Rifinah: effetti collaterali e controindicazioni
Rifinah (Rifampicina + Isoniazide) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:
Tubercolosi polmonare ed extrapolmonare sostenuta da germi sensibili alla associazione. Nel caso di persistenza di colture positive, dovranno essere predisposti nuovi test di sensibilità al fine di individuare tempestivamente la presenza di ceppi resistenti. Il prodotto non va somministrato a scopo profilattico.
Come tutti i farmaci, però, anche Rifinah ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.
Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Rifinah, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).
Rifinah: controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Rifinah è controindicato in caso di ittero.
L’uso di Rifinah è controindicato quando utilizzato in concomitanza con l’associazione saquinavir/ritonavir (vedere paragrafo 4.5).
Rifinah: effetti collaterali
Le seguenti reazioni avverse sono classificate per classe sistemico organica e per frequenza usando la seguente convenzione: molto comune (? 1/10), comune (? 1/100, < 1/10), non comune (? 1/1.000, < 1/100), raro (? 1/10.000, < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Infezioni ed infestazioni
Non nota: colite pseudomembranosa, influenza.
Patologie del sistema emolinfopoietico
Comune: trombocitopenia con o senza porpora, di solito associata alla terapia intermittente ma reversibile se la terapia viene sospesa prontamente alla comparsa di porpora.
Non comune: leucopenia.
Non nota: coagulazione intravascolare disseminata, eosinofilia, agranulocitosi, anemia emolitica, disturbi della coagulazione vitamina K-dipendenti.
Disturbi del sistema immunitario
Non nota: reazione anafilattica.
Patologie endocrine
Non nota: insufficienza surrenalica in pazienti con compromissione della funzionalità surrenalica.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Non nota: appetito ridotto.
Disturbi psichiatrici
Non nota: disturbi psicotici.
Patologie del sistema nervoso
Comune: cefalea, capogiri.
Non nota: emorragia cerebrale ed eventi fatali sono stati riportati in seguito ad uso continuato o reintroduzione del farmaco dopo la comparsa di porpora.
Patologie dell’occhio
Non nota: alterazione del colore delle lacrime.
Patologie vascolari
Non nota: shock, vampate, vasculite, sanguinamento.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Non nota: dispnea, sibili, alterazione del colore dell’espettorato.
Patologie gastrointestinali Comune: nausea, vomito Non comune: diarrea
Non nota: disturbi gastrointestinali, fastidio addominale, alterazione del colore del dente (che può essere permanente).
Patologie epatobiliari
Non nota: epatite, iperbilirubinemia (vedere paragrafo 4.4).
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Non nota: eritema multiforme, pustolosi esantematica acuta generalizzata (AGEP), sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica, reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS) (vedere paragrafo 4.4), reazioni cutanee, prurito, rash pruriginoso, orticaria, dermatite allergica, pemfigo, alterazione del colore del sudore.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Non nota: debolezza muscolare, miopatia, dolore osseo.
Patologie renali e urinarie
Non nota: danno renale acuto generalmente causato da necrosi tubulare renale o nefrite tubulo- interstiziale, cromaturia.
Condizioni di gravidanza, puerperio e perinatali
Non nota: emorragia post-partum, emorragia materno-fetale.
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
Non nota: disturbi mestruali.
Patologie congenite, familiari e genetiche
Non nota: porfiria.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Molto comune: piressia, brividi.
Non nota: edema.
Esami diagnostici
Comune: aumento della bilirubina nel sangue, aumento della aspartato aminotransferasi, aumento della alanina aminotransferasi.
Non nota: pressione arteriosa diminuita, aumento della creatinina nel sangue, aumento degli enzimi epatici.
Reazioni di ipersensibilità: febbre, reazioni anafilattiche.
Patologie endocrine: ginecomastia.
Patologie del sistema nervoso centrale: polinevrite che si presenta con parestesie, debolezza muscolare, perdita dei riflessi tendinei, ecc. L’incidenza è più elevata nei pazienti a bassa acetilazione(“slow acetylators”). Altri effetti neurotossici che sono rari al dosaggio normale comprendono convulsioni (vedere paragrafo 4.9), encefalopatia tossica, neurite e atrofia ottica, disturbi della memoria e psicosi tossica.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: rash, acne, dermatite esfoliativa, pemfigo, sindrome di Stevens-Johnson (SJS) e necrolisi epidermica tossica (NET) (vedere paragrafo 4.4) e reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS) (frequenza “rara”) (vedere paragrafo 4.4).
Patologie del sistema emolinfopoietico: eosinofilia, agranulocitosi, trombocitopenia, anemia. Patologie gastrointestinali: pancreatite (frequenza “non nota”), nausea, vomito, disturbi epigastrici. Patologie epatobiliari: epatite (frequenza “non comune”), anche grave e a volte letale.
Patologie vascolari: vasculite (frequenza “non nota”). Altre: pellagra, sindrome simil-lupus eritematoso sistemico.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo: www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare- una-sospetta-reazione-avversa.
Rifinah: avvertenze per l’uso
Avvertenze
Rifinah è un’associazione di due farmaci ciascuno dei quali è stato associato a disfunzioni epatiche.
Nei pazienti con compromessa funzionalità epatica la rifampicina deve essere somministrata solo in caso di necessità, con cautela e sotto attento controllo medico. In questi pazienti si deve effettuare un attento monitoraggio della funzionalità epatica, particolarmente dei livelli sierici di alanina aminotransferasi (ALT) e aspartato aminotransferasi (AST), prima dell’inizio della terapia e poi ad intervalli di 2-4 settimane. Se si sviluppano segni di danno epatocellulare la rifampicina deve essere sospesa.
In alcuni casi si può verificare iperbilirubinemia all’inizio della terapia, come conseguenza di una competizione tra rifampicina e bilirubina sui processi di escrezione degli epatociti. Un isolato, moderato aumento della bilirubina e/o delle transaminasi non costituisce di per se motivo di sospensione della terapia; la decisione deve essere presa dopo ripetizione dei controlli che confermano la tendenza all’aumento dei valori e prendendo in considerazione la condizione clinica del paziente.
Poiché con schemi terapeutici intermittenti (meno di 2-3 volte alla settimana) vi è la possibilità di reazioni immunologiche, compresa anafilassi (vedere paragrafo 4.8), i pazienti devono essere seguiti attentamente. I pazienti devono essere informati di non interrompere la terapia poiché potrebbero verificarsi questi eventi.
L’uso di isoniazide deve essere attentamente monitorato nei pazienti con patologie epatiche croniche o grave disfunzione renale.
Si può verificare epatite grave, a volte letale, associata alla terapia con isoniazide che si può sviluppare anche dopo molti mesi dall’inizio della terapia. Il rischio di sviluppare epatite è correlato all’età. I pazienti devono perciò essere seguiti in base ai sintomi prodromici dell’epatite, quali affaticamento, debolezza, malessere, anoressia, nausea o vomito. Se dovessero comparire questi sintomi o segni indicativi di danno epatico l’isoniazide deve essere sospesa velocemente in quanto è stato riportato che l’uso continuato del farmaco in questi pazienti può causare un danno epatico più grave.
Con l’uso di isoniazide sono stati riportati casi di reazioni cutanee gravi inclusa sindrome di Stevens- Johnson (SJS) e necrolisi epidermica tossica (NET), alcuni con esito fatale (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere informati dei segni e dei sintomi di tali reazioni e devono essere strettamente monitorati. Se si sviluppano segni o sintomi di SJS o NET (ad esempio rash cutaneo progressivo spesso con bolle o lesioni della mucosa), il paziente deve essere avvisato di consultare immediatamente il proprio medico. Se non è possibile stabilire una eziologia alternativa per tali segni e sintomi, il trattamento con isoniazide deve essere interrotto.
Durante il trattamento con terapia anti-tubercolare, sono state osservate gravi reazioni sistemiche di ipersensibilità, compresi casi fatali, come reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS) (vedere paragrafo 4.8). E’ importante notare che le prime manifestazioni di ipersensibilità,
come febbre, linfoadenopatia o anomalie biologiche (comprese eosinofilia, anomalie del fegato) possono essere presenti anche se il rash cutaneo non è evidente. Se tali segni o sintomi sono presenti, il paziente deve essere avvisato di consultare immediatamente il proprio medico.
Se non è possibile stabilire una eziologia alternativa per tali segni e sintomi, il trattamento con Rifinah deve essere interrotto.
Reazioni bollose gravi
Con rifampicina sono stati segnalati casi di gravi reazioni cutanee bollose come sindrome di Stevens- Johnson (SJS), necrolisi epidermica tossica (NET) e pustolosi esantematica acuta generalizzata (AGEP). Se si manifestano sintomi o segni di AGEP, SJS o NET, il trattamento con rifampicina deve essere immediatamente interrotto.
Rifinah contiene saccarosio: pertanto i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, da malassorbimento di glucosio-galattosio, o da insufficienza di sucrasi isomaltasi, non devono assumere questo medicinale.
Rifinah compresse da 300 mg/150 mg contiene giallo tramonto che può causare reazioni allergiche.
Precauzioni
Gli adulti trattati con Rifinah devono avere un controllo iniziale di enzimi epatici, bilirubina, creatinina sierica, emocromo e piastrine. Nei bambini questo controllo iniziale non è necessario se non in presenza di una nota o sospetta condizione che può dare complicazioni.
I pazienti devono essere visti almeno ogni mese e si devono richiedere specifiche informazioni su sintomi correlabili ad effetti indesiderati. Tutti i pazienti con qualunque tipo di dato anomalo devono essere seguiti, anche con controlli di laboratorio, se necessario.
Poiché vi è una frequenza di epatite associata ad isoniazide più elevata nei pazienti al di sopra dei 35 anni, un controllo delle transaminasi deve essere effettuato all’inizio della terapia ed in seguito ogni mese nei pazienti in questa fascia d’età. Altri fattori associati ad un aumentato rischio di epatite comprendono consumo di alcool, patologie epatiche croniche, uso di sostanze per via endovenosa e donne di razza nera o Ispanoamericane.
La rifampicina ha proprietà di induzione enzimatica e può aumentare il metabolismo di substrati endogeni compresi gli ormoni surrenalici, tiroidei e la vitamina D. Segnalazioni isolate hanno associato l’esacerbazione di porfiria con la somministrazione di rifampicina, come risultato dell’induzione della sintetasi dell’acido delta amino levulinico.
La rifampicina può causare un’alterazione del colore (giallo, arancio, rosso, marrone) dei denti, delle urine, del sudore, dell’espettorato e delle lacrime. I pazienti devono essere informati di questa evenienza.
Le lenti a contatto morbide sono state colorate in modo permanente.
La rifampicina è un potente e ben caratterizzato induttore degli enzimi farmaco-metabolizzanti e dei trasportatori e può pertanto diminuire l’esposizione e l’efficacia dei medicinali somministrati in concomitanza (vedere paragrafo 4.5). I pazienti devono, quindi, essere avvisati di non assumere altri medicinali senza il consiglio del medico.
La rifampicina può causare coagulopatia vitamina K-dipendente e sanguinamento grave (vedere paragrafo 4.8).
Nei pazienti con particolare rischio di sanguinamento è raccomandato il monitoraggio del verificarsi di coagulopatia. Quando appropriato (carenza di vitamina K, ipoprotrombinemia) deve essere presa in considerazione la somministrazione supplementare di vitamina K.
I pazienti anziani o malnutriti devono essere trattati con cautela e possono necessitare di somministrazione di vitamina B6 durante la terapia con isoniazide.
Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.
In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:
https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/
Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:
https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf
Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:
https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/
Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco