeguamento della dose di claritromicina.

Un aumento delle concentrazioni di claritromicina nel plasma si può verificare anche nel caso di somministrazione di quest’ultima in concomitanza con antiacidi o ranitidina. Non è necessario adeguare il dosaggio.

Ritonavir

È stato dimostrato che il ritonavir (200 mg tre volte al giorno) inibisce il metabolismo della claritromicina (500 mg due volte al giorno), con un aumento di Cmax, Cmin e AUC rispettivamente del 31, 182 e 77%, quando viene somministrata in concomitanza con ritonavir. La formazione del metabolita attivo 14-OH-idrossi era quasi completamente inibita. Probabilmente non è necessaria una generale riduzione della dose nei pazienti con funzionalità renale normale, ma la dose giornaliera di claritromicina non deve essere superiore a 1 g. La riduzione della dose deve essere presa in considerazione nei pazienti con insufficienza renale. Nei pazienti con clearance della creatinina da 30 a 60 ml/min, la dose di claritromicina deve essere ridotta del 50%, e con una clearance della creatinina di <30 ml/min, la dose deve essere ridotta del 75%.

Nei pazienti con funzionalità renale ridotta devono essere presi in considerazione adeguamenti a dosi similari quando ritonavir si usa come potenziatore farmacocinetico con altri inibitori delle proteasi dell’HIV, compresi atazanavir e saquinavir (vedere la sezione sottostante, Interazioni farmacologiche bidirezionali).

Effetto della claritromicina su altri farmaci

Interazioni basate sul CYP3A

La somministrazione concomitante di claritromicina, nota per la sua attività di inibizione del CYP3A, e di un farmaco principalmente metabolizzato dal CYP3A può essere associata ad aumenti delle concentrazioni dei farmaci che potrebbero aumentare o prolungare gli effetti sia terapeutici, sia avversi del farmaco concomitante. Claritromicina deve essere usata con cautela nei pazienti che ricevono un trattamento con altri farmaci noti come substrati enzimatici del CYP3A, soprattutto se il substrato del CYP3A presenta un margine di sicurezza ristretto (per es. carbamazepina) e/o il substrato è ampiamente metabolizzato da questo enzima.

Possono essere presi in considerazione adeguamenti della dose e, se possibile, le concentrazioni sieriche dei farmaci principalmente metabolizzati dal CYP3A devono essere attentamente monitorate nei pazienti che assumono claritromicina.

I seguenti farmaci o classi di farmaci sono noti per essere o si sospetta che siano metabolizzati dallo stesso isoenzima del CYP3A: alprazolam, astemizolo, carbamazepina, cilostazolo, cisapride, ciclosporina, disopiramide, alcaloidi della segale cornuta, lovastatina, metilprednisolone, midazolam, omeprazolo, anticoagulanti orali (per es. warfarin), pimozide, chinidina, rifabutina, sildenafil, simvastatina, sirolimus, tacrolimus, terfenadina, triazolam e vinblastina. I farmaci che

interagiscono con meccanismi similari attraverso altri isoenzimi nell’ambito del sistema del citocromo P450 includono fenitoina, teofillina e valproato.

Antiaritmici

Dopo l’immissione in commercio, vi sono state segnalazioni di torsioni di punta che si sono verificate con l’uso concomitante di claritromicina e chinidina o disopiramide. Gli elettrocardiogrammi devono essere monitorati per il prolungamento dell’intervallo QT durante la somministrazione concomitante di claritromicina con questi farmaci. I livelli sierici di chinidina e disopiramide devono essere monitorati durante la terapia con claritromicina.

Omeprazolo

Claritromicina (500 mg ogni 8 ore) è stata somministrata in associazione a omeprazolo (40 mg al giorno) ad adulti sani. Le concentrazioni plasmatiche allo steady-state di omeprazolo sono aumentate (Cmax, AUC0 24 e t1/2 aumentati rispettivamente del 30%, 89% e 34%) con la somministrazione concomitante di claritromicina. Il valore medio del pH gastrico nelle 24 ore è stato di 5,2 quando omeprazolo è stato somministrato in monoterapia e di 5,7 quando omeprazolo è stato somministrato in concomitanza a claritromicina.

Sildenafil, tadalafil e vardenafil

Ognuno di questi inibitori delle fosfodiesterasi viene metabolizzato, almeno in parte, dal CYP3A, il quale può essere inibito da claritromicina somministrata in concomitanza. La somministrazione concomitante di claritromicina con sildenafil, tadalafil o vardenafil comporterebbe probabilmente una maggiore esposizione degli inibitori delle fosfodiesterasi. Quando sildenafil, tadalafil e vardenafil vengono somministrati in concomitanza a claritromicina, occorre prendere in considerazione la diminuzione della dose di questi farmaci.

Teofillina, carbamazepina

I risultati di studi clinici indicano un aumento modesto ma statisticamente significativo (p ≤ 0,05) dei livelli di teofillina o carbamazepina in circolo quando uno di questi farmaci viene somministrato in concomitanza a claritromicina. Può essere necessario prendere in considerazione una diminuzione della dose.

Tolterodina

La via primaria del metabolismo di tolterodina è l’isoforma 2D6 del citocromo P450 (CYP2D6). Tuttavia, in un sottogruppo della popolazione priva del CYP2D6, la via del metabolismo identificata è il CYP3A. In questo sottogruppo della popolazione, l’inibizione del CYP3A comporta concentrazioni sieriche di tolterodina significativamente maggiori. Può essere necessaria una diminuzione della dose di tolterodina in presenza di inibitori del CYP3A, come claritromicina, nella popolazione con scarso metabolismo del CYP2D6.

Triazolobenzodiazepine (per es. alprazolam, midazolam, triazolam)

Quando midazolam è stato somministrato in concomitanza a compresse di claritromicina (500 mg due volte al giorno), l’AUC di midazolam è aumentata di 2,7 volte dopo la somministrazione endovenosa di midazolam e di 7 volte dopo la somministrazione orale. La somministrazione concomitante di midazolam orale e di claritromicina deve essere evitata. Se midazolam per endovena viene somministrato in concomitanza con claritromicina, il paziente deve essere attentamente monitorato per consentire l’adeguamento della dose. Le stesse precauzioni si applicano anche ad altre benzodiazepine che vengono metabolizzate dal CYP3A, compreso triazolam e alprazolam. Per le benzodiazepine che non sono dipendenti dal CYP3A per la loro eliminazione (temazepam, nitrazepam, lorazepam), è improbabile un’interazione clinicamente importante con claritromicina.

Dopo l’immissione in commercio, vi sono state segnalazioni di interazioni farmacologiche e di effetti sul sistema nervoso centrale (SNC) (per es. sonnolenza e confusione) con l’uso concomitante di claritromicina e triazolam. Si suggerisce il monitoraggio del paziente per verificare effetti farmacologici aumentati sul SNC.

Inibitori dell’HMG-CoA riduttasi

La claritromicina inibisce il metabolismo di alcuni inibitori dell’HMG-CoA riduttasi, determinando un aumento delle concentrazioni di questi farmaci nel plasma. In rari casi è stata segnalata rabdomiolisi associata ad aumento delle concentrazioni plasmatiche in pazienti trattati con claritromicina e simvastatina o lovastatina. Pertanto, la claritromicina non deve essere somministrata contemporaneamente a simvastatina o lovastatina (vedere paragrafo 4.3). La claritromicina può produrre una simile interazione con l’atorvastatina e un’interazione inferiore con la cerivastatina. Quando il trattamento con claritromicina è indicato in pazienti sottoposti a trattamento con atorvastatina o cerivastatina, tali pazienti devono essere monitorati per rilevare eventuali segni e sintomi di miopatia.

Ciclosporina, tacrolimus e sirolimus

L’uso concomitante di claritromicina orale e ciclosporina o tacrolimus ha determinato un incremento pari a oltre il doppio dei livelli di Cmin sia della ciclosporina che del tacrolimus. Effetti simili sono previsti anche per il sirolimus. Quando si inizia un trattamento con claritromicina in pazienti che stanno già ricevendo uno qualunque di questi agenti immunosoppressori, i livelli nel plasma di ciclosporina, tacrolimus o sirolimus, devono essere attentamente controllati e le dosi ridotte in base alle necessità. In caso di interruzione del trattamento con claritromicina in questi pazienti è nuovamente necessario un attento monitoraggio dei livelli di ciclosporina, tacrolimus o sirolimus nel plasma come riferimento per l’adattamento del dosaggio.

Warfarin

Nei pazienti in terapia con warfarin la somministrazione di claritromicina può determinare un potenziamento degli effetti del warfarin. In questi pazienti il tempo di protrombina deve essere controllato frequentemente.

Altre interazioni farmacologiche

Colchicina

Colchicina è un substrato sia per il CYP3A, sia per il trasportatore di efflusso, la P-glicoproteina (Pgp). Claritromicina e altri macrolidi sono noti per l’inibizione del CYP3A e della Pgp. Quando claritromicina e colchicina vengono somministrate insieme, l’inibizione della Pgp e/o del CYP3A da parte di claritromicina può comportare una maggiore esposizione a colchicina. I pazienti devono essere monitorati per verificare sintomi clinici di tossicità da colchicina (vedere paragrafo “Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego”).

Digossina

Si ritiene che la digossina sia un substrato per il trasportatore di efflusso, la P-glicoproteina (Pgp). Claritromicina è nota per l’inibizione della Pgp. Quando claritromicina e digossina vengono somministrate insieme, l’inibizione della Pgp da parte di claritromicina può comportare una maggiore esposizione alla digossina. Nella sorveglianza post-marketing, sono state segnalate anche concentrazioni sieriche elevate di digossina nei pazienti che hanno ricevuto claritromicina e digossina in concomitanza. Alcuni pazienti hanno mostrato segni clinici compatibili con una tossicità da digossina, comprese aritmie potenzialmente fatali. Le concentrazioni sieriche di digossina devono essere monitorate attentamente quando i pazienti ricevono digossina e claritromicina in concomitanza.

Zidovudina

La somministrazione orale concomitante di claritromicina compresse e zidovudina in pazienti adulti con infezioni da HIV può determinare una riduzione della concentrazione di zidovudina allo stato stazionario. Poiché sembra che claritromicina interferisca con l’assorbimento di zidovudina orale somministrata in concomitanza, questa interazione può essere ampiamente evitata scaglionando le dosi di claritromicina e zidovudina in modo che vi sia un intervallo di 4 ore tra ogni farmaco. Questa interazione non sembra verificarsi nei pazienti pediatrici con infezioni da HIV che

assumono la sospensione di claritromicina con zidovudina o dideossinosina. Questa interazione è improbabile quando claritromicina viene somministrata mediante infusione endovenosa.

Fenitoina e valproato

Vi sono state segnalazioni spontanee o pubblicate di interazioni di inibitori del CYP3A, compresa claritromicina, con farmaci che non si riteneva fossero metabolizzati dal CYP3A (per es. fenitoina e valproato). Per questi farmaci, si consigliano determinazioni dei livelli sierici in caso di somministrazione in concomitanza con claritromicina. Sono stati segnalati livelli sierici aumentati.

Interazioni farmacologiche bidirezionali

Atazanavir

Sia claritromicina, sia atazanavir sono substrati e inibitori del CYP3A ed esiste evidenza di un’interazione farmacologica bidirezionale. La somministrazione di claritromicina (500 mg due volte al giorno) con atazanavir (400 mg una volta al giorno) ha comportato un aumento del doppio dell’esposizione a claritromicina e una diminuzione del 70% dell’esposizione a 14-OH- claritromicina, con un aumento dell’AUC di atazanavir del 28%. Data l’ampia finestra terapeutica per claritromicina, non è necessaria alcuna diminuzione della dose nei pazienti con funzionalità renale normale. Per i pazienti con funzionalità renale moderata (clearance della creatinina da 30 a 60 ml/min.), la dose di claritromicina deve essere diminuita del 50%. Per i pazienti con clearance della creatinina < 30 ml/min., la dose di claritromicina deve essere diminuita del 75% utilizzando una formulazione di claritromicina appropriata. Dosi di claritromicina superiori a 1000 mg al giorno non devono essere somministrate in concomitanza con inibitori delle proteasi.

Itraconazolo

Sia claritromicina sia itraconazolo sono substrati e inibitori del CYP3A che comportano un’interazione farmacologica bidirezionale. Claritromicina può aumentare i livelli plasmatici di itraconazolo, mentre itraconazolo può aumentare i livelli plasmatici di claritromicina. I pazienti che assumono itraconazolo e claritromicina in concomitanza devono essere monitorati con attenzione per verificare segni o sintomi di un effetto farmacologico aumentato o prolungato.

Saquinavir

Sia claritromicina sia saquinavir sono substrati e inibitori del CYP3A ed esiste evidenza di un’interazione farmacologica bidirezionale. La somministrazione di claritromicina (500 mg due volte al giorno) e di saquinavir (capsule di gelatina molli, 1200 mg tre volte al giorno) in 12 volontari sani ha comportato valori di AUC allo steady state e di Cmax di saquinavir che sono stati più alti del 177% e del 187% rispetto a quelli osservati con saquinavir in monoterapia. I valori di AUC e Cmax di claritromicina sono stati di circa del 40% più elevati di quelli osservati con claritromicina in monoterapia. Non è necessario alcun adeguamento della dose quando i due farmaci vengono somministrati in concomitanza per un tempo limitato alle dosi/formulazioni studiate. Le osservazioni ottenute da studi di interazione farmacologica che utilizzano la formulazione in capsule di gelatina molli possono non essere rappresentative degli effetti osservati utilizzando le capsule di gelatina rigide di saquinavir. Le osservazioni ottenute da studi di interazione farmacologica eseguiti con saquinavir in monoterapia possono non essere rappresentative degli effetti osservati con la terapia a base di saquinavir/ritonavir. Quando saquinavir viene somministrato in concomitanza con ritonavir, occorre prendere in considerazione gli effetti potenziali di ritonavir su claritromicina.

Verapamile

Nei pazienti che assumono claritromicina e verapamile in concomitanza sono state osservate ipotensione, bradiaritmie e acidosi lattica.

04.6 Gravidanza e allattamento

Indice

La sicurezza di claritromicina per l’uso durante la gravidanza e l’allattamento al seno di neonati non è stata stabilita.

Gravidanza

Dati relativi all’uso di claritromicina durante il primo trimestre in oltre 200 gravidanze non mostrano chiara evidenza di effetti teratogeni, o di eventi avversi o di effetti sulla salute della madre e del neonato. Dati ottenuti in relazione a un numero limitato di donne in gravidanza esposte nel primo trimestre indicano un possibile aumento del rischio di aborto. Attualmente, non esistono altri dati epidemiologici rilevanti sull’argomento. I risultati degli studi su animali hanno mostrato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il rischio per l’uomo non è noto. La claritromicina deve essere somministrata a donne in gravidanza solo in seguito ad attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio.

Allattamento

La claritromicina e il suo metabolita attivo sono escreti nel latte materno. Perciò, si possono verificare diarrea e infezione fungina delle membrane mucose nel bambino allattato al seno, e potrebbe dunque essere necessario interrompere l’allattamento. È necessario tener presente la possibilità di sensibilizzazione. Il beneficio del trattamento per la madre deve essere valutato in relazione al potenziale rischio per il neonato.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

Indice

Non vi sono dati disponibili sugli effetti della claritromicina sulla capacità di guidare veicoli e di usare macchinari. Durante lo svolgimento di tali attività è opportuno tenere in considerazione la possibilità di insorgenza di reazioni avverse quali capogiri, vertigini, stato confusionale e disorientamento.

04.8 Effetti indesiderati

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Riassunto del profilo di sicurezza

Le reazioni avverse più frequenti e comuni correlate alla terapia con claritromicina per le popolazioni sia adulte sia pediatriche sono dolore addominale, diarrea, nausea, vomito e gusto alterato. Queste reazioni avverse sono generalmente di intensità lieve e sono coerenti con il noto profilo di sicurezza degli antibiotici macrolidici (vedere "Elenco delle reazioni avverse" al paragrafo 4.8).

Non è stata osservata alcuna differenza significativa dell’incidenza di queste reazioni gastrointestinali durante sperimentazioni cliniche tra popolazioni di pazienti con o senza infezioni micobatteriche preesistenti.

Tabella riepilogativa delle reazioni avverse

La tabella seguente illustra le reazioni avverse segnalate nelle sperimentazioni cliniche e dall’esperienza post-marketing con compresse di claritromicina a rilascio immediato, granuli per sospensione orale, polvere per soluzione iniettabile, compresse a rilascio prolungato e compresse a rilascio modificato.

Le reazioni considerate almeno potenzialmente correlate a claritromicina sono classificate per organi e frequenza utilizzando la convenzione seguente: molto comune (≥1/10), comune (da ≥ 1/100 a < 1/10), non comune (da ≥1/1.000 a < 1/100), raro (da ≥1/1.0000 a < 1/1.000, molto raro (< 1/10.000) e non nota (reazioni avverse dall’esperienza post-marketing; la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Per ogni gruppo di frequenza, le reazioni avverse sono classificate in ordine di gravità decrescente quando è stato possibile valutare la gravità.

Sistemi e organi Molto comune (≥1/10 Comune da ≥ 1/100 a < 1/10 Non comune da ≥1/1.000 a < 1/100 Molto raro < 1/10000 Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)
Infezioni ed infestazioni Cellulite¹, candidiasi, gastroenterite²,infezione³, infezione vaginale Colite pseudomembranosa, erisipela, eritrasma
Patologie del sistema emolinfopoietico Leucopenia, neutropenia4, trombocitemia³, eosinofilia4 Agranulocitosi, trombocitopenia
Disturbi del sistema immunitario5 Reazione anafilattoide¹, ipersensibilità Reazione anafilattica
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Anoressia, appetito diminuito Ipoglicemia6
Disturbi psichiatrici Insonnia Ansia, nervosismo³, crisi d’ira³ Disturbo psicotico, stato confusionale, depersonalizzazione, depressione, disorientamento, allucinazioni, sogni anomali
Patologie del sistema nervoso Disgeusia, cefalea, gusto alterato Perdita di coscienza¹, discinesia¹, capogiri, sonnolenza7, tremori Parestesie Convulsioni, ageusia, parosmia, anosmia
Patologie dell’orecchio e del labirinto Vertigini, udito compromesso, tinnito Sordità
Patologie cardiache Arresto cardiaco¹, fibrillazione atriale¹, intervallo QT prolungato all’elettrocardiogramma8, extrasistoli¹, palpitazioni Torsione di punta8, tachicardia ventricolare8
Patologie vascolari Vasodilatazione¹ Emorragia9
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Asma¹, epistassi², embolia polmonare¹
Patologie gastrointestinali Diarrea10, vomito, dispepsia, nausea, dolore addominale Esofagite¹, malattia da reflusso gastroesofageo², gastrite, proctalgia², stomatite, glossite, distensione addominale4, stipsi, bocca secca, eruttazione, flatulenza Pancreatite acuta, scolorimento della lingua, scolorimento dei denti
Patologie epatobiliari Test di funzionalità epatica anomali Colestasi4, epatite4, alanina aminotransferasi aumentata, aspartato aminotransferasi aumentata, gamma-glutamiltransferasi aumentata4 Insufficienza epatica11, ittero epatocellulare
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Rash, iperidrosi Dermatite bollosa¹, prurito, orticaria, rash maculo-papulare³ Sindrome di Stevens-Johnson5, necrolisi epidermica tossica5, rash farmacologico con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS), acne
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Spasmi muscolari³, rigidità muscolocletrica¹, mialgia², artralgia Rabdomiolisi2,12, miopatia
Patologie renali e urinarie Creatininemia aumentata¹, urea nel sangue aumentata¹ Insufficienza renale, nefrite interstiziale
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Flebite nella sede di somministrazione¹ Dolore nella sede di somministrazione¹, infiammazione nella sede di somministrazione¹ Malessere4, piressia³, astenia, dolore toracico4, brividi di freddo4, stanchezza4
Esami diagnostici Rapporto albumina/globuline anomalo¹, fosfatasi alcalina nel sangue aumentata4, lattato deidrogenasi nel sangue aumentata4 Rapporto internazionale normalizzato aumentato9, tempo di protrombina prolungato9, colore delle urine anomalo

1 Reazioni avverse al farmaco segnalate solo per la formulazione in polvere per soluzione iniettabile

² Reazioni avverse al farmaco segnalate solo per la formulazione in compresse a rilascio prolungato

3 Reazioni avverse al farmaco segnalate solo per la formulazione in granuli per sospensione orale

4 Reazioni avverse al farmaco segnalate solo per la formulazione in compresse a rilascio immediato

5,8,10,11,12 Vedere "Riassunto del profilo di sicurezza"

6,7,9 Vedere paragrafo "Descrizione di reazioni avverse selezionate"

Descrizione di reazioni avverse selezionate

Flebite nella sede di somministrazione, dolore nella sede di somministrazione, dolore nella sede di puntura del vaso e infiammazione nella sede di somministrazione sono specifici della formulazione endovenosa di claritromicina.

In casi molti rari, è stata segnalata insufficienza epatica con esito fatale, generalmente associata a gravi malattie di base e/o farmaci concomitanti (vedere paragrafo 4.4).

Prestare particolare attenzione alla diarrea in quanto con l’uso di quasi tutti gli antibatterici, claritromicina inclusa, è stata segnalata diarrea associata a Clostridium difficile (CDAD), la cui gravità può variare da diarrea lieve a colite fatale (vedere paragrafo 4.4).

In caso di gravi reazioni di ipersensibilità acuta, come anafilassi, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica, la terapia con claritromicina deve essere sospesa immediatamente e deve essere urgentemente iniziato un trattamento appropriato (vedere paragrafo 4.4).

Come con altri macrolidi, sono stati raramente segnalati prolungamento dell’intervallo QT, tachicardia ventricolare e torsioni di punta con claritromicina (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).

Con quasi tutti gli antibatterici, claritromicina inclusa, è stata segnalata colite pseudomembranosa con gravità da lieve a vita potenzialmente fatale. Pertanto, è importante prendere in considerazione questa diagnosi nei pazienti che manifestano diarrea dopo la somministrazione di antibatterici (vedere paragrafo 4.4).

In alcune segnalazioni di rabdomiolisi, claritromicina è stata somministrata in concomitanza a statine, fibrati, colchicina o allopurinolo (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

Dopo l’immissione in commercio sono state segnalate tossicità da colchicina con l’uso concomitante di claritromicina e colchicina, soprattutto negli anziani e/o nei pazienti con insufficienza renale, alcune con esiti fatali (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).

Vi sono state rare segnalazioni di ipoglicemia, alcune delle quali si sono verificate nei pazienti trattati in concomitanza con ipoglicemici orali o insulina (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).

Dopo l’immissione in commercio sono state segnalate interazioni farmacologiche ed effetti sul sistema nervoso centrale (SNC) (per es. sonnolenza e confusione) con l’uso concomitante di claritromicina e triazolam. Si suggerisce il monitoraggio del paziente per gli effetti farmacologici aumentati sul SNC (vedere paragrafo 4.5).

Sussiste un rischio di grave emorragia e aumenti significativi dell’INR e del tempo di protrombina quando claritromicina viene somministrata in concomitanza a warfarin. L’INR e i tempi di protrombina devono essere monitorati frequentemente durante la somministrazione concomitante ai pazienti di claritromicina e anticoagulanti orali (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).

Vi sono state rare segnalazioni di compresse di claritromicina a rilascio prolungato nelle feci, molte delle quali si sono verificate in pazienti con disturbi gastrointestinali anatomici (ileostomia o colostomia incluse) o funzionali con tempi di transito gastrointestinale ridotti. In molti casi sono stati segnalati residui di compresse in episodi di diarrea. Per i pazienti con residui di compresse nelle feci e nessun miglioramento della condizione, si consiglia il passaggio a una formulazione di claritromicina diversa (per es. la sospensione) o a un altro antibiotico. Popolazione speciale: Reazioni avverse nei pazienti immunocompromessi (vedere paragrafo "Altre popolazioni speciali").

Popolazione pediatrica

Sono state condotte sperimentazioni cliniche con la sospensione pediatrica di claritromicina in bambini da 6 mesi a 12 anni di età. Pertanto, i bambini al di sotto di 12 anni devono usare la sospensione di claritromicina per uso pediatrico. Non vi sono dati sufficienti per raccomandare un regime posologico per l’uso della formulazione endovenosa di claritromicina nei pazienti di età inferiore ai 18 anni.

Frequenza, tipo e gravità delle reazioni avverse nei bambini sono prevedibilmente le stesse degli adulti.

Altre popolazioni speciali

Pazienti immunocompromessi

Nei pazienti affetti da AIDS e in altri pazienti immunocompromessi trattati con dosi maggiori di claritromicina per periodi di tempo prolungati a causa di infezioni micobatteriche, è stato spesso difficile distinguere gli eventi avversi potenzialmente associati alla somministrazione di claritromicina dai segni di base della malattia del virus dell’immunodeficienza umana (HIV) o altra malattia intercorrente.

Nei pazienti adulti, le reazioni avverse segnalate più frequentemente dai pazienti trattati con dosi giornaliere totali di claritromicina di 1000 mg e 2000 mg sono state: nausea, vomito, gusto alterato, dolore addominale, diarrea, rash, flatulenza, cefalea, stipsi, disturbo dell’udito, aumento della transaminasi sierica glutammico ossalacetica (SGOT) e della transaminasi sierica glutammico piruvica (SGPT). Ulteriori eventi di bassa frequenza sono stati dispnea, insonnia e bocca secca.

Le incidenze sono state paragonabili per i pazienti trattati con 1000 mg e 2000 mg, ma sono state generalmente da 3 a 4 volte più frequenti per i pazienti che hanno assunto dosi giornaliere totali di 4000 mg di claritromicina.

In questi pazienti immunocompromessi, le valutazioni dei valori di laboratorio sono state effettuate analizzando i valori non rientranti nel livello seriamente anomalo (vale a dire il limite alto o basso estremo) per il test specificato. Sulla base di questi criteri, circa il 2-3% dei pazienti che hanno assunto 1000 mg o 2000 mg di claritromicina al giorno hanno avuto livelli elevati gravemente anomali di SGOT e SGPT e conte eccessivamente basse di globuli bianchi e delle piastrine. Una percentuale inferiore di pazienti in questi gruppi di dosaggio ha inoltre avuto livelli di azotemia elevati. Nei pazienti che hanno assunto 4000 mg al giorno sono state osservate incidenze lievemente superiori dei valori anomali per tutti i parametri ad eccezione dei globuli bianchi.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il Sito web: www.aifa.gov.it/responsabili-farmacovigilanza.

04.9 Sovradosaggio

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Sintomi di intossicazione

È stato osservato che l’ingestione di notevoli quantità di claritromicina può provocare sintomi gastrointestinali. Sintomi da sovradosaggio possono in gran parte corrispondere al profilo delle reazioni avverse. Un paziente con anamnesi di disturbo bipolare ha ingerito 8 grammi di claritromicina e ha evidenziato uno stato mentale alterato, comportamento paranoide, ipopotassiemia e ipossiemia.

Trattamento dell’intossicazione

Non esiste un antidoto specifico per il sovradosaggio. I livelli di claritromicina nel siero non possono essere ridotti con emodialisi o dialisi peritoneale.

Le reazioni avverse che accompagnano il sovradosaggio devono essere trattate con lavanda gastrica e misure di sostegno. Molto raramente si osservano gravi reazioni allergiche acute, per esempio shock anafilattico. Ai primi segni di reazione da ipersensibilità la terapia con claritromicina deve essere interrotta e le misure necessarie devono essere istituite immediatamente.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: macrolidi.

Codice ATC: J01F A09.

Meccanismo d’azione

La claritromicina è un derivato semisintetico dell’eritromicina A. La sua azione antibatterica si svolge mediante legame con la sub-unità ribosomiale 50S di batteri sensibili e inibizione della sintesi proteica. È molto potente nei confronti di un’ampia varietà di organismi aerobi e anaerobi gram-positivi e gram-negativi. Le concentrazioni inibitorie minime (MIC) della claritromicina sono generalmente due volte inferiori rispetto alle MIC dell’eritromicina.

Anche il metabolita 14-idrossi della claritromicina ha attività antimicrobica. Le MIC di questo metabolita sono uguali o due volte superiori alle MIC del composto d’origine, fatta eccezione per H. influenzae in cui il metabolita 14-idrossi è due volte più attivo del composto d’origine.

Meccanismi di resistenza

I meccanismi della resistenza contro gli antibiotici macrolidi includono alterazione del sito bersaglio dell’antibiotico o si basano sulla modificazione e/o l’efflusso attivo dell’antibiotico. Lo sviluppo di resistenza può essere mediato attraverso cromosomi o plasmidi, essere indotto o pre-esistere. Batteri resistenti ai macrolidi generano enzimi che conducono a metilazione dei residui di adenina sull’RNA ribosomiale e di conseguenza a inibizione del legame dell’antibiotico al ribosoma. Organismi resistenti ai macrolidi evidenziano generalmente resistenza crociata alle lincosamidi e alla streptogramina B basata su metilazione del sito di legame ribosomiale. Anche la claritromicina appartiene ai forti induttori di questo enzima. Inoltre, i macrolidi hanno un’azione batteriostatica che si manifesta con l’inibizione di peptidil-transferasi ribosomiale.

Esiste una completa resistenza crociata tra claritromicina, eritromicina e azitromicina. Stafilococchi meticillina-resistenti e Streptococcus pneumoniae penicillina-resistente sono resistenti ai macrolidi come la claritromicina.

Valori soglia

In conformità con il NCCLS (Comitato Nazionale degli Standard Clinici di Laboratorio USA) nel 2003 sono stati definiti i seguenti valori soglia per la claritromicina:

Staphylococcus spp.: ≤2 mcg/ml sensibile, ≥8 mcg/ml resistente

Haemophilus spp.: ≤8 mcg/ml sensibile

Streptococcus spp. incluso S. pneumoniae: ≤0,25 mcg/ml sensibile, ≥1 mcg/ml resistente

Sensibilità

La prevalenza di resistenza acquisita per alcune specie selezionate può differire, sia da un punto di vista geografico sia nel tempo. Dati locali relativi alla resistenza sono opportuni, in particolare per il trattamento di infezioni gravi. In base alle necessità, è opportuno richiedere la consulenza di un esperto quando la prevalenza locale di resistenza è tale che l’utilità dell’agente in almeno alcuni tipi di infezione è dubbia.

Specie comunemente sensibili (ossia resistenza < 10 % in tutti gli stati membri dell’UE)
Microrganismi Aerobi Gram-positivi
Streptococcus gruppo A
Streptococcus gruppo B
Streptococcus gruppo C,F,G
Microrganismi Aerobi Gram-negativi
Moraxella catarrhalis
Pasteurella multocida
Legionella spp.
Microrganismi anaerobi
Bacteroides spp.
Peptococcus/Peptostreptococcus spp.
Clostridium spp., non C. difficile
Fusobacterium spp.
Altri microorganismi
Mycoplasma pneumoniae
Chlamydia trachomatis
Chlamydia pneumoniae
Specie per le quali la resistenza acquisita può essere un problema (ossia resistenza ≥ 10 % in almeno 1 Stato membro dell’UE)
Microrganismi Aerobi Gram-positivi
Staphylococcus aureus, meticillina-sensibile
Streptococcus pneumoniae*
Microrganismi Aerobi Gram-negativi
Haemophilus influenzae
Helicobacter pilori
Microrganismi intrinsecamente resistenti
Microrganismi Aerobi Gram-positivi
Enterococcus spp.
Staphylococcus aureus, meticillina-resistente o eritromicina resistente
Altri microorganismi
Mycobacterium tuberculosis

*Per i commenti relativi alla resistenza vedere "Meccanismi di resistenza"

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Assorbimento

La claritromicina è assorbita rapidamente e in modo adeguato dal tratto gastrointestinale, principalmente nel digiuno, ma subisce esteso metabolismo di primo passaggio dopo la somministrazione orale. La biodisponibilità assoluta di una compressa di 250 mg di claritromicina è di circa il 50%. L’assunzione di alimenti ritarda leggermente l’assorbimento ma non influisce sul livello di biodisponibilità. Perciò le compresse di claritromicina possono essere somministrate indipendentemente dall’assunzione di cibo. Data la sua struttura chimica (6-0-metileritromicina) la claritromicina è piuttosto resistente alla degradazione da parte degli acidi gastrici. Dopo la somministrazione orale di 250 mg due volte al giorno negli adulti sono stati osservati livelli plasmatici massimi di 1-2 µg/ml di claritromicina. Dopo la somministrazione di 500 mg di claritromicina due volte al giorno il livello plasmatico massimo era 2,8 µg/ml.

Dopo la somministrazione di 250 mg di claritromicina due volte al giorno il metabolita microbiologicamente attivo 14-idrossi raggiunge concentrazioni plasmatiche massime di 0,6 µg/ml. Lo stato stazionario è raggiunto in 2 giorni di dosaggio.

Distribuzione

La claritromicina penetra adeguatamente in diversi comparti, con un volume di distribuzione previsto di 200-400 l. La claritromicina produce concentrazioni in alcuni tessuti diverse volte superiori ai livelli della sostanza in circolo. È stato riscontrato un aumento di tali livelli sia nel tessuto tonsillare sia nel tessuto polmonare. La claritromicina penetra anche nella mucosa gastrica.

Il legame della claritromicina con le proteine plasmatiche è circa dell’80% a concentrazioni terapeutiche.

Biotrasformazione ed eliminazione

La claritromicina viene metabolizzata ampiamente e rapidamente nel fegato. Il metabolismo coinvolge principalmente N-dealchilazione, ossidazione e idrossilazione stereospecifica alla posizione C 14.

La farmacocinetica della claritromicina è non-lineare a causa della saturazione del metabolismo epatico a dosi elevate. L’emivita di eliminazione è aumentata da 2-4 ore dopo la somministrazione di 250 mg di claritromicina due volte al giorno a 5 ore dopo la somministrazione di 500 mg di claritromicina due volte al giorno. L’emivita del metabolita attivo 14-idrossi varia tra 5 e 6 ore dopo la somministrazione di 250 mg di claritromicina due volte al giorno.

Dopo la somministrazione orale di claritromicina radioattiva il 70-80% della radioattività è stato rilevato nelle feci. Circa il 20-30% della claritromicina è raccolto come principio attivo immodificato nell’urina. Questa percentuale aumenta con l’incremento della dose. L’insufficienza renale aumenta i livelli di claritromicina nel plasma, se la dose non viene ridotta .

La clearance plasmatica totale è stata stimata in circa 700 ml/min, con una clearance renale di circa 170 ml/min.

Popolazioni particolari

Insufficienza renale: la funzionalità renale ridotta determina un aumento dei livelli plasmatici di claritromicina e dei livelli del metabolita attivo nel plasma.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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In studi di 4 settimane condotti sugli animali è stato riscontrato che la tossicità della claritromicina era correlata alla dose e alla durata del trattamento. In tutte le specie, i primi segni di tossicità sono stati osservati nel fegato, in cui le lesioni sono state osservate entro 14 giorni in cani e scimmie. I livelli sistemici di esposizione correlati a questi effetti tossici non sono noti in dettaglio, ma le dosi tossiche erano notevolmente superiori alle dosi terapeutiche raccomandate per i soggetti umani.

Non sono stati riscontrati effetti mutageni in studi in vitro o in vivo con claritromicina.

Studi di tossicità riproduttiva hanno dimostrato che la somministrazione di claritromicina a dosi due volte superiori alla dose clinica nei conigli (ev) e dieci volte superiore alla dose clinica nelle scimmie (os) hanno determinato un aumento dell’incidenza degli aborti spontanei. Queste dosi sono state correlate a tossicità materna. Non sono state osservate embriotossicità o teratogenesi negli studi condotti sui ratti. Tuttavia, malformazioni cardiovascolari sono state osservate in ratti trattati con dosi di 150 mg/kg/day. In topi, a dosi 70 volte superiori alla dose clinica, si è verificata palatoschisi con incidenza variabile (3-30%).

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Nucleo della compressa Sodio amido glicolato Cellulosa microcristallina Povidone (PVP K-30) Magnesio idrossido Croscarmellosa sodica Silice colloidale anidra Acido stearico

Magnesio stearato

Rivestimento Ipromellosa (E464) Titanio diossido(E171) Macrogol 400 Tartrazina (E102)

Rosso Allura AC (E129) Indaco Carminio (E132) Vanillina

06.2 Incompatibilità

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Non applicabile.

06.3 Periodo di validità

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2 anni

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Non conservare a temperatura superiore ai 25° C. Tenere il blister nella scatola esterna.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Blister di PVC o PVC/PVdC trasparente o bianco opaco coperto con pellicola d’alluminio da 8, 10, 14, 16, confezione calendario da 14 e da 21, 20, 30, 42 e 100 compresse.

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Nessuna.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Teva Italia S.r.l. – Via Messina, 38 – 20154 Milano

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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7 compresse rivestite con film in blister PVC/AL – AIC: 037559388 /M

7 compresse rivestite con film in blister PVC/PVDC/AL – AIC: 037559390 /M

10 compresse rivestite con film in blister PVC/AL – AIC: 037559162/M

14 compresse rivestite con film in blister PVC/AL – AIC: 037559174/M

14 compresse rivestite con film in blister PVC/AL – confezione calendario – AIC: 037559186/M

30 compresse rivestite con film in blister PVC/AL – AIC: 037559198/M

10 compresse rivestite con film in blister PVC/PVDC/AL – AIC: 037559200/M

14 compresse rivestite con film in blister PVC/PVDC/AL – AIC: 037559212/M

14 compresse rivestite con film in blister PVC/PVDC/AL – confezione calendario – AIC: 037559224/M

30 compresse rivestite con film in blister PVC/PVDC/AL – AIC: 037559236/M

8 compresse rivestite con film in blister PVC/PVDC/AL – AIC: 037559248/M

42 compresse rivestite con film in blister PVC/PVDC/AL – AIC: 037559251/M

42 compresse rivestite con film in blister PVC/AL – AIC: 037559263/M

100 compresse rivestite con film in blister PVC/AL – AIC: 037559275/M

100 compresse rivestite con film in blister PVC/PVDC/AL – AIC: 037559287/M

20 compresse rivestite con film in blister PVC/PVDC/AL – AIC: 037559299/M

20 compresse rivestite con film in blister PVC/AL – AIC: 037559301/M

16 compresse rivestite con film in blister PVC/PVDC/AL – AIC: 037559313/M

21 compresse rivestite con film in blister PVC/AL – AIC: 037559349/M

21 compresse rivestite con film in blister PVC/PVDC/AL – AIC: 037559352/M

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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31 dicembre 2007

10.0 Data di revisione del testo

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Ottobre 2013